Gens Sextilia

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La gens Sextilia (talvolta italianizzato in: gens Sestilia) era una famiglia plebea dell'antica Roma. Il primo componente della gens a raggiungere una posizione rilevante fu Gaio Sestilio, tribuno consolare nel 379 a.C. Nessuno della famiglia ottenne il consolato, tuttavia furono presenti attivamente nella storia romana dai primi anni della repubblica fino all'impero.[1][2]

Origine della gens[modifica | modifica wikitesto]

Il nomen Sestilio è inizialmente un patronimico, derivata dal praenomen Sextus. Il nomen della gens Sestia deriva dallo stesso nome, come anche dal praenomen Quintus derivano le gens Quintia e Quintilia.[1][3]

Praenomina usati dalla gens[modifica | modifica wikitesto]

I praenomina usati dai Sestilii comprendono Gaius, Lucius, Marcus, Publius, e Quintus, che furono peraltro molto comuni in tutta la storia romana. Anche se il nomen Sestilio deriva da Sextus, nessuno dei membri conosciuti dalla storia porta questo praenomen.[1]

Rami e cognomina della gens[modifica | modifica wikitesto]

I Sestilii non erano divisi in famiglie con dei cognomen distintivi. La maggior parte dei Sestilii durante la Repubblica non aveva un cognomen, ma alcuni se ne ritrovano verso la fine della repubblica e durante l'Impero.[1]

Membri della gens[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) William Smith (a cura di), Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1849.
  2. ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 30.
  3. ^ George Davis Chase, "The Origin of Roman Praenomina", in Harvard Studies in Classical Philology, vol. VIII (1897).
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri Epitome, 14.
  5. ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, viii. 1. damn. 5.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XVII. 9, 10.
  7. ^ Plutarco, Vite parallele, "Marius", 40.
  8. ^ Appiano, Bellum Civile, I. 62.
  9. ^ (EN) T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, a cura di Phillip H. De Lacy, collana Philological Monographs, II, 1ª ed., New York, American Philological Association, 1951 [1º maj 1951], p. 41.
  10. ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, v. 3. § 3.
  11. ^ Cicerone, De Oratore, iii. 3.
  12. ^ Appiano, Bella Mithridatica, 84.
  13. ^ Plutarco, Vite parallele, "Pompeius," 24.
  14. ^ Cicerone, Pro Lege Manilia, 12.
  15. ^ Cicerone, Pro Flacco, 15.
  16. ^ Cicerone, Pro Flacco, 36.
  17. ^ Marco Terenzio Varrone, Rerum Rusticarum libri III, i. 1. § 10.
  18. ^ Cicerone, Pro Flacco, 13.
  19. ^ Cicerone, Epistulae ad Quintum Fratrem, ii. 1. § 3.
  20. ^ Cicerone, Pro Flacco, 34.
  21. ^ Cicerone, De Finibus Bonorum et Malorum, ii. 17.
  22. ^ Cicerone, Epistulae ad Familiares, xii. 13. § 4, xiii. 48.
  23. ^ Lucio Anneo Seneca il Vecchio, Suasoriae, 6, pp. 45, 46, ed. Bip.
  24. ^ Publio Cornelio Tacito, Historiae ii. 64, 89, iii. 67.
  25. ^ Gaio Svetonio Tranquillo, Vite dei Cesari, "Vitellius," 3.
  26. ^ Publio Cornelio Tacito, Historiae iii. 5, iv. 70.
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