Galleria Subalpina
Galleria Subalpina Galleria dell'Industria Supalpina | |
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Uno scorcio della Galleria Subalpina dall'ingresso di via Cesare Battisti, 11. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Località | Torino |
Indirizzo | Piazza Castello Via Cesare Battisti, 11 |
Coordinate | 45°04′10.17″N 7°41′11.37″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1873 |
Inaugurazione | 30 dicembre 1874 |
Stile | neorinascimentale |
Uso | Galleria commerciale |
Realizzazione | |
Architetto | Pietro Carrera |
La Galleria dell'Industria Subalpina (nota più semplicemente come Galleria Subalpina) è un edificio storico di Torino che ospita numerosi locali commerciali. È ubicata nell'area compresa tra piazza Castello e piazza Carlo Alberto ed è una delle tre storiche gallerie commerciali torinesi.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La struttura rappresenta il tipico modello ottocentesco di area commerciale urbana ispirata ai tipici passages parigini e destinata allo svago borghese.
Essa fu la seconda galleria commerciale di Torino, prima della Galleria Nazionale (1889-1936) e della Galleria Umberto I (1890). Sorse dopo la Galleria Natta, inaugurata nel 1858 e demolita nel 1931, nell'ambito del rifacimento di via Roma.
Progettata da Pietro Carrera nel 1873, i lavori furono avviati il 25 giugno dello stesso anno e la galleria fu inaugurata il 30 dicembre 1874.[1][2] Deve il suo nome alla Banca dell'Industria Subalpina, che si assunse l'onere della costruzione.
Il suo interno ospitò sin dall'inizio alcuni locali divenuti storici come il celebre caffè Caffè Baratti & Milano e, dal 1897, il Caffè Concerto Romano,[3] locale abitualmente frequentato dallo scrittore Edmondo De Amicis[4] (poi divenuto cinema Nuovo Romano), una libreria antiquaria, una galleria d'arte, un negozio di arredi e un paio di rinomati ristoranti.
In parte danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, la galleria è stata ricostruita fedelmente sui disegni originali ed in tempi più recenti l'area centrale è stata interamente occupata dalla grande aiuola, secondo il progetto iniziale del Carrera.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La galleria, progettata da Pietro Carrera, è collocata tra piazza Castello e piazza Carlo Alberto ed è caratterizzata da un ampio e luminoso salone lungo cinquanta metri, largo quattordici arricchito da un notevole apparato decorativo eclettico che fonde elementi in stile rinascimentale e barocco, opera dello scultore Pietro Rubino. L'altezza di circa diciotto metri è stemperata da una balconata che percorre tutto il suo perimetro.
La volta rappresenta un vero e proprio tributo alla modernità del tempo, con un largo utilizzo di vetro e ferro battuto, come testimoniano gli elementi strutturali riccamente decorati ad opera dei fratelli Loro e del Piattini.
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]All'interno della Galleria Subalpina sono state girate alcune scene dei film:
- Quattro mosche di velluto grigio di Dario Argento
- Un colpo all'italiana di Peter Collinson
- La donna della domenica di Luigi Comencini.[5]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Un dettaglio della balconata e della vetrata di copertura sopra il Cinema Nuovo Romano
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Luci d'Inverno 2011 all'interno della Galleria Subalpina
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L'ingresso principale della Galleria Subalpina dai portici di piazza Castello
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Tetto vetrato e balconata Galleria Subalpina
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Foto di Mario Gabinio, 1926, stampa al citrato indurita all'allume
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Torino: L'insediamento urbano, in Torino e Valle d'Aosta, Milano 2001, p. 184.
- ^ Galleria delle Industrie Subalpine in Torino, in Annuario scientifico ed industriale, Milano, Fratelli Treves Editori della Biblioteca Utile, 1876, p. 764.
- ^ Qui, all'inizio del Novecento, si tenevano gli spettacoli di varietà. Fu il primo locale dove Erminio Macario venne scritturato nella compagnia di Giovanni Molasso con il ruolo di secondo comico, debuttando con le "riviste" Sei solo stasera e Senza complimenti.
- ^ Achille Artom, Passeggiando con Edmondo. Viaggio immaginario con De Amicis per le vie di Torino., Torino, Editrice Il Punto, 2011.
- ^ Enciclopedia del cinema in Piemonte, su torinocittadelcinema.it. URL consultato il 16 giugno 2014 (archiviato il 9 maggio 2014).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino, 1984, p. 304
- Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino 1995 , p. 48
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galleria Subalpina
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su galleriasubalpina.it.
- Maurizio Ternavasio, La Galleria Subalpina, su LA STAMPA.it, 11 gennaio 2008. URL consultato l'8 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).