Ducula rosacea

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Piccione imperiale testarosa
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Columbiformes
Famiglia Columbidae
Sottofamiglia Raphinae
Tribù Ptilinopini
Genere Ducula
Specie D. rosacea
Nomenclatura binomiale
Ducula rosacea
(Temminck, 1836)

Il piccione imperiale testarosa (Ducula rosacea Temminck, 1836) è un uccello della famiglia dei Columbidi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il piccione imperiale testarosa è lungo 39–44 cm e pesa 360-395 g[3]. La colorazione generale è grigio rosato mentre le ali, le parti superiori sono grigio scuro, le ali hanno dei leggeri riflessi bluastri[3]. L'iride è marrone scuro, la pelle attorno agli occhi è rossa, il becco grigio e le zampe rosse[3]. I sessi sono simili[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La sua principale fonte di cibo è rappresentata dai frutti di ficus. Si raggruppa in stormi di 20 individui[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il piccione imperiale testarosa è un tipico abitante delle zone di bassa quota raggiungendo talvolta i 1200 metri. Il suo habitat è costituito dalle foreste primarie, secondarie e aree coltivate rimanendo nella parte alta degli alberi[3]. La sua ampia distribuzione include in genere le isole di piccole dimensioni e le zone costiere del mare di Giava e di Flores, Piccole Isole della Sonda e isolotti circostanti[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN classifica D. rosacea come specie prossima alla minaccia[1].

Si tratta di una specie comune e non timorosa poiché si adatta anche nelle zone trasformate dall'uomo[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2012, Ducula rosacea, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Columbidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 19 maggio 2014.
  3. ^ a b c d e f g h David Gibbs, Eustace Barnes and John Cox, Pigeons and Doves – A Guide to the Pigeons and Doves of the World, Sussex, Pica Press, 2001, ISBN 90-74345-26-3.

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