Episodi di Wonder Showzen (seconda stagione)

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Voce principale: Wonder Showzen.

La seconda stagione della serie animata Wonder Showzen, composta da 8 episodi, è stata trasmessa negli Stati Uniti, da MTV2, dal 31 marzo al 19 maggio 2006.

In Italia è stata trasmessa dal 2006 su FLUX.[1]

Titolo originale Titolo italiano Prima TV USA Prima TV Italia
1 Body 11 marzo 2005
2 Time 18 marzo 2005
3 Knowledge 25 marzo 2005
4 Justice 1º aprile 2005
5 Science 8 aprile 2005
6 Cooperation 15 aprile 2005
7 Mathematics 22 aprile 2005
8 Compelling Television 29 aprile 2005

Body[modifica | modifica wikitesto]

La banda convince la lettera P in sovrappeso a farsi fare la liposuzione.

Time[modifica | modifica wikitesto]

Chauncey di due anni nel futuro provoca il caos nel presente.

Knowledge[modifica | modifica wikitesto]

Centro America visita il programma e la banda si innamora della sua stupidità. Gli hanno permesso di prendere il controllo di Wonder Showzen, trasformandolo in Horse Apples.

Justice[modifica | modifica wikitesto]

La banda rivisita i vecchi tempi dell'America con la schiavitù.

Science[modifica | modifica wikitesto]

Chauncey e Him si intrufolano nel cervello di Wordsworth per aiutarlo ad affrontare le sue paure e diventare un uomo.

Cooperation[modifica | modifica wikitesto]

La banda entra in guerra con una versione bootleg di Wonder Showzen conosciuta come Wondur Showzey. L'accordo di pace prevede che i ricavi siano divisi 60-40 tra i due programmi e l'atto finale include diversi segmenti con un suono che va avanti fino a raggiungere un'esplosione apocalittica.

Mathematics[modifica | modifica wikitesto]

Un intero episodio basato su Horse Apples, in sostituzione all'episodio originariamente mostrato nelle anteprime della settimana.

Compelling Television[modifica | modifica wikitesto]

Clarence sfida le persone a produrre una televisione avvincente. Alla fine scopre che la programmazione perfetta non esiste e decide di lanciarsi con il paracadute da un elicottero, annegando nelle profondità dell'oceano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Flux», la tv ribelle arriva da Internet - Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 16 aprile 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]