Gaetano Becherucci

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Gaetano Becherucci (San Miniato, 5 agosto 1791 – dopo il 1860) è stato un ingegnere e cartografo italiano del Granducato di Toscana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a San Miniato nel 1791 in una famiglia numerosa di modeste origini, dal maggio 1822 fu impiegato come geometra primario del Compartimento di Grosseto e lavorò al catasto di Grosseto, Magliano in Toscana, Piombino, Massa Marittima e altri comuni minori.[1] Al 10 agosto 1823 e al 2 maggio 1825 risalgono le mappe catastali rispettivamente di Grosseto e di Massa Marittima, in scala 1:1250 e recanti la firma, che andavano a collocarsi in quella vasta operazione di riorganizzazione e completamento del catasto granducale.[1][2]

Il 13 dicembre 1825 venne nominato ingegnere di quinta classe dal granduca Leopoldo II di Lorena e iniziò la sua carriera progettando strade e ponti nella Soprintendenza alla conservazione del catasto e al Corpo degli ingegneri di acque e strade.[1] Destinato inizialmente al circondario di Castelfiorentino, fu poi a Pescia dal 1826 e a Campiglia Marittima nel 1832.[1]

Nel 1833 venne trasferito alla Camera di soprintendenza comunitativa di Pisa, prima come impiegato nel circondario di Pontedera, e poi nel capoluogo pisano, dove il 20 luglio 1838 ottenne la promozione a ingegnere di prima classe.[1][3] È in questo periodo che si concentra la più interessante e corposa produzione di Becherucci, soprattutto in merito alla ricerca topografica e alla progettazione architettonico-urbanistica.[1] Disegnò rilievi e piante del lago di Bientina (1833), delle città di Pontedera (1835) e Ponsacco (1836), dell'agro di Capannoli e di Cascina (1837-1840).[1] Progettò la viabilità di varie comunità del compartimento, in particolare modo di Lavaiano, Pontedera, Cascina e Pisa.[1][4] Nel capoluogo fu incaricato della progettazione della nuova sede del tribunale e l'ampliamento dell'Accademia di belle arti, in collaborazione con Alessandro Gherardesca e Corrado Puccioni (1837-1838): dette parere negativo all'idea di Gherardesca di unire le due istituzioni in un'unica sede a palazzo Franchetti.[1][5] Fu anche impiegato in vari studi urbanistici del centro cittadino, realizzando le planimetrie dei terzieri di San Francesco e della Cittadella.[1][6]

Fu trasferito a Livorno il 31 ottobre 1847, rimanendovi fino al 1860.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Becherucci, Gaetano, su Digital DISCI. URL consultato il 19 gennaio 2023.
  2. ^ Barsanti, Bonelli Conenna, Rombai 2001, pp. 92-99.
  3. ^ Cresti, Zangheri 1978, p. 20.
  4. ^ Grava, Macchi Jánica 2018, pp. 31-43.
  5. ^ Giraldo 2007, pp. 7-9.
  6. ^ Caciagli, Castiglia 2001, pp. 122, 514, 527, 531, 542, 552-560, 570-578, 588, 593, 607, 661, 699-702.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Danilo Barsanti, Lucia Bonelli Conenna e Leonardo Rombai, Le carte del granduca. La Maremma dei Lorena attraverso la cartografia, Grosseto, Biblioteca Chelliana, 2001.
  • Costantino Caciagli e Roberto Castiglia (a cura di), I disegni degli ingegneri della Camera di soprintendenza comunitativa di Pisa, Agnano, Archivio di Stato di Pisa, 2001.
  • Carlo Cresti e Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Toscana dell'Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978.
  • Carlo Cresti, La Toscana dei Lorena politica del territorio e architettura, Milano, Amilcare Pizzi, 1987.
  • Martina Giraldo, Palazzo Franchetti, una dimora sul Lungarno pisano, Pisa, Pacini, 2007.
  • Massimiliano Grava e Giancarlo Macchi Jánica, La viabilità comunitativa di Pisa e Cascina del 1847 quale strumento di pianificazione, in Bollettino dell'Associazione Italiana di Cartografia, n. 162, 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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