Discussione:Santuario della Madonna del Sasso (Orselina)

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Riportato qui il testo integrale della lapide

A Dio ottimo e massimo. Questo luogo del sasso fu donato ai frati minori di San Francesco dalla famiglia Masina del Monte. Fra' Bartolomeo da Ivrea vi abitò dopo aver costruito un oratorio dedicato alla beatissima Madre di Dio nel 1485. Alessandro VI ne fece libera concessione al detto ordine nel 1498. Leone X lo dichiarò esente da ogni altra giurisdizione. Filippo Archinte, vescovo di Como, consacrò la chiesa il 1º maggio 1616. Lodovico conte di Sarego, vescovo di Adria e nunzio apostolico, incoronò l'effige della Madre di Dio nel 1617. Il padre Giovanni Felici Luciago di Brescia, maestro e ministro provinciale, in visita a Milano, ordinò di posare questo perpetuo monumento, prescritto allora dal padre Giacomo da Bagnacavallo, maestro e generale del suddetto ordine, e ora da padre Felice da Cassina, maestro e vicario generale apostolico, ai padri Giovanni Battista Tomeo baccalaureato e guardiano, Benedetto Rovere maestro e vicario di questo luogo, tramite il signor Melchiorre Lussi, scriba presso gli illustrissimi e potentissimi signori dei sette Cantoni cattolici e i Signori Cavalieri Cristoforo Orelli, Giovanni Antonio Marcacci Fiscale, e Giovanni Antonio Mainoli che, in qualità di Sindaci, curano la costruzione di questa augustissima casa per volontà dei superiori del detto ordine. Il 10 luglio 1624.


Riportato anche il testo della pergamena

Nel nome del Signore. Amen. Nell'anno della sua nascita 1487, il venerdì 15 giugno, il reverendissimo in Cristo padre signor Rolando Vescovo di Antarado, suffraganeo e luogotenente del reverendissimo signor Branda di Castiglione, vescovo di Como, consacrò l'altare di Santa Maria Avvocata, così pure la domenica 17 dello stesso anno e mese, consacrò l'altare della Pietà e la chiesa vicina. E perché tale chiesa ed oratorio fu innalzato dal venerabile religioso frate Bartolomeo da Ivrea e construito dalle fondamenta, e inoltre perché ivi si è sviluppata una somma devozione di Locarno e delle terre circonvicine, consacrò detto oratorio e chiesa a onore e gloria della beata Maria vergine santissima avvocata. E non essendo conveniente che una chiesa consacrata sia senza una direzione e governo, affinchè il culto divino e della gloriosissima Vergine si possa accrescere, e anche perchè il suddetto frate possa vivervi la sua vita in pace e quiete, riaffidò la detta chiesa e oratorio al convento dei frati di Locarno e all'ordine del beato Francesco e anche allo stesso illustre principe. Stabilì che frate Bartolomeo da Ivrea finchè vivrà lo governi e possegga per l'onore di Dio e della Vergine gloriosa, con tutti gli onori e oneri, proventi, elemosine; e ciò sotto pena di scomunica a chiunque, affinchè, per causa di detto luogo non sia molestato e disturbato da nessuno.


Riportato ancora il testo riguardante le questioni della Riforma protestante, che non riguardano direttamente il santuario

Il XVI secolo porta con se anche a Locarno il vento della Riforma protestante. Nel 1522 Giovanni Orelli, suo figlio Luigi e Giovanni Muralti iniziano la predicazione della riforma. Negli anni 1530 il sacerdote riformato Giovanni Beccaria aprì nel borgo una scuola improntata ai principi della Riforma. Il 5 agosto 1549 il commissario Nicolao Wirz indisse una disputa pubblica, in cui si confrontarono l'arciprete di Locarno Morosini e il Beccaria, giuntovi con il domenicano padre Lorenzo e un innominato custode della cappella del Sasso. Nel 1550 i due cantoni di religione mista di Appenzello e di Glarona furono costituiti arbitri della situazione, con il compito di rappacificare gli animi. Il 3 marzo del 1555 le 53 famiglie riformate di Locarno abbandonano il borgo.

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