Discussione:Il Pordenone

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dopo aver spostato e cancellato vari redirect, copie e incollo questa discussione, originariamente nell'articolo Giovanni Antonio de'Sacchis

cito:

L'articolo, per altro molto modesto, è stato spostato al titolo Giovanni Antonio de'Sacchis - Gac 21:27, 3 gen 2006 (CET)[rispondi]

A chi ha scritto che trattasi di cosa modesta sfugge , come era stato scritto nella versione, emendata che l'artista era più noto come "il Pordenone" , si annota altresì che il Vs sito nella versione inglese da ampio invece spazio ad artista italiano che qui risulta ignoto !!!!

È quello che ho detto anch'io :-) L'articolo è modesto, ma se vuoi scriverlo sei il benvenuto. Ciao Gac 21:41, 3 gen 2006 (CET)[rispondi]



--Enne 17:28, 11 gen 2006 (CET)[rispondi]


Non sarebbe stato meglio, come si fa normalmente, lasciare il titolo con il nome con redirect da Il Pordenone (e aggiungerei nota disambigua in Pordenone...) --MM (msg) 22:51, 12 gen 2006 (CET)[rispondi]

Boh. Sarà il mio essere sacilese, ma non ho mai saputo il nome del Pordenone, quindi forse il redirect è nel senso giusto. Ok per la disamb sulla città. -- .mau. ✉ 23:02, 12 gen 2006 (CET)[rispondi]


Il sprannome esatto è il Pordenone, come il Perugino, ecc... ho preferito eliminare Pordenone, visto che nell'80 per cento dei casi si cerca la città e raramente il pittore, mentre per Caravaggio, che poi il nome corretto sarebbe il caravaggio, è il contrario nell'80 per cento si cerca il pittore e pochi cercano la città, solo per un fatto di praticità nella ricerca, si per la disambigua, ma non sarebbe meglio mettere nell'articolo sulla città pordenone, una striscia con scritto se stai cercando informazioni sul pittore vedi la voce il pordenone --Enne 09:18, 13 gen 2006 (CET)[rispondi]


è quello che intendevo, vedi ora. -- .mau. ✉ 09:29, 13 gen 2006 (CET)[rispondi]

ah si heheheheeh, avevo capito che bisognava fare un pagina vera e propia di disambigua --Enne 15:46, 13 gen 2006 (CET)[rispondi]

sono l'utente che aveva scritto inizialmente qualche riga sull'artista, in realtà all'inizio avevo indicato proprio come "il Pordenone" , per la classifica come De' Sacchis hanno poi provveduto i redattori

incollo una discussione su la voce[modifica wikitesto]

CITO:

ENNE:non lo so, ma sono estremamente contraroio al modo in cui hai risoistemasto l'articolo 1, mi spiego una biografia di un'artista è composta non solamente da il tipo è stato qui ha incontrato quello, ha visto quello, ma sopratutto dalle opere che ha fatto e da come le ha fatte, ora la lista opere è importante ma prima va fatta una biografia, poi una lista opere, il modello, messo così sembra uno schema non una voce, per me è da fare il rollback e lasciare la lista opere rimodellanmdola, es:

Giovanni Antonio de' Sacchis, detto il Pordenone (Pordenone 1484 - Ferrara 1539), fu un pittore italiano, citato dal Vasari, che però gli dedicò un paragrafo indentificandolo però come Giovanni Antonio Licinio e definendolo "il più raro e celebre [...] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti".

Il suo stile, dopo il contatto con la grande maniera romana, di Raffaello e Michelangelo, si indirizzò verso una maniera magniloquente, in un'originale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare, quest'ultimo carattere preminente nei lavori destinati alla provincia. [modifica]

Biografia

La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e, secondo il Ridolfi, sotto Pellegrino da San Daniele, probabilmente la sua formazione ecclettica agli inizi oltre che sull'esempio di Andrea Mantegna, si formò sulle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici, del 1506 è un affresco su un pilastro del Duomo di Pordenone e il trittico ad affresco raffigurante San Michele Arcangelo, Giovanni Battista e Valeriano, realizzato per la chiesa di Santo Stefano a Valeriano.

Prima del 1508 realizza il ciclo di affreschi nella chiesa di San Lorenzo a Vacile, presso Spilimbergo, con nella volta: Cristo risorto, Profeti, Evangelisti e Dottori della Chiesa; sulle pareti: Storie dei santi Lorenzo e Sebastiano, Apostoli e Resurrezione di Cristo. Del 1511 è la Madonna e santi, conservata alle veneziane Gallerie dell'Accademia, con la Vergine disposta frontalmente su un alto trono marmoreo. Tra il 1511-13 lavora ai perduti affreschi della cappella gentilizia del castello di San Salvatore a Collalto e tra il 1513-14 eseguì, per la parrocchiale di Vallenoncello una Madonna e santi, in quest'ultimo anno, realizzò la decorazione ad affresco dell’abside della chiesa di Sant’Ulderico a Villanova con i Padri della Chiesa, profeti ed evangelisti. Tra il 1514 e il 1515 fu a Roma, a contatto con l'opera di Raffaello e Michelangelo.

Del 1515 è la pala con la Madonna della Misericordia per il Duomo di Pordenone, e del 1516 è il Cristo affrescato nella volta della chiesa di San Pietro a Travesio. Nel 1518 eseguí ad Alviano, in Umbria, l’affresco con la Madonna e santi e alcuni fregi nella rocca degli Alviano allora signori anche di Pordenone. Nel 1519 decora la cappella dell’Annunziata del Duomo di Treviso, su commissione del canonico Brocardo Malchiostro.

Nel 1521 lavorò nella Cattedrale di Cremona, realizzando: il Cristo davanti a Pilato, la Salita al Calvario, il Cristo inchiodato alla Croce, la Deposizione, dove sviluppa una nuova forma di narrazione, insieme solenne e discorsiva, caratterizzata da virtuosistici scorci prospettici; nel 1521 circa, nella controfacciata dello stesso duomo affrescò la Crocifissione. Del 1524 sono le portelle dell’organo del Duomo di Spilimbergo con l’Assunzione della Vergine, la Caduta di Simon Mago e la Conversione di san Paolo, e negli scomparti delle cantorie: Scene della vita della Vergine; nello stesso anno, realizza la decorazione della facciata della chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano con la Natività, dell'anno successivo è l'affresco con la Madonna col Bambino nella parrocchiale di Pinzano. Del 1526 è il trittico con la Madonna in trono tra i santi Giacomo, Lorenzo, Antonio abate e Michele arcangelo, nello stesso anno, ritorna a lavorare nella chiesa di San Pietro a Travesio, realizzando gli affreschi delle pareti con la Pietà, l’Adorazione dei Magi, la Decollazione di san Paolo e la Conversione di Saul.

Nel 1528 si trasferí a Venezia, dove realizzò la perduta decorazione absidale della chiesa di San Rocco, per la stessa chiesa dipinse anche due tele con San Cristoforo e San Martino, in quell'anno perse contro Tiziano il concorso indetto per la realizzazione della Pala di san Pietro martire, per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Negli anni '30, il confronto tra l'artista e Tiziano, animerà la scena artistica lagunare, concludendosi con l'emarginazione del pittore e, dopo la sua morte, il silenzio sulla sua opera degli scrittori veneziani. Trasferitosi in Emilia, tra il 1529-30, lavora nella cappella Pallavicino della chiesa dei Francescani a Cortemaggiore, esguendo la decorazione ad affresco, la pala d'altare con L’Immacolata Concezione, ora conservata al Museo di Capodimonte e la Deposizione di Cristo. Tra il 1530-32, realizzò gli affreschi della chiesa di Santa Maria di Campagna presso Piacenza, con nella cupola: il Padre Eterno, Angeli, Profeti e Sibille, nella cappella di Santa Caterina: la pala d’altare con lo Sposalizio mistico di santa Caterina, infine nella cappella dei Magi: le Storie dell’infanzia di Cristo.

Nel 1532, chiamato dai Doria, fu a Genova, dove decorò la facciata del palazzo di Fassolo con le perdute Storie di Giasone, rientrato a Venezia eseguì la pala con San Lorenzo Giustiniani e santi, ora alle Gallerie dell’Accademia, dalle figure allungate, su modello del Parmigianino, tra il 1534-35 realizzò il Noli me tangere del Duomo di Cividale; del '35 sono anche: la decorazione della facciata di Palazzo Tinghi a Udine con una Gigantomachia e i primi lavori in Palazzo Ducale a Venezia, perduti in seguito ad un incedio. [modifica]

Opere

   * 1506: affresco su un pilastro del Duomo di Pordenone e trittico ad affresco raffigurante San Michele Arcangelo, san Giovanni Battista e san Valeriano, realizzato per la chiesa di Santo Stefano a Valeriano.
   * Prima del 1508: ciclo di affreschi nella chiesa di San Lorenzo a Vacile, presso Spilimbergo (nella volta Cristo risorto, Profeti, Evangelisti e Dottori della Chiesa; sulle pareti Storie dei santi Lorenzo e Sebastiano, Apostoli e Resurrezione di Cristo).
   * 1511: Madonna e santi, conservata alle Gallerie dell'Accademia a Venezia, con la Vergine disposta frontalmente su un alto trono marmoreo.
   * 1511-13: affreschi perduti della cappella gentilizia del castello di San Salvatore a Collalto
   * 1513-14: Madonna e santi per la parrocchiale di Vallenoncello (frazione di Pordenone) e decorazione ad affresco dell’abside della chiesa di Sant’Ulderico a Villanova con i Padri della Chiesa, profeti ed evangelisti
   * 1515: pala con la Madonna della Misericordia, ancora per il Duomo di Pordenone
   * 1516: Cristo affrescato nella volta della chiesa di San Pietro a Travesio.
   * 1518: affresco con la Madonna e santi e alcuni fregi ad Alviano (Umbria), nella rocca degli Alviano, allora signori anche di Pordenone.
   * 1519: decorazione della cappella dell’Annunziata del Duomo di Treviso, su commissione del canonico Brocardo Malchiostro.
   * 1521: nella Cattedrale di Cremona, realizzando: il Cristo davanti a Pilato, la Salita al Calvario, il Cristo inchiodato alla Croce, la Deposizione, dove sviluppa una nuova forma di narrazione, insieme solenne e discorsiva, caratterizzata da virtuosistici scorci prospettici. Circa nello stesso anno, nella controfacciata dello stesso duomo affrescò la Crocifissione.
   * 1524: portelle dell’organo del Duomo di Spilimbergo (con l’Assunzione della Vergine, la Caduta di Simon Mago e la Conversione di san Paolo), e gli scomparti delle cantorie (Scene della vita della Vergine); decorazione della facciata della chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano (Natività)
   * 1525: affresco con la Madonna col Bambino nella parrocchiale di Pinzano.
   * 1526:trittico con la Madonna in trono tra i santi Giacomo, Lorenzo, Antonio abate e Michele arcangelo, e, ancora nella chiesa di San Pietro a Travesio, affreschi delle pareti con la Pietà, l’Adorazione dei Magi, la Decollazione di san Paolo e la Conversione di Saul.
   * 1529-30: decorazione ad affresco, pala d'altare con l’Immacolata Concezione (ora conservata al Museo di Capodimonte) e la Deposizione di Cristonella cappella Pallavicino della chiesa dei Francescani a Cortemaggiore
   * 1530-32: affreschi della chiesa di Santa Maria di Campagna presso Piacenza (nella cupola: il Padre Eterno, Angeli, Profeti e Sibille; nella cappella di Santa Caterina, pala d’altare con lo Sposalizio mistico di santa Caterina; nella cappella dei Magi le Storie dell’infanzia di Cristo).
   * 1532: decorazione della facciata del palazzo di Fassolo a Genova, chiamato dai Doria (Storie di Giasone, oggi perdute); pala con San Lorenzo Giustiniani e santi, ora alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dalle figure allungate, su modello del Parmigianino.
   * 1534-35 Noli me tangere del Duomo di Cividale.
   * 1535: decorazione della facciata di palazzo Tinghi a Udine con una Gigantomachia e lavori in Palazzo Ducale a Venezia, perduti in seguito ad un incedio.


MM Certamente hai ragione che un articolo su un artista debba spiegare qualcosa di più che dove sia stato e quali opere ha dipinto, ma, salvo involontari errori, credo di essermi limitata a riorganizzare le informazioni presenti: ossia, mi sembra, già da prima la vita dell'artista era solo una lista di opere realizzate (dove, quando e titolo) e poco altro, solo redatta in forma discorsiva, mescolata ad altri fatti della vita, invece che in forma di elenco. Onestamente mi pare che le informazioni, numerose e puntuali, sulle opere, siano meglio raggiungibili (e il contenuto più chiaro) in questa seconda forma, ma può essere questione di gusti personali e se non ti piace hai tutto il diritto di ripristinare la versione precedente. Non mi pare invece che sia utile duplicare la stessa informazione prima in forma discorsiva e poi in forma di elenco, come hai proposto nella mia pagina di discussione.

ENNE - guarda per carità se tu reputi che vada bene così, cho solo un dubbio, mi spiego di solito organizzo così la faccenda

1 titolo, con nome, data, fu un pittore o ecc...

2 un cappello con una sintetica valutazione stilistica, tipo usa pennellata lieve, composizioni zig zag eccc.., o particolarità iconografiche o collegamenti con akltri artisti, visto che leggere una biografia è lungo e se qualcuiuno vuole informazioni sommarie ma precise le trova subito

3 biografia, ora la maggior parte della vita la dedico alle opee che ha fatto, quando e dove sono conservate, perché, posso valutare i cambiamenti stilistici se nelle prime opere usa una pennellata lieve, mentre nelle ultime una pennellata pesante, in quelle di mezzo usa maggior chiaroscuro di quelle ultime, il modello per questa biografia diciamo stlistica è garzantina e enciclopedia della pittura einaudi niente di nuovo, però così facendo l'articolo è facilmente integrabile, ora nel caso specifico del pordenone, giustamente era una lista, però se un giorno qualcuno vuole metterci una valutazione stilisrtica di alcune opere, o una descrizione iconologica, o un fatto notevole, lo può benissimo integrare con una virgola, es madonna col bambino 1500, milano brera, pennellata lieve, con forte chiroscura sul modello di quellla di michengelo ecc..., in fin dei conti l'articolo è aperto mentre con lo schema, per carità è aperto lo stesso ma è uno schema non una voce

4 cataòlogo delle opere, sembra un doppione, ma non è perché se nella biografia, ci vanno la maggior parte delle opere, o meglio quelle che stilisticamente o anche iconograficamente, hanno avuto rilevanza nella lista possiamo metterci tutto, anche la tavoletta poco importante, possiamo specificare cose che in una biografia stonerebbero come le dimensioni, la tecnica e il supporto, possimo mettere le opere attribuite, quelle di scuola e via di seguito, in poche parole ci possiamo basare un catalogo

5 bibliografia e su questa vorrei chjiederti se esiste uno standar di solito faccio G. Micheli, esempio, Milano, 1956.

non lo so, il dubbio mio è solo una questione di organizzazione, che ne pensi, grazie

MM Ho l'impressione che siamo molto più d'accordo di quello che sembri a te :-) Trovo che sia giustissimo il tuo modo di impostare la pagina di un artista, è quello che userei anch'io. Le mie modifiche, almeno nella mia testa, andavano esattamente in quella direzione. Anch'io non ritengo affatto sbagliato citare le opere nella biografia, dando conto dell'evoluzione dello stile, e sono anche d'accordo sul fatto che vadano citate in quella sezione solo, appunto, quelle più rilevanti in questo senso. Forse quello su cui non siamo d'accordo è il passaggio dalla teoria alla pratica: a me sembrava che il testo precedente semplicemente elencasse all'interno della biografia anche le opere realizzate. Del resto non conosco questo pittore e non sono andata alla ricerca di altre informazioni, per cui non ho idea se le opere citate siano tutte o solo alcune, nè con quali criteri siano state scelte: non ci sarebbe nulla di strano se mi fossi sbagliata e avessi capito male. L'unica cosa è che forse questa mia incomprensione, se pensi che possa essere non solo mia, suggerirebbe di riscrivere il testo rendendo più chiaro il motivo per cui ciascuna di queste opere rappresenta una tappa stilistica nell'evoluzione del pittore. Insomma: decidi tu.

ENNE -- allora ricapitoliamo sul fatto che l'impostazione generale è corretta. ora vediamo la pratica il lavoro che hai fatto per me è giustissimo ma il problema per me è che il modo in cui è concepito vada nella realtiva categoria opere

mi spiego, trovata la voce, non ricordo se da aiutare o c'era qualcosa, l'ho vista e ho deciso di sistemarla: per fare la voce le mie fonti sono state garzantina, enciclopedia dell'arte einaudi, due colonne di stefano zuffi prese dal manuale de vecchi cerchiari, qualcosa da siti e un pò di quello che mi ricordavo sempre fonti secondarie niente di originale, altro non ho da questo che posso ricavarne: ne ricavo

1 il titolo

2 il cappello con analisi stilistica

poi posso ricavare o la 3 la biografia o la 4 lista opere,

visto che devo scegliere, sceglierò sempre la biografia, perché

1 credo che in una voce l'evoluzione stilistica e i relativi rapporti con altri artisti scuole o movimenti culture, in breve inserire l'artista e le sue opere nel flusso del suo tempo sia sempre preferibile a una lista opere e l'unico modo che ho per farlo è inserire inframezzato tra la sua vita e le sue opere valutazioni stilistiche iconografie rapporti fonti, per dire fare un discorso è sempre meglio che fare un catalogo.

2 il secondo motivo è un fatto di standar, se devo scegliere un'enciclopedia per me ha bisogno di una voce.

3 quello che ho fatto è completo? no dalle fonti che ho e dai ricordi che ho non è completo, è una voce aperta, facilmente integrabile ma incompleta il problema è che è una biografia e non una lista opere, visto che ci sono solo le opere maggiori

il lavoro che hai fatto, non mi va di buttarlo, in fin dei conti quello che hai fatto è una lista opere estrapolata dalla biografia, in poche parole il punto 4, quando ho proposto di metterla dopo la biografia pensavo a quello, si può sempre ampliare, se avessi un catalogo sotto mano sarebbe facile, si può mettere le dimensioni per ogni singola opera, la tecnica e il supporto, è un scheletro e buttarlo è inutile,

l'articolo non è perfetto, mancano tantissime cose ma secondo me credo è meglio una voce che una lista, solo questo un fatto di priorità, quando suddivido in punti 1 titolo 2 cappello 3 biografia 4 lista opere, se devo scegliere tra il 3 e 4, io scelgo il 3, per carità è incompleto ma bene o male rispecchia lo standar de centinaia di biografie

lasciandomi mano libera io procederei al rollbackk e alla traformazione della tua lista in un catalogo opere, scusa per la prolissità, ma non è un fatto: l'articoletto è mio e me lo organizzo come mi pare, è solo un problema di organizzazione di materiale, che se non è grave, credo che sia importante almeno si riesce a trovare un mezzo tipo di standar, solo questo ciao

MM Come ho già detto: decidi tu (io ne so ancora meno di te). Non sono d'accordo che in un'enciclopedia sia meglio in assoluto fare un discorso invece che fare un catalogo: dipende dal tipo di informazioni che si hanno a disposizione. La cosa sarebbe diversa per un articolo su un libro o su un giornale, ma la forma in cui sono rese disponibili le informazioni qui dovrebbe facilitarne soprattutto la sintesi e reperibilità: per questo motivo a me pare più utile scrivere anno - titolo dell'opera - genere - luogo, in forma di elenco, piuttosto che "nell'anno X eseguì un affresco che raffigura i santi x e y nella cattedrale Z del tale paese", e preferisco, finché non si abbiano informazioni sufficienti per trattare l'evoluzione stilistica, tener separati elenco delle vicende biografiche e l'elenco delle opere (che comunque è in ordine cronologico). Essendo però appunto una preferenza e nulla più non ho nulla in contrario al revert che vuoi fare (magari segnala la cosa nella pagina di discussione linkando i nostri discorsi): nulla va cancellato, che comunque il mio lavoro resta in cronologia, da dove potrebbe tranquillamente venire recuperato ove diventasse nuovamente utile. Quindi procedi pure come ti sembra più opportuno.

bene o male la discussione rigurada questo cambiamento [1], e quindi trovandomi in conflitto credo che la cosa più giusta sia di lasciarla com'è, se un terzo ha altre idee, ecc.. può benissimo integrarla o cambiare lo stile --Enne 20:49, 14 gen 2006 (CET)[rispondi]

Aggiungere la pala "Madonna e Santi" posta a Susegana, Treviso

Lo studiolo del Pordenone Antonio De Sacchis in Cosro Vittorio Emanuele a Pordenone.[modifica wikitesto]

A Pordenone, in Corso Vittorio Emanule al n. 10 vi è una abitazione dove all'esterno è appeso un cartello di inizio lavori di ristrutturazione. Il cartello dice. Comune di Pordenone, Provincia di Pordenone, Lavori di Restauro dello studiolo del Pordenone. Concedssione autorizzazione edilizia - Committente Sovrintendenza B.A.P.P.S.A. Friuli Venezia Giulia. - Direttore lavori Dott. Elisabetta Franceschetti Arch. Micoli. Restauratore Giancarlo Giovanni Magri. Responsabile del Procedimento Dot. Paolo CASADIO. INIZIO LAVORI 7 aprile 2003. A QUANDO LA FINE DEI LAVORI. BISOGNA ANCHE DIRE CHE NON SONO MAI INZIATI! Pinto Mario pintomario48@alice.it

lo studiolo non si trova in Corso Vittorio, ma in via San Marco (accanto al civico n° 10) poco prima della piazza del duomo cittadino venendo dal ponte di Adamo ed Eva. A dispetto del cartello, i lavori di restauro (che hanno riguardato alcuni affreschi attribuiti all'artista) sono stati completati, ma lo studiolo non è visitabile perché l'edificio che lo ospita non appartiene al comune (o alla provincia), ma a diversi proprietari privati, di cui solo una parte intenzionati a vendere l'immobile. Per un riassunto della situazione, vedi questo articolo recente (febbraio 2012) sul Messaggero Veneto.--79.23.199.75 (msg) 00:15, 28 mar 2012 (CEST)[rispondi]

Data di nascita[modifica wikitesto]

Mi sono permesso di modificare la data di nascita di Giovanni Antonio perché ritengo di essere sufficientemente informato: sto per dare l'esame del corso monografico di storia dell'arte moderna riguardante proprio il Pordenone. Come sostiene G. Campori in Il Pordenone in Ferrara, in «Atti e memorie delle R.R. Deputazioni di Storia Patria per le Province Modenesi e Parmensi», III, 1865, p. 279, le esequie ebbero luogo, come precisato nella voce, il 14 gennaio del 1539; ora, essendo noto dal Vasari che il pittore veneziano morì a cinquantasei anni di età, la data di nascita è «automaticamente» da spostare al 1483, anno per altro in cui nacquero due delle più rilevanti personalità del '500: Raffaello e Martin Lutero.

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