Gülistu Kadin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Gülistu Hanim)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gülistu Kadın
Kadın
Quarta Consorte Imperiale
In carica1860 –
maggio 1861
Nome completoPrincipessa Fatma Hanım Çaçba (alla nascita)
TrattamentoSua Altezza Imperiale
NascitaAbcasia, 1830
MorteIstanbul, maggio 1861
SepolturaTürbe Gülistu Kadın
Luogo di sepolturaMoschea di Fatih, Istanbul
DinastiaÇaçba (per nascita)
Casa di Osman (per matrimonio)
PadrePrincipe Tahir Bey Çaçba
Consorte diAbdülmecid I
FigliZekiye Sultan
Fehime Sultan
Mediha Sultan
Mehmed VI Vahideddin
ReligioneIslam sunnita

Gülistu Kadın (turco ottomano: کلستو خانم, "rosa di giardino"; anche nota come Gülüstü Kadın, Gülistu Hanim, Gülüstu Hanim, alla nascita Fatma Çaçba; Abcasia, 1830Istanbul, maggio 1861) è stata una principessa abcasa, consorte del sultano ottomano Abdülmecid I e madre di Mehmed VI, ultimo sultano dell'Impero ottomano.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1830, originaria dell'Abcasia, come Principessa Fatma Hanim, della nobile famiglia abcasa dei Çaçba. Suo padre era il principe Tahir Bey Çaçba, parente di Kelesh Ahmed-Bey Shervashidze, capo del Principato di Abcasia.

Ancora bambina, venne mandata alla corte del sultano ottomano a Istanbul, dove come da regola cambiò nome, assumendo quello di Gülistu. Venne descritta come una donna alta e graziosa[1][2][3][4].

Consorte imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1854 Gülistu divenne una consorte del sultano ottomano Abdülmecid I. Inizialmente le venne dato il rango di "Quarta Ikbal" (favorita) con il titolo di Gülistu Hanim, e nel 1860 venne promossa a "Quarta Kadın" (consorte) col titolo di Gülistu Kadın.

Era la nuora favorita di Bezmiâlem Sultan, madre e Valide Sultan di Abdülmecid.

Diede al sultano un figlio, Mehmed VI Vahdeddinin, ultimo Sultano dell'Impero ottomano; e tre figlie, fra cui due gemelle morte neonate[5][6][7].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì nel maggio 1861, poco dopo la nascita del suo ultimo figlio e un mese prima della morte dello stesso Abdülmecid, forse di colera.

Venne sepolta nel suo mausoleo nella moschea Fatih, insieme alle figlie[8][9].

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Essendo morta prima dell'ascesa al trono del figlio, non fu mai Valide Sultan.

Dopo la sua morte, sua figlia Mediha Sultan venne adottata dalla consorte Verdicenan Kadın, e suo figlio Mehmed dalla consorte Şayeste Hanim[5][10][6][8].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Da Abdülmecid I, ebbe tre figlie e un figlio:[11][12][13]

  • Zekiye Sultan (26 febbraio 1855 - 19 febbraio 1856). Gemella di Fehime Sultan. Sepolta nel mausoleo Gülistu Kadın.
  • Fehime Sultan (26 febbraio 1855 - 10 novembre 1856). Gemella di Zekiye Sultan. Sepolta nel mausoleo Gülistu Kadın.
  • Mediha Sultan (30 luglio 1856 - 9 novembre 1928). Adottata da Verdicenan Kadın dopo la morte della madre. Si sposò due volte ed ebbe un figlio.
  • Mehmed VI Vahideddin (14 gennaio 1861 - 16 maggio 1926). Venne adottato poco dopo la nascita da Şayeste Hanim, avendo perso la madre. 36º e ultimo Sultano dell'Impero ottomano.

Cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]

  • Gülüstü è un personaggio del romanzo storico del 2009 di Hıfzı Topuz, Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Açba 2004, p. 107 n. 17.
  2. ^ Açba 2004, p. 106.
  3. ^ Aredba, Rumeysa; Açba, Edadil (2009). Sultan Vahdeddin'in San Remo günleri. Timaş Yayınları. p. 73. ISBN 978-9-752-63955-3.
  4. ^ Tuna, Mahinur (2007). İlk Türk kadın ressam: Mihri Rasim (Müşfik) Açba : 1886 İstanbul-1954 New-York. As Yayın. p. 28. ISBN 978-9-750-17250-2.
  5. ^ a b Uluçay 2011, p. 229.
  6. ^ a b Kahya 2012, p. 4.
  7. ^ Tucker, Spencer (2005). World War I: Encyclopedia, Volume 1. ABC-CLIO. p. 779. ISBN 978-1-851-09420-2.
  8. ^ a b Bardakçı, Murat (2017). Neslishah: The Last Ottoman Princess. Oxford University Press. pp. 5, 6. ISBN 978-9-774-16837-6.
  9. ^ Sakaoğlu 2008, p. 602-3.
  10. ^ Sakaoğlu 2009, p. 630.
  11. ^ Uluçay 2011, p. 228-231.
  12. ^ Paşa 1960, p. 145-146.
  13. ^ Brookes 2010, p. 284, 291.
  14. ^ Hıfzı Topuz (2009). Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman. Remzi Kitabevi. p. 145. ISBN 978-975-14-1357-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Uluçay, M. Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.
  • Açba, Leyla; Açba, Harun (2004). Bir Çerkes prensesinin harem hatıraları. L & M. ISBN 978-9-756-49131-7.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu Mülkün Kadın Sultanları: Vâlide Sultanlar, Hâtunlar, Hasekiler, Kandınefendiler, Sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-6-051-71079-2.
  • Kahya, Özge (2012). Sultan Abdülmecid'in kızı Mediha Sultan'ın hayatı (1856–1928).
  • Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
  • Paşa, Ahmed Cevdet (1960). Tezâkir. [2]. 13 - 20, Volume 2. Türk Tarih Kurumu Basımevi.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]