Chiesa di San Michele Arcangelo (Venezia, San Marco)

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Chiesa di San Michele Arcangelo
Campo Sant'Angelo a Venezia, Canaletto. All'estrema sinistra Palazzo Duodo, al centro la chiesa di San Michele Arcangelo, a destra Palazzo Trevisan Pisani
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVenezia
Coordinate45°26′02.23″N 12°19′55.07″E / 45.433953°N 12.331963°E45.433953; 12.331963
Religionecattolica
TitolareMichele Arcangelo
Patriarcato Venezia
Inizio costruzioneX - XI secolo
La chiesa di San Michele Arcangelo nella veduta di Venezia di Jacopo de' Barbari, 1500.

La chiesa di San Michele Arcangelo, o chiesa di Sant'Angelo, è stato un edificio sacro di Venezia. Ubicata nel sestiere di San Marco, nel campo omonimo, fu demolita nel 1837.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di antichissima fondazione, fu ricostruita nel 1069 e più volte rimaneggiata e rifatta tra XV e XVII secolo. Costituiva parrocchia ed era affiliata alla chiesa di Santa Maria del Giglio.

Nel 1810, come molti altri luoghi sacri della città, fu chiusa al culto a seguito delle repressioni napoleoniche e inglobata nella contigua parrocchia di Santo Stefano; nel 1837 fu demolita.

Attualmente non resta traccia dell'edificio, in luogo del quale null'altro fu costruito; sopravvive il toponimo di campo Sant'Angelo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant'Angelo s'innalzava davanti al convento della chiesa di Santo Stefano, lungo il rio attiguo, con la facciata sul campo: essa, molto disadorna, era aperta da un grande portale e da tre grandi finestre a mezzaluna. Sulla destra si ergeva un alto campanile cuspidato, che crollò nel dicembre del 1455 in seguito a dei lavori di ristrutturazione eseguiti da Aristotele Fioravanti.[1]

Internamente la chiesa aveva nove altari, su uno dei quali era conservata una delle più celebri pale di Tiziano Vecellio: la Pietà, poi conservata alle vicine Gallerie dell'Accademia.[2]

In questa chiesa era sepolto il compositore Domenico Cimarosa, deceduto nel vicino Palazzo Duodo, le cui spoglie andarono disperse con la demolizione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pietro Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia, I, Venezia, Ongania-Naya, 1893, p. 59.
  2. ^ Giuseppe Tassini, Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati, Venezia, Reale Tipografia Giovanni Cecchini, 1885, p. 48.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Brusegan, Le chiese di Venezia, Newton Compton, 2007, pp. 387–388.

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