Crack Magazine

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Crack
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StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
Linguainglese
Periodicitàmensile
FormatoNewsprint
Fondazione2009
SedeBristol
Sito webcrackmagazine.net
 

Crack Magazine è un mensile indipendente di musica e cultura distribuito in tutta Europa.

Fondata a Bristol, nel Regno Unito nel 2009,[1] la rivista ha avuto in copertina Björk, MF Doom, Lil Yachty,[2] FKA twigs, i Gorillaz e i Queens of the Stone Age. Lo stesso team, sempre con sede a Bristol,[3] è anche coinvolto nell'organizzazione del Simple Things Festiva, che si svolge lì.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Crack Magazine è stato fondato nel 2009 dal graphic designer Jake Applebee e dal laureato in giornalismo Thomas Frost.[5]

Nel 2012, Flying Lotus, prima del suo quarto album in studio Until The Quiet Comes, ha concesso a Crack la sua prima intervista a un magazine musicale indipendente.[1]

Nel 2015, la rivista ha lanciato un'edizione berlinese.[6] Nel 2017 hanno lanciato un'edizione ad Amsterdam.[7]

Nel maggio 2019, hanno lanciato la loro centesima pubblicazione con il frontman dei Radiohead Thom Yorke.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b the Guardian, https://www.theguardian.com/media/gallery/2014/jan/26/free-thinking-little-mags-making-a-big-noise. URL consultato il 7 June 2017.
  2. ^ Crack launches latest issue with cover shot by James Pearson-Howes, in It's Nice That, 1º November 2016. URL consultato il 7 June 2017.
  3. ^ Studio 31, https://studio-31.co.uk/whos-here. URL consultato il 3 October 2017.
  4. ^ (EN) Behind the scenes: Crack magazine, in STACK magazines, 26 February 2015. URL consultato il 7 June 2017.
  5. ^ (EN) Copia archiviata, su jomec.co.uk. URL consultato il 7 June 2017 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2015).
  6. ^ (EN) 'Crack' Magazine Berlin Launch, in Savoteur Berlin, 16 April 2015. URL consultato il 7 June 2017.
  7. ^ residentadvisor.net, https://www.residentadvisor.net/event.aspx?941791. URL consultato il 7 June 2017.
  8. ^ Crack Magazine, https://crackmagazine.net/article/long-reads/thom-yorke-daydream-nation/. URL consultato il 13 August 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]