Şayeste Hanim
Şayeste Hanim | |
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Şayeste Hanim nei suoi ultimi anni | |
Ikbal Consorte Imperiale | |
In carica | 1851 – 25 giugno 1861 |
Nome completo | Principessa Inalipa (alla nascita) |
Nascita | 1838 |
Morte | Istanbul, 11 febbraio 1912 |
Sepoltura | Türbe di Şehzade Ahmed Kemaleddin |
Luogo di sepoltura | Cimitero Yahya Efendi, Istanbul |
Dinastia | Inalipa (per nascita) Casa di Osman (per matrimonio) |
Consorte di | Abdülmecid I |
Figli | Şehzade Abdüllah Naile Sultan Mehmed VI Vahideddin (adottato) |
Religione | Islam sunnita |
Şayeste Hanim (turco ottomano: شایسته خانم, "la migliore"; 1838 – Istanbul, 11 febbraio 1912) è stata una principessa abcasa, consorte del sultano ottomano Abdülmecid I e madre adottiva del sultano Mehmed VI.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]Şayeste Hanim, il cui nome originale è ignoto, nacque nel 1838 come principessa della famiglia abcasa degli Inalipa. Aveva una sorella, Hüsnidil Hanım, che sposò Safvet Pasha, ed era una lontana parente di Kabasalal Çerkes Mehmed Pasha[1][2][3].
Consorte imperiale
[modifica | modifica wikitesto]Mandata alla corte ottomana di Istanbul, Şayeste divenne una consorte del sultano Abdülmecid I nel 1851. Le venne dato il rango di "Sesta Ikbal". Nel 1853, 1854 e 1856 fu via via promossa a Quinta, Quarta e Terza Ikbal.
Diede al sultano un figlio nato morto e una figlia.
Nel 1858 fornì fondi per la costruzione di una moschea a Üsküdar.
Şayeste era nota per la sua vita dispendiosa, a imitazione della consorte Serfiraz Hanim, che la costringeva a chiedere di continuo prestiti, e una volta venne denunciata per il mancato pagamento di questi[4][5][6].
Vedovanza
[modifica | modifica wikitesto]Abdülmecid morì nel 1861 e Şayeste si ritirò nella sua villa. Nel 1861 morì anche Gülistu Kadın, una delle consorti di Abdülmecid, e suo figlio Şehzade Mehmed Vahdeddinin (futuro Mehmed VI, ultimo Sultano dell'Impero ottomano) venne affidato a lei, mentre Mediha Sultan venne affidata a Verdicenan Kadın. Şayeste e Mehmed non andavano d'accordo e, compiuti sedici anni, Mehmed lasciò la villa della matrigna insieme a tre servitori. Abdülhamid II, fratellastro di Mehmed e sultano, assegnò a Mehmed una villa a Çengelköy. In seguito, Mehmed si riappacificò con Şayeste e le costruì un padiglione vicino alla sua villa dove potesse vivere, riconoscendo i problemi che aveva dovuto affrontare nel crescerlo.
Şayeste continuò a partecipare a eventi importanti della dinastia: il matrimonio di sua figlia Naile Sultan nel 1876, quello di Naime Sultan, figlia di Abdülhamid II, nel 1898, e le preghiere del Ramadan, dove sedeva accanto a Rahime Perestu Sultan, moglie legale di Abdülmecid I e Valide Sultan di Abdülhamid II. Fra le sue dame c'era Inşirah Hanım, che sarebbe poi divenuta consorte proprio di suo figlio adottivo Mehmed.
Nel 1912 scrisse al sultano Mehmed V per chiedere fondi per ristrutturare le sue stanze a Palazzo Feriye, ma morì prima di ricevere risposta[7][8][9][10][11][12][13][14].
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Şayeste Hanim morì l'11 febbraio 1912, nel suo padiglione a Çengelköy. Venne sepolta nel mausoleo Şehzade Ahmed Kemaleddin, nel cimitero Yahya Efendi[2][15].
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Da Abdülmecid I, Şayeste Hanim ebbe un figlio e una figlia:[16][17][18]
- Şehzade Abdüllah (3 febbraio 1853 - 3 febbraio 1853). Nato morto.
- Naile Sultan (30 settembre 1856 - 18 gennaio 1882). Chiamata anche Nadile Sultan. Si sposò una volta senza figli.
Inoltre, nel 1861, alla morte di Gülistu Kadin, adottò:[19]
- Mehmed VI Vahideddin (14 gennaio 1861 - 16 maggio 1926). 36º e ultimo Sultano dell'Impero ottomano, salì al trono nel 1918. Sua sorella Mediha Sultan venne invece adottata da Verdicenan Kadın.
Cultura popolare
[modifica | modifica wikitesto]- Şayeste Hanim è un personaggio del romanzo storico del 2009 di Hıfzı Topuz Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman[20].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Açba 2004, p. 109-110.
- ^ a b Brookes 2010, p. 289.
- ^ Sakaoğlu 2008, p. 603.
- ^ Brookes 2010, p. 128, 289.
- ^ Uluçay 2011, p. 216, 231.
- ^ Haskan, Mehmet Nermi (2001). Yüzyıllar boyunca Üsküdar - Volume 1. Üsküdar Belediyesi. p. 136. ISBN 978-9-759-76062-5.
- ^ Bardakçı 2017, p. 6.
- ^ Sakaoğlu 2008, p. 634.
- ^ Açba 2004, p. 110.
- ^ Uluçay 2011, p. 231.
- ^ Sakaoğlu 2008, p. 635.
- ^ Bardakçı 2017, p. 7.
- ^ Brookes 2010, pp. 160, 285.
- ^ Brookes 2010, p. 185.
- ^ Sakaoğlu 2008, p. 603
- ^ Uluçay 2011, p. 216, 231
- ^ Paşa 1960, p. 145-146.
- ^ Brookes 2010, p. 285.
- ^ Bardakçı 2017, p. 6
- ^ Hıfzı Topuz (2009). Abdülmecit: İmparatorluk Çökerken Sarayda 22 Yıl: Roman. Remzi Kitabevi. p. 97. ISBN 978-975-14-1357-4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Uluçay, M. Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.
- Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu Mülkün Kadın Sultanları: Vâlide Sultanlar, Hâtunlar, Hasekiler, Kandınefendiler, Sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-6-051-71079-2.
- Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. ISBN 978-0-292-78335-5.
- Paşa, Ahmed Cevdet (1960). Tezâkir. [2]. 13 - 20, Volume 2. Türk Tarih Kurumu Basımevi.
- Bardakçı, Murat (2017). Neslishah: The Last Ottoman Princess. Oxford University Press. ISBN 978-9-774-16837-6.