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Eremo di Montespecchio

Coordinate: 43°08′14.03″N 11°21′16.05″E
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Eremo di Montespecchio
Esterno
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneToscana
LocalitàMontespecchio (Murlo)
Coordinate43°08′14.03″N 11°21′16.05″E
Religionecattolica
TitolareSanta Maria
OrdineAgostiniani
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzionecirca 1189
DemolizioneXVII secolo

L'eremo di Montespecchio o più correttamente eremo di Santa Maria di Montespecchio è un edificio sacro che si trova nella località omonima a Murlo.

L'eremo è ridotto a un rudere.

In questa zona, nel tardo XIII secolo si era ritirato a condurre vita eremitica un Giovanni al quale, nel 1189 venne donato un terreno da due contadini di Montepescini per edificarvi una chiesa. Nel 1228 la chiesa era già stata costruita, dedicata alla Madonna di Rocamadour e vi era annesso un convento; il patrimonio venne accresciuto in seguito grazie alla donazione di altri terreni circostanti; nello stesso periodo i monaci presenti abbracciarono la regola agostiniana.

Il convento godeva di buone entrate economiche grazie al commercio del marmo nero, cavato nei pressi, e usato nella costruzione della cattedrale senese. Il convento fu per molti secoli il più importante centro di predicazione agostiniana e nel 1449 vi si svolse l'ultimo capitolo delle congregazioni di osservanza agostiniana, con la presenza di quelli che erano i principali personaggi dell'ordine che dovevano discutere le nuove regole dell'Osservanza Regolare.

«L'anno dunque 1449, sotto li 10 Maggio si celebrò il famoso Capitolo con l'intervento del medesimo P. Generale, che deputò il suo Vicario Capitolare il Beato Padre Giovanni Rocco di Pavia venutovi per nome della sua Congregazione di Lombardia insieme coi Padri Maestri Giovanni di Novara, et Giorgio di Cremona [...].Si rinnovò in questo Capitolo la controversia se meglio fosse unir le Congregazioni tutte in un solo corpo assegnandoli un capo solo, che governasse, onde fossero nell'ordine due Generali, uno de Conventuali, l'altro de gl'osservanti, o se meglio si fossero potute, et con minor confusione conservare separate sotto il reggimento di Vicari particolari, che tutti poi riconoscessero un solo P. Generale, qual capo supremo dell'ordine»

Poco dopo il convento entrò a far parte della congregazione dell'eremo di Lecceto comprendente i monasteri che applicavano più rigidamente la regola agostiniana.

Nel XVII secolo gli edifici davano segni di cedimento strutturale causata dalla instabilità geologica dell'area; nel 1687 venne effettuato una perizia da muratori di Vallerano che confermarono la pericolosità dell'edificio. La conseguenza fu l'abbandono del convento. Ma forse non fu l'unica causa; in una memoria del XVIII secolo redatta da un sacerdote di Casciano si trova scritto

«credo fosse più tosto per esser stanchi di più abitare in luogo veramente troppo solitario, et orrido»

I monaci si trasferirono a Crevole e vi rimasero fino al 1782 quando il granduca Pietro Leopoldo soppresse tutti gli ordini religiosi.

La chiesa è stata costruita internamente con il cosiddetto "marmo dell'Orsa" (dal nome di un podere nelle vicinanze) dal colore aranciato, l'esterno propone invece un paramento alternato costituito dalla pietra già citata e da serpentinite, unico edificio religioso a carattere rurale della zona senese ad avere questa caratteristica; la serpentinite è estremamente rara e in genere veniva usata solo per scopi decorativi.

Resta parte dei muri perimetrali interrotti da esili monofore con copertura ad arco a sesto ribassato; la volta, a botte, è crollata; restano anche tracce delle lesene e dei capitelli che sorreggevano l'arco posto a metà della navata.

Nel bosco adiacente sono visibili i pochi resti del convento; le mura perimetrali della chiesa presentano un'inclinazione superiore a quella della torre di Pisa.

  • Erio Rosetti, Luca Valenti, L'altra Toscana. Guida ai luoghi d'arte e natura poco conosciuti, Firenze, Le Lettere, 2003, ISBN 88-7166-694-1.
  • Luciano Scali, Le finestre della chiesa di Santa Maria di Rocamadour a Montespecchio, Murlo, Associazione Culturale di Murlo, 2008.
  • Luciano Scali, L'eremo di Montespecchio. Un monumento da non perdere, Murlo, Associazione Culturale di Murlo, 2010.

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