Duomo di Cortona
Duomo di Cortona | |
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Stato | <span style="margin:0px ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Cortona |
Coordinate | 43°16′35″N 11°59′03″E |
Religione | Cristiana cattolica di rito romano |
Titolare | Maria |
Diocesi | Arezzo-Cortona-Sansepolcro |
Stile architettonico | romanico, rinascimentale |
Inizio costruzione | XI secolo |
Completamento | XV secolo |
La Concattedrale di Santa Maria Assunta, anche conosciuta come Duomo di Cortona, è la chiesa principale della città toscana.
Storia
Edificata sui resti di un tempio pagano e documentata come pieve nel secolo XI, non fu scelta come cattedrale quando nel 1325 venne istituita la diocesi cortonese, ma i locali annessi furono usati come residenza vescovile.
Nel 1507 papa Giulio II pose fine a questa anomalia trasferendovi il titolo di cattedrale dalla chiesa suburbana di San Vincenzo. Quasi in previsione del nuovo ruolo che avrebbe svolto, nella seconda metà del Quattrocento si decise il rifacimento interno.
Descrizione
La lettura delle forme rinascimentali è oggi inficiata da interventi successivi che nascondono la più rigorosa ed elegante partitura originaria. Infatti risale agli inizi del Settecento la volta a botte che copre la navata mediana, ridipinta nell'ultimo ventennio del secolo XIX dal cortonese Giovanni Brunacci; nella stessa epoca furono aperte le finestre ovali, poco più tardi costruito l'arcone trionfale, e dopo la metà del secolo messa in opera la pavimentazione.
La pianta longitudinale è divisa in tre navate scandite da colonne con capitello e pulvino di ispirazione brunelleschiana. Anche la facciata che lascia intuire la partizione interna reca tracce di interventi che si sono susseguiti in epoche diverse. I resti più antichi risalgono alla facciata medievale romanica e sono un pilastro con capitello e colonnette agli angoli e una parte di un grande arco; la loro collocazione testimonia quanto fosse più basso il piano dell'antica pieve, rialzato quando fu lastricata la piazza. Ricordi medievali sono anche la lunga e stretta finestra e una lastra marmorea con uno stemma trecentesco.
Il lato destro è affiancato da un loggiato che venne fatto costruire alla fine del Cinquecento e che portò alla tamponature delle finestre che si aprivano verso mezzogiorno, mentre il robusto campanile risale alla seconda metà dello stesso secolo.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/38/Cortona-catedral-2.jpg/200px-Cortona-catedral-2.jpg)
L'interno è ricco di opere, molte delle quali provengono da chiese cortonesi distrutte o soppresse. Collocata sull'altare Capulli nella navata sinistra si trova la tela con l'Adorazione dei pastori di Pietro da Cortona e aiuti, databile al 1663 circa. È probabile che il collaboratore sia da individuare in Lorenzo, secondo cugino del Berrettini, i cui modi sono soprattutto riscontrabili nella figura della Madonna e del figlioletto. Legato alla figura di Pietro da Cortona è anche Andrea Commodi che ebbe il Berrettini come giovanissimo allievo durante il suo soggiorno cortonese fra la fine del primo e gli inizi del secondo decennio del Seicento. Al Commodi si deve l'interessante tela della Consacrazione della chiesa del Santissimo Salvatore (1607), trasportata nel coro del Duomo alla fine del Settecento dall'oratorio del San Salvatore per il quale era stata realizzata.
Sempre nel coro si conserva la tavola con la Discesa dello Spirito Santo, databile fra il 1528 e il 1529 e attribuita a Tommaso Bernabei detto il Papacello. La rappresentazione della Pentecoste trova qui un'iconografia curiosa e originale con gli astanti che da un cornicione osservano la Madonna e gli Apostoli collocati nel piano inferiore. Oltre a citazioni più colte (Raffaello e Baccio Bandinelli) il Papacello richiama se stesso nel paesaggio archeologico dello sfondo, ripetuto dal ciclo da lui stesso affrescato nel Palazzone Passerini di Cortona.
La sacrestia della cattedrale conserva numerose testimonianze di oggetti di culto, alcuni dei quali di notevole qualità. Ne è un esempio il calice lasciato in eredità dal vescovo Gherardi nel 1749: in oro zecchino decorato a sbalzo e bulino, è uno degli oggetti più significativi dell'oreficeria del Settecento, probabilmente di manifattura romana come tre dei quattro busti reliquiario che vengono esposti solo in rare ed importanti cerimonie. Accanto ad oggetti di oreficeria si conservano importanti pianete del Sei-Settecento, fra le quali una seicentesca splendidamente ricamata ed un parato in terzo, sempre del Seicento, decorato col motivo della melagrana.
Organo
Nell'ultima campata della navata laterale destra, sopra una cantoria in cornu Epistulae, si trova l'organo a canne storico, costruito nel 1839 dal fiorentino Antonio Ducci al posto di uno cinquecentesco di Giovanni di Antonio, che era stato ricostruito più volte. L'organo, a tastiera unica e pedaliera con ottava scavezza, è sprovvisto di mostra e il prospetto è costituito da tre cuspidi di undici canne ciascuna, inserite in un vano ad arco nella parete. Di seguito la disposizione fonica dello strumento in base alle manette che comandano i vari registri nelle due colonne della registriera:
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Opere già in loco
Nel Museo diocesano sono esposti alcuni arredi provenienti dal Duomo: dal parato in quarto donato nel 1526 dalla famiglia Passerini, vero capolavoro dell'arte tessile rinascimentale, al prezioso reliquiario donato ai cortonesi da Jacopo Vagnucci nel 1458, alla bella Maestà di Pietro Lorenzetti, anteriore al 1320, che ancora nel primo decennio del Novecento era conservata in Duomo.
Altre immagini
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Madonna del pianto, terracotta, secolo XIII
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Lorenzo Berrettini: Madonna, il Bambino e santi, secolo XVII
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Cappella delle reliquie
Voci correlate
Altri progetti
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