Fotocamera a telemetro

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Vista frontale della Ferrania-Galileo Condor I. Ben visibili le due finestrelle del telemetro.
Vista posteriore

La fotocamera a telemetro è una macchina fotografica che incorpora un telemetro per la messa a fuoco.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una delle primissime macchine con un telemetro fu la N°3 Autographic Kodak Special, costruita dalla Kodak nei primi del '900, e consisteva in una fotocamera folding rollfilm con un rudimentale telemetro sottostante la piastra porta obiettivo[1], seguita dalla Contax I del 1932, progettata fra gli altri dal direttore tecnico della Zeiss Ikon, il dottor Heinz Kuppelbender, inventore del telemetro e dell'innesto a baionetta. Da allora diverse fotocamere, professionali e non, hanno utilizzato questo sistema per la messa a fuoco. Fra le italiane, ricordiamo la Ferrania Condor I.

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Immagini visibili nell'oculare telemetrico di una fotocamera Ferrania Condor I (fuori fuoco a sinistra, a fuoco a destra).

Il funzionamento è basato sulla collimazione tra l'angolazione del prisma ottico del telemetro ed il meccanismo di messa a fuoco dell'obiettivo. In pratica, guardando attraverso il mirino del telemetro, il fotografo vede il soggetto "sdoppiato". Agendo sulla regolazione della messa a fuoco, le due immagini si allontaneranno o si avvicineranno, fino a sovrapporsi. A quel punto il soggetto risulterà perfettamente a fuoco.

Questo meccanismo è stato in uso per anni fino all'avvento delle reflex, anche se alcuni fotografi continuano a preferire in determinate circostanze l'utilizzo del telemetro, per esempio quando vogliono evitare i seppur minimi effetti causati dal movimento dello specchio di una reflex. In realtà, dall'assenza dello specchio deriva un ulteriore vantaggio, decisamente più importante: il tiraggio, nettamente inferiore a quello di qualsiasi fotocamera reflex che adotta lo stesso formato di fotogramma, ha permesso la realizzazione di obiettivi grandangolari e normali con una luminosità ed una qualità ottica sensibilmente superiori. Alcuni di essi entrano di molti millimetri oltre la linea del bocchettone d'innesto, cosa spesso impossibile in presenza di uno specchietto interno, perché le lenti posteriori finirebbero con l'invadere lo spazio di cui lo stesso specchio ha bisogno per sollevarsi al momento dello scatto.

I principali sistemi a telemetro comprendono varie ottiche intercambiabili, con focali che vanno dal supergrandangolo al medio-tele. Generalmente, il mirino presenta dei riferimenti, grazie ai quali il fotografo può controllare con una buona accuratezza l'inquadratura, in base alla focale utilizzata in quel momento. Per i supergrandangolari sono disponibili dei mirini aggiuntivi, da montare sulla fotocamera (ad esempio sfruttando la stessa slitta destinata al flash) nel caso che il mirino interno non dovesse avere un angolo di campo sufficiente a mostrare al fotografo tutta l'area "vista" dall'obiettivo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kodaks cameras, The first hundred years, pag.84

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