Fauna and Flora International

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fauna and Flora International
AbbreviazioneFFI
TipoOrganizzazione non governativa
Fondazione1903
ScopoConservare le specie e gli ecosistemi minacciati in tutto il mondo[1]
Sede centraleBandiera del Regno Unito Cambridge
Area di azioneBandiera del Mondo Mondo
PresidenteBandiera dei Paesi Bassi Laurentien Brinkhorst
Sito web

La Fauna and Flora International (abbreviata con l'acronimo FFI) è la più antica organizzazione attiva nella conservazione della fauna selvatica, fondata nel 1903 in Regno Unito.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fauna & Flora International fu istituita a Londra nel 1903, come Società per la Preservazione della Fauna Selvatica dell'Impero (SPWFE).[3] Una figura chiave per la sua fondazione fu Edward Buxton e aveva l'obiettivo di preservare i grandi gruppi di mammiferi dell'Africa meridionale, minacciati dall'invasione degli habitat delle riserve naturali.[3] Tali preoccupazioni erano condivise dagli stessi cacciatori coloniali, che temevano l'estinzione delle diverse specie a causa della caccia eccessiva.[4] Inoltre, i ricchi industriali americani guardavano con fascino alla caccia per fini sportivi, mentre alcuni europei vedevano i paesaggi africani come dei "paradisi terrestri" bisognosi di protezione.[4]

Per tali scopi, la SPWFE fece pressione all'Ufficio Coloniale Britannico fino al 1914, richiedendo di proteggere le aree naturali, controllare il commercio dell'avorio e di modificare la politica di sterminio della fauna per contrastare le mosche tse-tse.[3] Poiché insoddisfatta per le lente politiche di conservazione del governo coloniale britannico, precepite come inefficaci, organizzò nel 1933 la Convenzione Relativa alla Conservazione della Fauna e della Flora allo Stato Naturale.[5] La convenzione introdusse l'idea dei parchi nazionali, immaginati come la soluzione più adeguata per la protezione degli habitat naturali.[5]

All'inizio del XX secolo, raramente le attività della SPWFE si estesero oltre i governi europei, segnando comunque la nascita di un interesse comune per la conservazione dell'Africa e della natura.[5][6] Il suo caso fu reputato dal geografo Roderick P. Neumann come emblematico per le idee conservazioniste dell'era coloniale del Novecento.[4] Dopo la Grande Guerra fu rimosso l'attributo "Wild" dal nome della fondazione, che venne ulteriormente abbreviato nel 1950 in Fauna Preservation Society (FPS).[4] Con l'ampliamento dei suoi obiettivi, è diventata Fauna & Flora Preservation Society (FFPS) nel 1980 e ha assunto il nome attuale nel 1995.[4]

Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Edward Buxton (?-1926);[7]
  • Richard Onslow (1926-1945);[7]
  • Laurentien Brinkhorst (dal 2012).[8]

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Le responsabilità finanziaria, gestionale e legale dell'organizzazione sono affidate al Council of Trustees, presieduto da Liz Rogers (dal settembre 2022).[9]

Le attività quotidiane, invece, sono di competenza del Senior Leadership Team, supervisionato dal Chief Executive Officer (Kristian Teleki dal luglio 2023).[9]

Patroni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Fauna & Flora International, su iwmc.org. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  2. ^ (EN) Flora & Fauna International (FFI), su nairobiconvention.org. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  3. ^ a b c (EN) David K. Prendergast e William M. Adams, Colonial wildlife conservation and the origins of the Society for the Preservation of the Wild Fauna of the Empire (1903–1914), su cambridge.org, 2 luglio 2003. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  4. ^ a b c d e (EN) David Prendergast, Colonial wildlife conservation and the origins of the Society for the Preservation of the Wild Fauna of the Empire (1903–1914), su researchgate.net, aprile 2003, p. 251. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  5. ^ a b c (EN) Kasmira A. Cockerill e Shannon M. Hagerman, Historical insights for understanding the emergence of community-based conservation in Kenya: international agendas, colonial legacies, and contested worldviews, su ecologyandsociety.org, 2020. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  6. ^ (EN) R. Neumann, Dukes, Earls, and Ersatz Edens: Aristocratic Nature Preservationists in Colonial Africa, su semanticscholar.org, 1⁰ febbraio 1996. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  7. ^ a b (EN) Paul Jepson e Robert J. Whittaker, Histories of Protected Areas: Internationalisation of Conservationist Values and their Adoption in the Netherlands Indies (Indonesia), su jstor.org, vol. 8, n. 2, White Horse Press, maggio 2002. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  8. ^ (EN) Our president, su fauna-flora.org. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  9. ^ a b (EN) Governance, su fauna-flora.org. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  10. ^ a b c d (EN) Our Patron, su fauna-flora.org. URL consultato il 5 dicembre 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN147493590 · ISNI (EN0000 0000 9935 9611 · LCCN (ENno98102604 · J9U (ENHE987007368122305171 · WorldCat Identities (ENlccn-no98102604
  Portale Ecologia e ambiente: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Ecologia e ambiente