Edmond Acar

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Edmond Acar (Beirut, 8 agosto 1926Beirut, 1º giugno 2014) è stato un imprenditore libanese naturalizzato italiano.

Figlio più giovane di Gergeis Acar, un personaggio di rilievo proveniente dal clan Nehme, una famiglia prominente di Deir el Qamar, e Benoite Blaybel, un'aristocratica di Bickfaya, Libano, crebbe nella casa di famiglia a Sin el Fil. Studiò all'Ecole des Frères, ossia la Scuola Salesiana di Beirut, e alla fine si trasferì a Parigi per studiare economia alla Sorbona. Prima di terminare la sua laurea, tornò in Libano per iniziare a lavorare con una delle aziende di suo padre. Successivamente fondò un'azienda di lavori pubblici che iniziò a costruire e modernizzare infrastrutture pubbliche, come autostrade, ponti, piste d’atterraggio, prima in Libano e poi in altre parti del mondo come Libia, Arabia Saudita, Canada, Australia, ecc. [1]

Attività dal 1972

[modifica | modifica wikitesto]

Si impegnò in diverse iniziative insieme alla sua attività principale, nel settore bancario, del tabacco e altri sviluppi. Il 22 Maggio 1972 fu insignito del titolo di Cavaliere della Stella d’Italia dall'allora Ministro degli Affari Esteri Aldo Moro per i suoi servizi nel campo dei lavori pubblici, e la ristrutturazione della Scuola Italiana di Beirut.[2]

Durante la guerra civile libanese, uno dei suoi edifici nella parte ovest di Beirut fu occupato da Yasser Arafat, portando l'esercito israeliano a lanciare la prima bomba ad implosione mai lanciata su di esso. Fu rapito due volte, prima da milizie palestinesi e poi dagli Hezbollah, e fu rilasciato in cambio di terreni.[3]

Era sposato con Lidia Floris, un'italiana cresciuta tra la Lombardia e il Libano, figlia di Giulio Floris, ex console generale onorario dell'Italia in Medio Oriente, e Giuseppina Brughera. Ebbe quattro figli: Iskandar, Nayla, che sposò Cheikh Fady Gemayel, ex presidente degli industriali del Libano, l'artista e filantropa Nada, e l'artista e filantropa Nahia, ex moglie del Dr. Sami Helou.[4] Era un caro amico della famiglia del presidente Camille Chamoun, che era solita passare le estati nel cascinale su via Ariana, casa di campagna degli Acar a Velletri, in Italia. Suo fratello Joseph Acar e il cognato Naja Tabet operavano anch'essi nel campo dei lavori pubblici, portando sviluppo in Libano. Era cugino del Dr. Jacques F. Acar, famoso medico esperto di Infettivologia.

  1. ^ Scuola Salesiana di Beirut, LA SCUOLA ITALIANA MASCHILE DI BEIRUT (PDF), in SDBLIBANO 3, Capitol III.
  2. ^ Onorificenze Repubblica Italiana, su quirinale.it.
  3. ^ Georges Boustany, Le bombardement de l’immeuble Acar, un crime oublié, in L'Orient le Jour, 12 novembre 2022.
  4. ^ Michel Taube, Dr Fady Gemayel, président de l’Association des industriels libanais : « La France peut aider le Liban à recouvrer son identité, celle d’un Etat libéral », in Opinion Internationale, 31 agosto 2020.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie