Dibamidae

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Dibamidae
Anelytropsis papillosus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Reptilia
Sottoclasse Diapsida
Infraclasse Lepidosauromorpha
Superordine Lepidosauria
Ordine Squamata
Sottordine Lacertilia
Infraordine Dibamia
Gasc, 1968
Famiglia Dibamidae
Boulenger, 1884
Generi

I Dibamidi (Dibamidae Boulenger, 1884) sono una famiglia di sauri, unica famiglia dell'infraordine Dibamia.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine sono del tutto prive di arti mentre nei maschi essi sono ridotti a vestigia prive di funzione ambulatoria. Gli occhi sono anch'essi vestigiali e sono ricoperti da una squama. Le ossa del cranio sono fuse insieme e formano una struttura compatta atta allo scavo.[2]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Sono organismi fossori che vivono nel sottosuolo delle foreste.[2]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia comprende due generi:[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie del genere Dibamus sono diffuse nelle foreste tropicali del sudest asiatico, dell'Indonesia, delle Filippine e della Nuova Guinea. L'unica specie del genere Anelytropsis (A. papillosus) è endemica del Messico.[2]

Per spiegare un tale areale disgiunto sono stati ipotizzati due differenti scenari: una dispersione dal Paleartico al Neartico attraverso lo stretto di Bering avvenuta tra il Paleocene superiore e l'Eocene ovvero una dispersione trans-oceanica attraverso il Pacifico che estenderebbe l'epoca di dispersione al Cretacico superiore.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Taxon: Dibamidae, in The Reptile Database. URL consultato il 27 dicembre 2015.
  2. ^ a b c (EN) Dibamidae - blind lizards, in Vertebrate Diversity. URL consultato il 27 dicembre 2015.
  3. ^ (EN) Townsend T.M., Leavitt D.H., Reeder T.W., Intercontinental dispersal by a microendemic burrowing reptile (Dibamidae), in Proc Biol Sci, vol. 278, n. 1718, 2011, pp. 2568-74, DOI:10.1098/rspb.2010.2598.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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