EXOSAT

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EXOSAT
Immagine del veicolo
Dati della missione
OperatoreBandiera dell'Unione europea ESA
NSSDC ID1983-051A
SCN14095
Satellite diTerra
EsitoSuccesso
VettoreDelta
Lancio26 maggio 1983
Luogo lancioVandenberg Air Force Base, Stati Uniti
Proprietà del veicolo spaziale
Potenza250 W, dopo 3 anni 165 W
Massa510 kg
CostruttoreMesserschmitt-Bölkow-Blohm
Strumentazione
Parametri orbitali
Eccentricità~ 0,93
Horizon 2000
Missione precedenteMissione successiva
Cos-B XMM-Newton

EXOSAT è l'acronimo di European X-Ray Observatory Satellite, e indica uno dei primi satelliti artificiali sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) e lanciato il 26 maggio 1983.[1][2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo scopo della missione era l'osservazione delle nane bianche, delle stelle di neutroni, dei buchi neri e di altri fenomeni astronomici attraverso le radiazioni X emesse[3]. Le informazioni raccolte dall'EXOSAT (la cui missione durò fino al 1986) hanno permesso all'Europa di conquistare una posizione dominante in questo campo della ricerca.

L'ESA, partendo da questa missione, ha fatto dell'osservazione ai raggi X una delle caratteristiche principali del suo programma Horizon 2000 e ha poi lanciato anche il satellite XMM-Newton nel 1999.

Il carico consisteva in tre tipi di strumentazione:[4]

Il satellite era per quell'epoca particolare, perché portava a bordo un computer che agevolava molto il lavoro dei tecnici a terra e consentiva ai ricercatori di modificare la gestione dei dati dei programmi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tutto ebbe inizio nel 1973, quando fu approvata la missione[5], e continuò nel 1977, quando fu finanziata. Il lancio del satellite avvenne il 26 maggio 1983 mediante un razzo vettore Delta presso la base Vandenberg dell'USAF ed il satellite rimase operativo fino al 9 aprile 1986;[6] esso pesava 510 kg, aveva un'altezza di 1,35 m ed un diametro di 2,1 m. Durante il periodo di operatività fece 1780 osservazioni sui più svariati oggetti[7], inclusi nuclei attivi di galassie, corone stellari, variabili cataclismiche, nane bianche, binarie a raggi x, ammassi di galassie, e resti di supernove.

L'orbita era molto diversa da quelle dei precedenti satelliti che studiavano i raggi X, perché era stata pensata per utilizzare le occultazioni lunari per la determinazione della posizione delle sorgenti X (tale modalità non fu mai utilizzata in quanto superata dalle capacità di imaging dei telescopi inseriti successivamente nel carico). L'apogeo era di 191 878 km ed il perigeo di 340 km, × 70,5°[8]; gli strumenti operavano ad una altezza sopra i 50 000 km, al di fuori della cintura di radiazioni, e ciò permetteva un lavoro fino a 76 h, per un periodo dell'orbita di 90 h.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Key dates 1960-2018, su www.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  2. ^ Hanneke Weitering, On This Day In Space: May 26, 1983: Europe launches EXOSAT X-Ray Telescope, su astronomy.com, 26 maggio 2023.
  3. ^ EXOSAT Home Page - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  4. ^ EXOSAT Payload - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  5. ^ (EN) Key dates 1960-2018, su www.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  6. ^ EXOSAT Home Page - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  7. ^ EXOSAT Home Page - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  8. ^ EXOSAT Home Page - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.
  9. ^ EXOSAT Home Page - EXOSAT - Cosmos, su www.cosmos.esa.int. URL consultato il 7 luglio 2022.

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