Giovanni Garau

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Giovanni Garau
NascitaCagliari, 3 marzo 1917
MorteBattaglia del convoglio Duisburg, 9 novembre 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
GradoTenente di vascello in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia del convoglio Duisburg
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1920-1941)[1]
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Giovanni Garau (Cagliari, 3 marzo 1917Battaglia del convoglio Duisburg, 9 novembre 1941) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Fulmine (a sinistra) ed il cacciatorpediniere Saetta

Nacque a Cagliari il 3 marzo 1917 figlio di un magistrato.[2] Il 12 gennaio 1935 iniziò a frequentare i corsi della Regia Accademia Navale di Livorno, uscendone nel giugno del 1937 con la nomina a guardiamarina ed il 1º gennaio 1939 ebbe la promozione a sottotenente di vascello.[2] Dopo brevi imbarchi su unità siluranti di superficie, i cacciatorpediniere Camicia Nera e Alvise da Mosto, il 20 novembre 1939 si imbarcò sul cacciatorpediniere Turbine, di base a Tobruk e con il quale si distinse nell'incarico di Direttore del Tirodove ed ottenne un encomio per la condotta del tiro durante uno scontro navale.[2]

Il marinaio RT Mario Panfili del Turbine riferisce, in un suo libro di memorie, che stv Garau era "un po' rigido [...] un fanatico della disciplina, esigeva sempre il saluto [...]". Nell'ottobre 1940 in navigazione verso Palermo, durante un'accesa discussione con il personale di macchina, che si lamentava delle lunghe permanenze in mare e dello scarso vitto, Garau fu spinto in mare da questi marinai e fu recuperato dall'Euro, che era di poppa al Turbine sotto rimorchio per danni subiti nel luglio. [3]

I marinai macchinisti autori dell'aggressione a un ufficiale furono consegnati a Napoli, presso la caserma Santa Maria per alcuni giorni ma poi rilasciati perchè ritenuti indispensabili per una nave che era molto impegnata alle scorte ai convogli per la Tripolitania.

Per questi gravi fatti furono sbarcati dal Turbine sia il comandante, CC Aldo Naccari che il stv Giovanni Garau che furono assegnati rispettivamente al ct Cesare Battisti della 3^ squadriglia a Massaua (in pratica da TB a BT) e al ct Fulmine dell'8^ squadriglia.

Il 5 gennaio 1941 Garau quindi si imbarcò sul cacciatorpediniere Fulmine quale direttore di tiro. Conseguì la promozione a tenente di vascello il 22 ottobre dello stesso anno.[2] Durante la missione di scorta a convoglio Duisburg nel Mediterraneo centrale, il 9 novembre 1941 il Fulmine venne ripetutamente e gravemente colpito dal fuoco di una potente formazione navale inglese.[2] Con l'unità oramai immobilizzata e prossima all'affondamento, diresse, stando in coperta il tiro dell'unico complesso di prora da 120/50 efficiente, arrecando alcuni danni alle unità inglesi.[2] Quando la nave stava per affondare rifiutò di porsi in salvo, provvedendo invece al personale dipendente.[2] Rimase insieme al comandante del cacciatorpediniere, capitano di corvetta Mario Milano, gravemente ferito nell'azione, seguendone la sorte.[2] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

L'associazione Marinai d'Italia ANMI sede di Cagliari è intitolata alla MOVM TV Giovanni Garau. [4]

Un fratello, Carlo (nato a Cagliari il 29 gennaio 1919) tenente del 3° reggimento bersaglieri, cadde in Russia il 22 dicembre 1942. Un altro fratello più giovane, Lorenzo devenne generale nel dopoguerra.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Direttore del tiro di C.T., di scorta a convoglio, durante un violento attacco notturno da parte di preponderanti forze navali nemiche che inquadravano e colpivano gravemente la sua unità, immobilizzandola e interrompendo i servizi telefonici, dirigeva in coperta dal complesso di prora un’intensa e decisa reazione di fuoco contro il nemico. Feriti alcuni dei suoi uomini, cooperava egli stesso al caricamento dei pezzi perchè il tiro proseguisse serrato e martellante contro le navi nemiche, incitando i dipendenti con l’esempio altamente suggestivo e con la parola animatrice. Mentre la sua unità squarciata dal bombardamento avversario lentamente affondava, continuava a combattere e solo allorché l’acqua ebbe raggiunto la coperta dava ordine alla sua gente di mettersi in salvo innalzando al cielo l’ardente grido « Viva il Re ». Ma ricusava per sé la salvezza, nella suprema fedeltà alla nave ergendosi solo di faccia al nemico come per suggellare nell’estrema offerta l’eroismo del marinaio e la virtù della stirpe. Mediterraneo Centrale, 9 novembre 1941.[5]»
— Regio Decreto 28 maggio 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Direttore di tiro di cacciatorpediniere dislocato in base avanzata, in due missioni dirigeva con efficacia il fuoco contro basi avversarie. Durante il periodo in cui la nave fu soggetta a continue azioni aeree nemiche del nemico, ha sempre instancabilmente diretto la reazione contraerea dal suo pericoloso posto di combattimento, esempio ai subordinati di inalterabile calma e di sereno sprezzo del pericolo. Acque della Cirenaica, 10 giugno-22 luglio 1940
— Regio Decreto 29 gennaio 1942.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 737.
  2. ^ a b c d e f g h i Alberini, Prosperini 2016, p. 250.
  3. ^ Stefano Moscadelli, Dal ricordo al racconto, Firenze University Press, USiena Press, 2023, ISBN 979-12-215-0155-1. URL consultato il 28 marzo 2024.
  4. ^ sede di Cagliari
  5. ^ Medaglia d'oro al valor militare Garau Giovanni, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 13 febbraio 2023.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 736.
  • Mario Panfili. Diario e memorie di guerra del marinaio Mario Panfili 1940-45. Siena, maggio 2005. - pag. 108, nota 158.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]