Donna lombarda

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Donna lombarda è un canto popolare antichissimo, considerato fra i più diffusi nell'Italia settentrionale[1], ma conosciuto anche in quella centro-meridionale. Narra la storia di una donna che viene invitata dall'innamorato ad uccidere il marito con del veleno cavato da un serpente, ma un bambino (di "pochi anni" o "pochi mesi", a seconda della versione), denuncia a colui che chiama "caro padre" il tentato assassinio e questi obbliga la donna a bere anche lei l'intruglio.

Radici storiche[modifica | modifica wikitesto]

Costantino Nigra studiò il canto nel suo Canti popolari del Piemonte[2] (1888). Basandosi sugli scritti di Paolo Diacono e Gregorio di Tours, Nigra fece risalire le origini del testo al VI secolo d.C.[2], identificando la protagonista nella regina dei Longobardi Rosmunda, che avvelenò il marito Elmichi, istigata dal prefetto bizantino Longino.[2] Autori più recenti riscontrano alcune incongruenze di carattere storico e linguistico nell'analisi di Nigra.[1]

Interpreti[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi gruppi e artisti contemporanei hanno interpretato una propria versione del canto; tra essi si annoverano:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia, Donzelli Editore, 2005, pp. 264-266, ISBN 88-7989-943-0.
  2. ^ a b c Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte, Giulio Einaudi, 1957, pp. 3-34.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte, Giulio Einaudi 1957