Chiesa di San Tommaso (Lodi)
Chiesa di San Tommaso | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Lodi |
Coordinate | 45°18′47.24″N 9°30′22.38″E / 45.313123°N 9.506218°E |
Religione | cattolica |
Titolare | Tommaso |
Diocesi | Lodi |
La chiesa di San Tommaso è una chiesa sconsacrata sita nel centro storico della città italiana di Lodi.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le origini della chiesa parrocchiale di San Tommaso risalgono all'antica Lodi. Dopo la distruzione della città ad opera dei milanesi e la fondazione della nuova Lodi nel 1158, la chiesa di San Tommaso, al pari di altre chiese, venne ricostruita nella nuova città per iniziativa del vescovo Lanfranco da Cassino.[1] Dal 1173 risulta essere rettoria.[2]
Beneficiata da diverse famiglie nobili lodigiane (Cadamosto, Leccami, Maldotti),[2] fu poi concessa in commenda ad alcuni cardinali, fra cui Federico Cesi.[3]
Nel 1579 la chiesa parrocchiale di San Michele venne destinata ad ospitare il seminario diocesano; la parrocchia di San Michele venne pertanto soppressa, e il suo territorio aggregato alla parrocchia di San Tommaso.[1] Tuttavia già nel 1582, essendosi constatata l'insufficienza degli spazi di San Michele, il seminario venne trasferito a San Tommaso, e la parrocchia di San Tommaso venne a sua volta trasferita a San Michele.[1][3]
La chiesa e il seminario vennero soppressi nel 1786, durante l'epoca delle soppressioni giuseppine, e ripristinati nel 1791 dal nuovo imperatore Leopoldo II. Vennero nuovamente soppressi nel 1798, durante il periodo napoleonico, e nuovamente ripristinati sotto il Regno Italico.[3]
Nel Novecento la chiesa di San Tommaso venne sconsacrata e destinata a biblioteca del seminario.[4]
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
La chiesa è posta all'angolo fra via Volturno e via XX Settembre, con la facciata prospettante su quest'ultima.
Si presenta nella veste architettonica assunta dopo la ricostruzione del 1589;[2] pregevole il campanile quattrocentesco fatto costruire dal conte Lorenzo Mozzanica,[3] a cui si deve anche la ricostruzione del palazzo di famiglia, posto proprio di fronte alla chiesa.[5]
All'interno vi si conservavano due dipinti di un certo interesse: un Transito di Maria Vergine, forse di Martino Piazza, e una Deposizione cinquecentesca di scuola cremonese.[3]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Ciseri (1732), p. 123.
- ^ a b c Agnelli (1917), p. 237.
- ^ a b c d e Agnelli (1917), p. 238.
- ^ Silvia Canevara, Il Seminario di Lodi brilla di nuova luce, in Il Cittadino, Lodi, 7 novembre 2011.
- ^ Agnelli (1917), p. 288.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Fonti[modifica | modifica wikitesto]
- Alessandro Ciseri, Giardino istorico lodigiano, Lodi, Lodigraf, 1990 [1732], pp. 123-124, ISBN 88-7121-062-X.
- Giovanni Agnelli, Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi, Lodigraf, 1990 [1917], pp. 237-238, ISBN 88-7121-046-8.
Testi di approfondimento[modifica | modifica wikitesto]
- Carlo Guastoldi, Il Seminario vescovile di Lodi 1575-1975. Notizie storiche, Lodi, Lodigraf, 1975, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\MIL\0590281.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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