Dino Torreggiani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search

Dino Torreggiani (Reggio nell'Emilia, 8 settembre 1905Palencia, 27 settembre 1983) è stato un presbitero italiano, della Chiesa cattolica.

Il circo Orlando Orfei da papa Giovanni XXIII; Don Dino è alla sua sinistra

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Masone, frazione di Reggio nell'Emilia. Ordinato presbitero della diocesi di Reggio Emilia, vi svolse attivamente apostolato tra i giovani negli anni trenta e quaranta; tra i suoi allievi-collaboratori nell'oratorio di San Rocco a Reggio Emilia, troviamo un giovanissimo Giuseppe Dossetti, il quale passava molto del suo tempo libero nell'oratorio dove Dino Toreggiani operava. Altro giovane cresciuto alla scuola di don Torreggiani è Mario Simonazzi, il comandante partigiano Azor. Don Dino Torreggiani è un prete fuori dell'ordinario per il suo tempo, frequenta le carceri e i nomadi.[1]

L'oratorio di San Rocco[modifica | modifica wikitesto]

A Reggio Emilia, una città in cui la presenza cattolica è minoritaria, l'oratorio di San Rocco viene sostenuto e animato da don Dino Torreggiani, passando dai 509 iscritti del 1930 ai 1202 del 1934 ed occupandosi di studenti, soldati e operai; vi viene aperto un cinematografo. Don Torreggiani in quegli anni non può essere definito un antifascista, ma fa in modo che l'esperienza dell'oratorio sia comunque "altro" rispetto al regime nel quale viene sempre più sviluppandosi una ideologia totalitaria[2].

Gli zingari[modifica | modifica wikitesto]

Sempre negli anni trenta don Dino Torreggiani inizia a preoccuparsi e occuparsi degli zingari, si fa promotore verso l'amministrazione di una iniziativa che dia una residenza stabile ai sinti, che lavorano come saltimbanchi e giostrai, presso i Servi della Chiesa, istituto secolare da lui fondato e riconosciuto quale Istituto di Diritto Diocesano dal vescovo Mons. Beniamino Socche. Impegno che, proseguito successivamente da don Alberto Altana e don Daniele Simonazzi, spiega le ragioni di un legame che accomuna Reggio Emilia e i nomadi[3]. Inizia così la pastorale dei nomadi e circensi l'OASNI, Opera Assistenza Spirituale Nomadi in Italia, da cui nasce la Fondazione Migrantes, collegata alla CEI.

Rapporti con i Neocatecumenali[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni '60 sarà lui ad invitare prima a Roma e poi a Reggio nell'Emilia Kiko Argüello, fondatore del Cammino Neocatecumenale.

Ha passato un lungo periodo della sua vita in Spagna (dove è morto nel 1983).

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Il 5 novembre 2004 il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Adriano Caprioli ha aperto il processo di beatificazione.

Nella frazione di Sabbione, comune di Reggio Emilia, gli è stata dedicata una via (ex via Umberto Cantù).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Dossetti: un itinerario spirituale, su books.google.com, Google Book, p. pag 23. URL consultato l'11-02-2009.
  2. ^ Loccidentale - visto 11 febbraio 2009
  3. ^ «I nomadi a Reggio? Una storia lunga 70 anni» [collegamento interrotto], su gazzettadimodena.gelocal.it, Gazzetta di Modena. URL consultato l'11-02-2009.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN310724482 · ISNI (EN0000 0004 3719 7767 · LCCN (ENno2014125666 · GND (DE1061110400 · WorldCat Identities (ENlccn-no2014125666