Ebe (Canova)
Ebe | |
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Autore | Antonio Canova |
Data | Dal 1796 al 1817 |
Materiale | Marmo bianco |
Ubicazione | Diverse collocazioni |
Ebe è il nome dato a una serie di sculture realizzate da Antonio Canova dal 1796 al 1817.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Della statua esistono ben quattro versioni, autografe di Canova, oltre all'originale modello in gesso. La prima fu eseguita nel 1796 su commissione del conte Giuseppe Giacomo Vivante Albrizzi e venne inviata a Venezia poco prima della fine dell'anno 1799; questi la vendette nel 1830 al re di Prussia Federico Guglielmo III. Questo primo esemplare oggi si trova presso l'Alte Nationalgalerie a Berlino.
La seconda versione dell'Ebe, invece, fu scolpita su richiesta di Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone; esposta nel Salon di Parigi nel 1808, l'opera entrò a far parte delle collezioni imperiali russe nel 1815,[1] ed oggi è esposta al Museo dell'Hermitage di San Pietroburgo.
Ambedue le versioni destarono aspre critiche. A non piacere erano l'impiego del bronzo per la coppa e di una patina rosata applicata per conferire verosimiglianza all'incarnato dell'Ebe, la presenza di una nuvola ai suoi piedi (motivo desunto dal repertorio figurativo barocco e pertanto sentitamente disprezzato) e la mancanza di espressione nel suo volto. Ai diversi detrattori Canova rispose in questo modo:
«Mi sarebbe stata cosa assai facile il dargliela [l’espressione] ma certamente alle spese di essere criticato di chi sa conoscere il bello; l’Ebe sarebbe diventata una baccante» |
Non mancarono, tuttavia, gli entusiasti ammiratori, come Ippolito Pindemonte, che dedicò all'opera alcuni versi: «O Canova immortal, che addietro lassi / L'italico scalpello, e il greco arrivi ...».[2]
Canova, in ogni caso, eseguì altre due versioni dell'Ebe: una fu scolpita nel 1814 e destinata a Lord Cawdor (oggi si trova a Chatsworth, nel Regno Unito), mentre l'altra fu eseguita nel 1817 su commissione della contessa Veronica Zauli Naldi Guarini, la quale intendeva rendere più sontuosa la propria abitazione a Forlì. Oggi quest'ultima l'opera è esposta all'interno pinacoteca civica situata presso i Musei di San Domenico della città romagnola. In queste ultime due versioni Ebe non è più sostenuta da una nuvola, bensì si appoggia a un tronco d'albero, in seguito alle virulente critiche delle quali abbiamo già parlato. Il modello in gesso, donato da Canova al discepolo Pompeo Marchesi, è oggi esposto alla Galleria d'arte moderna di Milano.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
«E fra l’altre immortali ultima venne / rugiadosa la bionda Ebe, costretti / in mille nodi fra le perle i crini, / silenzïosa, e l’anfora converse» |
— Ugo Foscolo, Il velo delle Grazie, vv. 193-196 |
In questo paragrafo tratterremo la descrizione della Ebe di San Pietroburgo, la seconda in ordine cronologico; d'altronde, le varie redazioni differiscono solo per alcuni piccoli particolari (come il tronco in luogo della nuvola).
L'opera raffigura la dea Ebe, figlia di Zeus e di Era e ancella e coppiera delle divinità dell'Olimpo. Ebe è raffigurata mentre incede con passo lieve, quasi da danzatrice, immersa in un atteggiamento riverente e silenzioso. Sospesa su una nuvola, la dea presenta una ricercata acconciatura raccolta in un diadema e mossa da un soffio di vento; il suo busto è nudo, mentre la parte inferiore del corpo è ammantata in un drappo che, con le sue pieghe fitte e complesse, ne esalta il corpo flessuoso.[3]
Ricalcando la composizione di diverse statue ellenistiche, Canova decise di far reggere alla giovane dea un'anfora e una coppa di bronzo, materiale di cui è fatto anche il nastro dei capelli: come già accennato, dopo il completamento dell'opera furono in molti a criticare l'ardita presenza del bronzo, giudicandola un affronto all'idea di purezza, associata all'uso del solo marmo.
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Ebe, Berlin Alte Nationalgalerie
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Modello in gesso, Civica galleria d'arte moderna (Milano)
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Chatsworth House - Derbyshire, England
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ S. Vecchio, Ebe: Canova, Antonio, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali, 2003. URL consultato il 7 novembre 2016.
- ^ Massimiliano Pavan, CANOVA, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 18, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1975, SBN IT\ICCU\RAV\0018896. URL consultato il 1º novembre 2016.
- ^ Giorgio Cricco, Francesco Di Teodoro, Il Cricco Di Teodoro, Itinerario nell'arte, dall'età dei lumi ai giorni nostri, 3ª ed., Bologna, Zanichelli, 2012, p. 1409.
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