Vai al contenuto

Cintura esplosiva

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Una cintura esplosiva (chiamata anche: cintura suicida, Bomberpilot Jacket, giubbotto o giubba suicida) è un ordigno esplosivo improvvisato composto da un giubbotto o una cintura carico di esplosivi ed armato con un detonatore indossato da attentatori suicidi. Le cinture esplosive solitamente sono piene di chiodi, viti, bulloni ed altri oggetti che servono a massimizzare il numero delle vittime nelle esplosioni.

Giubba esplosiva sequestrata dalla IDF (2002)
Un soldato di fanteria cinese durante la battaglia di Taierzhuang indossa una giubba suicida esplosiva fatta di bombe a mano modello 24 da utilizzare in un attentato contro un carro armato giapponese (1938)

I cinesi usavano giubbotti esplosivi durante la seconda guerra sino-giapponese.[1] Le truppe cinesi legarono esplosivi come pacchetti di granate o dinamite ai loro corpi e si gettarono sui carri armati giapponesi per farli saltare in aria. Questa tattica è stata utilizzata durante la battaglia di Shanghai, dove un attentatore suicida cinese ha fermato una colonna di carri armati giapponesi facendosi esplodere sotto il carro armato di piombo, e nella battaglia di Taierzhuang, dove le truppe cinesi si sono precipitate contro i carri armati giapponesi e si sono fatte esplodere con dinamite e granate. Durante un incidente a Taierzhuang, gli attentatori suicidi cinesi hanno distrutto quattro carri armati giapponesi con fasci di granate.

L'uso di attacchi suicidi per infliggere danni a un nemico precede la seconda guerra mondiale, in cui le unità Kamikaze (attacchi aerei suicidi) e Kaiten ("siluri viventi") venivano utilizzati per attaccare le forze alleate. I soldati giapponesi si sono abitualmente fatti esplodere attaccando i carri armati alleati mentre trasportavano mine anticarro, cariche magnetiche da demolizione, bombe a mano e altri ordigni esplosivi.

  1. ^ Bun Wong, Taierzhuang street fighting : Executive power to make those who have dared to retreat across the river Unforgiven | Netease International News, su web.archive.org, 20 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2017).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]