Ex convento dei Carmelitani Scalzi

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Ex convento dei Carmelitani Scalzi
Facciata principale dell'ex convento
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàUrbino
IndirizzoLargo Renato Bruscaglia
Coordinate43°43′39.88″N 12°38′01.83″E / 43.727744°N 12.633841°E43.727744; 12.633841
Religionecattolica
Arcidiocesi Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneseconda metà del XIV secolo
Completamentofine del XIV secolo
Sito webCenni storici sull'ex convento nel sito web dell'Accademia di Belle Arti

L'ex convento dei Carmelitani Scalzi in Urbino, è stato l'antico convento dei Padri Carmelitani Scalzi. L'ex convento ospita la sede principale della locale Accademia di Belle Arti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sul finire del XIV secolo, la Camera apostolica concesse quel sito alla Comunità dei Servi di Maria, per erigervi la propria chiesa e convento. Fino al 1653, quando Papa Innocenzo X lo soppresse.

Un nuovo convento venne rifondato pochi anni dopo e affidato ai Padri Carmelitani Scalzi. In tale occasione la chiesa ed il convento vennero rifabbricati su disegno dell'architetto padre Gian Battista Bartoli[1].

Il convento perdurò fino all'avvento del Regno d'Italia, quando fu confiscato come altri beni ecclesiastici cittadini. La chiesa fu restaurata e riaperta al culto nel 1936, mentre il convento ebbe varie destinazioni, da sede del Riformatorio, poi di una Casa di Correzione ed infine di una Casa di rieducazione per minorenni, quest'ultima istituzione acquisì anche il grande orto del convento che divenne una colonia agricola per i piccoli detenuti.[2]

Nel 1967 divenne sede della neonata Accademia di belle arti. Mentre l'antico orto del convento venne adibito a giardino pubblico, denominandolo Parco della Resistenza, sotto alla fortezza Albornoz.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

É situato all'inizio di via dei Maceri, sulla sommità della collina detta del Monte, sul confine nord-occidentale del centro storico, tant'è che un lato dell'ex convento poggia su un tratto della cinta muraria cittadina, affacciando su via Bruno Buozzi. Invece segue, per tutta la sua lunghezza, il lato occidentale del tratto pianeggiante di via dei Maceri, che termina all'ingresso principale del Parco della Resistenza (antico orto del convento), poi la via scende lungo il versante collinare fino a via S. Margherita, continuando a costeggiare l'area del parco. Il prospetto su via dei Maceri è piuttosto lungo e segue la curvatura della strada; con la facciata principale dell'ex convento e della chiesa che si vengono a trovare all'estremità settentrionale della via, nella rientranza di largo Renato Bruscaglia. L'estremità meridionale era costuita da un cortile, delimitato sul lato orientale da via dei Maceri e sui lati sud ed ovest dal parco pubblico, dai quali è separato mediante un alto muro di cinta che presenta un'elegante alternanza di pietre e mattoni a vista; mentre il lato nord confina con l'ex convento. Quest'area era stata realizzata sul finire del XIX secolo come cortile per l'ora d'aria dei piccoli detenuti; ma, tra il 2015 ed il '18[3], vi è stata costruita un'aula magna, che ha parzialmente occupato l'area; durante la costruzione del nuovo ambiente sono stati rinvenuti i resti di edifici più antichi[4].

L'ex convento ha una pianta rettangolare, con due volumi aggettanti più piccoli all'estremità settentrionale e meridionale. Si sviluppa su tre piani, con gli ambienti interni disposti tutti intorno ad un lungo corridoio. Presenta un apparato decorativo piuttosto sobrio sia internamente che esternamente; solo il prospetto principale, che da sull'odierno largo Bruscaglia, è abbellito da quattro paraste doriche, sostenenti una cornice sul margine superiore della facciata ed arricchite da una trabeazione, con funzione di cornice marcapiano, tra il piano terra ed il primo piano, interrotta al centro, dall'ingresso principale, costituito da una porta centinata, rialzata su due gradini. Al livello del primo piano si aprono due finestre architravate ed incorniciate. Questo prospetto, come tutte le altre facciate esterne, presenta solo mattoni a vista; sulle altre facciate le decorazioni sono molto ridotte e sobrie, con una piccola cornice sotto la gronda del tetto ed intorno alle finestre. Le finestre del primo piano sul lato occidentale poggiano su una cornice marcadavanzale, interrotta in alcuni punti per l'allargamento di alcune aperture, per ricavarne porte-finestre, abbellite da cornici lapidee. Sempre su questo lato, al livello del piano terra, vi è un arco tamponato con cornice in mattoni e piccoli capitelli dorici in pietra. Il breve prospetto sulle mura è dominato da due grandi finestre centinate al piano terra ed al primo piano. Quest'ultimo prospetto forma un lieve aggetto sull'angolo col prospetto occidentale. Il terzo piano è circoscritto solo sulla parte orientale, subito dietro alla mole della chiesa.

Chiesa della Santissima Annunziata[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso principale della chiesa

Si sviluppa sull'asse nord-sud, con l'abside a sud e l'ingresso verso nord su largo Bruscaglia, mentre il lato orientale prospetta su via dei Maceri, con una facciata segnata da due cornici in mattoni a vista, una a metà e l'altra delimita il margine superiore. Tra le due cornici si aprono due rientranze, una piuttosto estesa dove si trovano due ampie finestre ad arco ribassato e un'altra più piccola sull'estremità meridionale. I lati sud ed ovest confinano con l'ex convento. È ad aula unica rettangolare con cinque altari (il maggiore e quattro laterali, due per lato). L'altare maggiore è inserito in un piccolo presbiterio quadrato, mentre gli altari laterali sono collocati entro nicchie a fondo piano, tra di essi s'inseriscono sei nicchie dove sono collocate le statue di altrettanti Santi, legati all'ordine monastico, a cominciare dal fondo verso l'ingresso troviamo le statue dei profeti Elia e, sul lato opposto, Eliseo, poi Teresa d'Avila e Giovanni della Croce ed infine Simone Stock e Maria Maddalena de' Pazzi. Gli stucchi che decorano gli altari laterali sono stati realizzati dagli artisti Carlo Bazzardi e Francesco Bellotti. Invece l'altare maggiore in marmi policromi è opera di Giovan Francesco Buonamici. Gli altari laterali e le nicchie sono separati da paraste che sorreggono un cornicione su cui poggia la volta a botte. Le finestre sono state ricavate ai lati sopra il cornicione e una sulla facciata. L'esterno presenta una facciata in laterizio con immorsature, che evidenziano il mancato completamento. Nella chiesa si conserva solo una tela dell'apparato decorativo originario, tutte le altre furono confiscate dallo Stato dopo l'Unità d'Italia, e si tratta della Santa Teresa sul primo altare destro, dipinta da Giovanni Battista Mercati[5], ma probabilmente non era la sua collocazione originaria; dato che su questo altare doveva trovarsi la Madonna del Soccorso tra i santi Giovanni Battista e Cristoforo (1539 ca.) di Raffaellino del Colle (ora nella Galleria Nazionale delle Marche). La tela del Mercati doveva invece trovarsi sul secondo altare destro. Sull'altare maggiore vi era in origine la tela raffigurante un'Annunciazione (1603), opera di Alessandro Vitali, uno dei migliori allievi di Federico Barocci, che fu sepolto in questa chiesa. Il dipinto del Vitali è conservato nella Galleria Nazionale delle Marche e al suo posto nella chiesa vi è la tela di un altro pittore baroccesco, Giovan Battista Urbinelli, raffigurante una Madonna con Bambino con i santi Eligio e Rocco, rimaneggiata nei decenni successivi, tanto che la figura di San Rocco sostituì quella originaria di Sant'Ubaldo. Sul secondo altare sinistro si trova la tela di Raffaello Giovanelli, raffigurante un Cristo crocifisso (fine XIX secolo). Gli arredi lignei originari della chiesa furono trasferiti nella chiesa di San Giovanni in Pozzuolo, nei pressi della strada che da Urbino scende verso Urbania. Attualmente la chiesa è inutilizzata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sturm, 2001.
  2. ^ Mazzini, 2000.
  3. ^ Ora d’Aria – Inaugurata l’Aula magna dell’Accademia di Urbino, su tele2000.eu, 9 novembre 2018. URL consultato il 27 marzo 2024.
  4. ^ I lavori all’Accademia di Belle Arti di Urbino svelano le abitazioni abbattute secoli fa, in Il Resto del Carlino, 9 novembre 2015. URL consultato il 27 marzo 2024.
  5. ^ Vastano, 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Mazzini, Urbino - i mattoni e le pietre, Urbino, Argalia editore, 2000, pp. 362-63, ISBN 88-392-0538-1.
  • S. Sturm, Chiesa e convento dei Carmelitani Scalzi (Santissima Annunziata), in G. Cucco (a cura di), Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma 1700-1721, Venezia, Marsilio editore, 2001, pp. 342-344, ISBN 88-317-7862-5.
  • A. Vastano (a cura di), Tesori da scoprire. Il monastero dei Carmelitani Scalzi ad Urbino, Urbino, 2013.

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