Gens Scribonia

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La gens Scribonia è stata una gens dell'Antica Roma, di status plebeo[1].

Magistrature della gens Scribonia
Periodo Repubblica e Impero romano
Consolati 4
Tribunati consolari -
Dittature -
Censure -
Magistri equitum -
Decemvirati -
Tribunati della plebe 2

Sebbene compaiano nelle fonti sin dalla seconda guerra punica, il primo a ottenere il consolato fu Gaio Scribonio Curione, nel 76 a.C.[1]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Il nomen Scribonio deriva dal termine scribo, che vuol dire "scrittore". Fa parte di un'ampia gamma di gentilizi che originariamente erano usati piuttosto come cognomina[2].

Praenomina[modifica | modifica wikitesto]

Sono noti solo tre praenomina usati dagli Scribonii: Lucio, usato dagli Scribonii Libones, Gaio, usato dagli Scribonii Curiones, e Marco, usato in età imperiale da membri della famiglia che avevano legami parentali con i Livii[1][2].

Familiae e cognomina[modifica | modifica wikitesto]

Le principali familiae che si ramificarono all'interno della gens Scribonia portavano i cognomina:

  • Libone: derivato da libere, che vuol dire "aspergere", fu dato probabilmente a un membro della famiglia che si occupava delle libagioni. I Liboni erano responsabili della Puteal Libonis, una struttura sacra all'interno del Foro che conteneva reliquie della storia romana di epoca monarchica[3][4].
  • Curione: linea famigliare originatasi nel 174 a.C., quando uno Scribonio fu scelto come Curio Maximus[5][6].

Membri notevoli[modifica | modifica wikitesto]

Scrobonii Libones[modifica | modifica wikitesto]

Scribonii Curiones[modifica | modifica wikitesto]

Altri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Vol.3, 1849, p. 758.
  2. ^ a b George Davis Chase, "The Origin of Roman Praenomina", in Harvard Studies in Classical Philology, vol. VIII, p.119
  3. ^ Chase, p.111
  4. ^ Smith, vol. II, pp. 779-780
  5. ^ Livio, Annali, XLI, 26
  6. ^ T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, American Philological Association (1952–1986), Vol.1, pp.406-407 e nota 7

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