Felice Pinna

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«Chi era Pinna? Un questore, a Garibaldi amico. Attenzione: fucilazioni di massa dentro al castello antico.»

Felice Maria Pinna (Masullas, 16 dicembre 1819Masullas, 28 gennaio 1890) è stato un poliziotto italiano.

Questore a Bologna dal 1861 al 1865, ricoprì lo stesso incarico a Palermo durante la rivolta del sette e mezzo. A causa dei fatti di Palermo verrà citato in Le parole incrociate, brano dell'artista bolognese Lucio Dalla.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'infanzia e gli studi[modifica | modifica wikitesto]

Felice Pinna nasce a Masullas il 16 dicembre 1819. Il padre, l'avvocato Demetrio Pinna, sposò in seconde nozze donna Rosa Sepulveda, erede della famiglia nobile dei Cony e quindi titolare della Tappa di Insinuazione di Masullas[1]. A soli sei anni di età, Pinna si trasferisce a Cagliari, dove vivrà sino alla laurea in giurisprudenza[1].

La carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il matrimonio, Pinna si trasferisce a Oristano, dove viene assunto come praticante legale dal dottor Efisio Casale[1]. Anziché proseguire la carriera legale, nel 1852 si arruola nella Polizia. Inizia la carriera presso la Questura di Torino, per poi, dopo un anno, essere trasferito come delegato a Cuneo. Nel 1858 viene nominato assessore alla Pubblica Sicurezza a Genova e in seguito promosso delegato a Milano. Nel 1861 ottiene la nomina di Questore a Bologna, dove si insedia l'11 dicembre[2]. Resterà nel capoluogo emiliano sino al 1865, distinguendosi per essere riuscito a combattere la malavita locale organizzata in Balle (combriccole)[1].

L'attentato del 1861[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 dicembre 1861, mentre Pinna percorreva Via Pietrafilla, accompagnato dal delegato Cesari e dall'ispettore Beccarino, un uomo ignoto lanciò verso di loro una vecchia granata[2]. La detonazione ferì solamente, e non gravemente, l'ispettore Beccarini mentre Cesari e Pinna, obbiettivo dell'attentato, rimasero illesi.

Il trasferimento a Palermo e il declino della carriera[modifica | modifica wikitesto]

«Il nostro Questore Avv. Pinna, di cui Bologna ha tanto a lodarsi, parte da noi per Palermo, colà nominato a reggere l'importante ufficio. Prima della sua partenza s'ebbe le visite ed i sinceri auguri della più eletta classe de' cittadini che non dimenticheranno mai l'intelligenza e l'operosità di lui che fece di Bologna la più tranquilla città d'Italia.»

Nel 1865, Pinna lascia la città emiliana dopo quattro anni e viene nominato questore a Palermo, nel tentativo di fermare i continui disordini nella città. Tuttavia il 16 dicembre 1866, oltre 4000 rivoltosi assediarono la questura e la prefettura, prendendo il controllo della città. La rivolta si estese nei paesi vicini, fra cui Monreale. Pinna non riuscì a gestire la situazione[2], e il governo dichiarò lo stato da assedio. Oltre 40 000 soldati sbarcarono nella città che venne pesantemente bombardata. Ci furono migliaia di morti, oltre 200 militari deceduti e centinaia di esecuzioni. Lo stesso Pinna fu colpevole di aver utilizzato tattiche poliziesche poco appropriate[1]. Gli avvenimenti di Palermo compromisero la carriera di Pinna che, tornato a Oristano, ricoprì il ruolo di vice-questore per poi concludere la carriera come questore a Lanusei. Pinna tornò quindi a Masullas, dove morì il 28 gennaio 1890[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Calendario di Masullas 2012 (PDF), su comune.masullas.or.it. URL consultato il 29 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
  2. ^ a b c Comune di Bologna. Biblioteca dell'Archiginnasio, su badigit.comune.bologna.it.
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Nati a Masullas