Chiesa di San Demetrio (Sindia)

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Chiesa di San Demetrio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSardegna
LocalitàSindia
Coordinate40°17′29.89″N 8°39′31.75″E / 40.291637°N 8.65882°E40.291637; 8.65882
Religionecattolica
TitolareSan Demetrio di Antiochia
OrdineCattolicesimo
Diocesi Alghero-Bosa
Stile architettonicoRomanico-gotico
Inizio costruzioneXVII secolo
CompletamentoXVII secolo

La chiesa di San Demetrio vescovo di Antiochia è un edificio di culto cattolico situato nel comune di Sindia; è una delle uniche chiese in Sardegna dedicata a questo santo. Comprende parti tardo-gotico e romanico.

La chiesa, fatta edificare nella seconda metà del XVII secolo dall'inquisitore dell'isola di Sardegna Gavino Pintor Serra, venne costruita con pietre recuperate dai ruderi di un'altra chiesa: la Chiesa di Nostra Signora di Corte a Sindia L'aula ha un'unica navata sulla quale si aprono alcune cappelle laterali. Al suo interno si conserva un retablo ligneo datato 1680 raffigurante i quattro padri della chiesa: san Gregorio Magno, sant'Agostino, sant'Ambrogio e san Gerolamo. Al centro della pala è presente la statua del santo compatrono san Demetrio, ricoperta d'oro zecchino e definita una delle più belle della Sardegna.

Secondo le leggende degli antichi sindiesi, San Demetrio e i cinque fratelli consacrati in altri paesi del Marghine, erano nella salita che collega Sindia alla strada di campagna di Scano di Montiferro (dove ora c’è la Chiesa) , quando i buoi proprio lì si fermarono. Proprio nel terreno vicino al punto in cui il loro cammino si è interrotto, è stata fatta costruire la Chiesa. Un’altra leggenda narra che, due ladri, tentando di rubare le tegole della Chiesa, siano rimasti pietrificati da San Demetrio, e si dice, siano le due teste che si trovano alle estremità del tetto del portone principale della Chiesa.

La chiesa è stata danneggiata da un incendio il 4 febbraio 2017 ed ha riportato danni ingenti alla statua e al retablo ligneo. Dopo la quasi totale ricostruzione delle parti danneggiate dal rogo, nel 2019 a chiesa è stata riaperta la culto.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Floris (a cura di), Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&Compton editore, 2007.