Galileo Palla

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Galileo Palla (Aulla, 23 giugno 1865Carrara, 14 settembre 1944) è stato un anarchico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Aderisce giovanissimo alla Prima Internazionale, nel 1883 subisce una prima condanna in contumacia a 23 mesi di reclusione e a una multa per reati di stampa. Per sfuggire all'arresto si trasferisce in Uruguay e poi in Argentina insieme a Errico Malatesta[1], Cesare Agostinelli e altri. Nel 1889 rientra in Europa e risiede prima a Nizza e poi in Inghilterra, collaborando con Malatesta alla pubblicazione di periodici[2]

Rientra in Italia nel 1890 grazie ad una amnistia e partecipa al congresso di Capolago dell'anno successivo. Il primo maggio 1891 partecipa al comizio in piazza Santa Croce in Gerusalemme a Roma e, sotto il nome di Venerio Landi, incita la folla alla rivolta.[2][3] La manifestazione degenera in gravi scontri e Palla (arrestato dopo un breve periodo di latitanza) è tra i principali accusati nel processo dei sessantuno, dove viene condannato a due anni e otto mesi di reclusione per “associazione ed istigazione a delinquere”. Dopo aver scontato la pena (modificata in appello a a 18 mesi per "violenza e resistenza all’autorità") rientra a Massa dove riprende la militanza.[2]

Condannato a un anno di reclusione per renitenza alla leva è inviato a svolgere il servizio militare; assegnato per il suo carattere ribelle alla compagnia di disciplina di Portoferraio, cerca inutilmente di evadere. Scontata la pena, nel 1895 viene assegnato per cinque anni al domicilio coatto a Porto Ercole, da dove evade insieme ad altri cinque compagni.[4] La fuga dura poco e Palla riceve una ulteriore condanna a 4 mesi e 25 giorni di reclusione.[2] Trasferito a Favignana, il 28 maggio 1896 fugge con altri internati e ripara in Tunisia sperando di ottenere l'asilo politico dalle autorità francesi che invece riconsegnano i fuggiaschi all'Italia.[2][5]

Prosciolto infine nel 1900 rientra a Massa, dove riprende la militanza nel movimento libertario. Dopo l'avvento del Regime fascista vive del suo lavoro di fornaio, "vittima di continue angherie" fino al giorno della morte.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Berti, p. 137-138, 142.
  2. ^ a b c d e f Dizionario biografico degli anarchici italiani.
  3. ^ Masini, p. 259.
  4. ^ Masini, 1981, pp. 61-62 nota 7.
  5. ^ Masini, 1981, p. 67.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Galileo Palla, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Pisa, BFS, 2003. URL consultato il 7 novembre 2023.
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani da Bakunin a Malatesta (1862-1892), Milano, Rizzoli, 1972.
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano, Rizzoli, 1981.
  • Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico italiano e internazionale (1872-1932), Milano, FrancoAngeli, 2003, ISBN 88-464-4934-7.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]