Enrico Mattei (giornalista)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Enrico Mattei (Roma, 4 agosto 1902Roma, 13 settembre 1987) è stato un giornalista italiano, direttore del quotidiano La Nazione di Firenze.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Roma nel 1902, dopo la maturità liceale iniziò a scrivere articoli per il quotidiano romano Il Tempo fondato e diretto da Filippo Naldi, e poi per il Giornale di Roma come cronista parlamentare.[1] Venne notato da Giuseppe Natale, direttore del quotidiano napoletano Il Giorno[2], che lo assunse come vice-corrispondente dalla capitale[1].

Assunto alla Stampa seguì per il quotidiano torinese il viaggio di Mussolini in Libia nel 1937 inviando reportages che celebravano la figura del duce[3]. Dopo la guerra passò, con l'incarico di notista politico, alla concorrente Gazzetta del Popolo. Risale a questo periodo l'ideazione del cosiddetto pastone, cioè di un articolo che, assemblando notizie di varia fonte, sintetizza per i lettori le novità politiche quotidiane provenienti dalla Capitale (incontri e dichiarazioni di politici, comunicati delle segreterie di partito). Mattei viene tuttora considerato l'inventore e il "re" del pastone[1][4]

Nel 1953 fu assunto dal gruppo editoriale La Nazione-Il Resto del Carlino,[1] dell'imprenditore ravennate Attilio Monti e nel 1961 fu chiamato, in sostituzione di Alfio Russo, alla direzione del quotidiano fiorentino La Nazione, incarico che mantenne sino al 1970, quando gli subentrò Domenico Bartoli.

A differenza di altri giornalisti, noti e importanti al pari di lui, Mattei non ha lasciato, oltre ai consueti articoli, altre pubblicazioni di rilievo. Scrisse unicamente qualche introduzione e prefazione. [5] Riteneva, infatti, che «Un vero giornalista non deve mai scrivere un libro; se lo scrive diventa un'altra cosa».[1]

Morì in una clinica romana, dove era ricoverato, nel 1987 a ottantacinque anni.[6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine al Merito Civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1986 - «Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione».[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Fonte: E. Marcucci, Giornalisti grandi firme, riferimenti in Bibliografia.
  2. ^ Quotidiano fondato nel 1903 dallo stesso Giuseppe Natale e Matilde Serao.
  3. ^ Pierluigi Allotti, Giornalisti di regime, Carocci, 2012, pp.80-84
  4. ^ Enzo Forcella, la Repubblica, 1987. Riferimenti in Collegamenti esterni.
  5. ^ La prefazione al libro di Franco Nencini, Firenze, i giorni del diluvio, Firenze Sansoni, 1966. La prefazione al libro di Ulderico Munzi, Matusa , Roma-Bologna, Il Sagittario, 1968. La presentazione al volume Ombra su Praga. Dodici litografie originali a colori di Luciano Guarnieri. 10-28 febbraio 1969, Milano, Galleria Levi, 1969. L'introduzione a L'economia comunista di Renato Pavetto, Firenze, Vallecchi, 1972. La prefazione a Un anno in trincea. I dodici mesi della svolta visti dall'osservatorio de La notte, dello scrittore e giornalista Livio Caputo, Sesto S. Giovanni 1980.
  6. ^ Morto giornalista Enrico Mattei, su archiviolastampa.it, Stampa Sera, Archivio storico, 14 settembre 1987, p. 9. URL consultato l'8 luglio 2017.
  7. ^ Riconoscimento Granzotto, su premioestense.com. URL consultato il 23 dicembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugenio Marcucci, Giornalisti grandi firme. L'età del mito, seconda edizione, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005, p. 299 e seg. Testo parzialmente consultabile in Google Libri.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore de La Nazione Successore
Alfio Russo 14 ottobre 1961 - 20 giugno 1970 Domenico Bartoli
Controllo di autoritàVIAF (EN90258153 · ISNI (EN0000 0000 6220 4018 · SBN MODV546967 · LCCN (ENno2012099150 · BNF (FRcb16484587k (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2019089108