Ciampate del Diavolo

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Ciampate del Diavolo
Impronte del Diavolo
Le Ciampate del Diavolo
Epoca350.000 anni fa circa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneTora e Piccilli
Scavi
ArcheologoPaolo Mietto
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°19′57.12″N 14°01′28.48″E / 41.332533°N 14.024577°E41.332533; 14.024577

Viene chiamata Ciampate del Diavolo una zona del comune di Tora e Piccilli (CE), precisamente località Foresta, nelle vicinanze del Vulcano di Roccamonfina, un vulcano spento in provincia di Caserta in cui sono presenti delle impronte umane fossili. Le Ciampate del Diavolo si trovano all'interno del Parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione popolare del luogo ha dato questo nome (che in dialetto significa "impronte del Diavolo") a tali orme perché solamente un demone può camminare sulla lava ancora calda. Il nome, probabilmente, rappresentava anche un invito a tenersi a distanza da un luogo così irto e pericoloso il quale poteva attrarre persone incuriosite.

Nessuno si è mai posto il problema della vera origine di quelle impronte, finché nel marzo 2003 un docente di stratigrafia dell'Università di Padova, Paolo Mietto,[1] si è recato di persona sul posto per controllare: l'analisi ha rivelato che le impronte appartengono all'Homo heidelbergensis, ominide che viveva nella zona circa 350.000 anni fa.[2]

In base a tale datazione, erano considerate le impronte più antiche mai ritrovate di un ominide al di fuori dell'Africa, fino alla scoperta delle impronte di Happisburgh in Inghilterra nel 2013.

Secondo la ricostruzione di Mietto, le impronte appartengono ad un gruppo di tre individui che, 350.000 anni fa, è sceso lungo il fianco della montagna, formato da fanghiglia calda.[2] Nei punti in cui si scivolava, gli uomini si sono aiutati con gli arti superiori, lasciando infatti anche alcune impronte delle mani.[2] Probabilmente un vento secco ha asciugato velocemente il terreno, così da conservare nel tempo le impronte.[2]

Le 56 impronte, che misurano in media circa 10 cm per 20 (il che all'incirca corrisponde all'odierna misura 36), lasciano presumere un'altezza di circa 160 cm (statisticamente l'altezza più probabile associata a quella taglia del piede).[2]

Le piste[modifica | modifica wikitesto]

Le orme si dispongono in totale su tre piste:

  • pista A: lunga 13,40 m: 27 impronte a zig-zag
  • pista B: lunga 8,60 m: 19 impronte rettilinee
  • pista C: lunga 9,98 m: 10 impronte

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Due giovani con la passione per la paleontologia hanno contattato Paolo Mietto dell'Università di Padova.
  2. ^ a b c d e Mietto et al, Nature, 2003.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]