Chiesa di San Domenico (Ferrara)
Chiesa di San Domenico | |
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Facciata della chiesa | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Ferrara |
Indirizzo | piazza Sacrati 10 ‒ Ferrara (FE) |
Coordinate | 44°50′17.74″N 11°36′58.49″E |
Religione | cattolica |
Arcidiocesi | Ferrara-Comacchio |
Architetto | Vincenzo Santini |
Inizio costruzione | 1726 |
La chiesa di San Domenico di Ferrara si trova in piazza Sacrati 10. A causa del terremoto dell'Emilia del 2012 non è agibile. Il 3 Maggio 2018 è parzialmente crollato il tetto, fortunatamente senza alcun ferito[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione nelle forme attuali risale al 1726 ad opera dell'architetto Vincenzo Santini, sul sito di una chiesa più antica eretta nel 1274, della quale restano il campanile, XIII secolo e la cappella Canani XV secolo che fu l'antica struttura absidale. Nei pressi dell'abside attuale si trovano le Crocette di San Domenico, XIII secolo, che furono sede dell'Università degli Studi di Ferrara, della Corporazione degli Artisti e Medici dal 1397, poi delle lettere, delle scienze naturali, di medicina, di astronomia e matematica. In San Domenico aveva sede il Tribunale dell'Inquisizione e qui si tenevano le procedure giudiziarie, le condanne e spesso le esecuzioni.
Convento di San Domenico
[modifica | modifica wikitesto]Sino al 1924 accanto alla chiesa, come è ben visibile nella Pianta ed alzato della città di Ferrara di Andrea Bolzoni del 1747, sorgeva un convento[2]. Il convento domenicano era molto esteso e nel XX secolo venne quasi completamente demolito. Dall'antico primo chiostro venne ricavata la caserma del Littorio mentre il secondo chiostro fu completamente abbattuto per lasciar posto al palazzo delle Poste.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterni
[modifica | modifica wikitesto]L'imponente facciata della chiesa è un raro esempio di architettura barocca locale. Realizzata in cotto è suddivisa in due ordini scanditi da lesene di ordine corinzio, separati da un alto marcapiano e sormontati da un timpano triangolare. Il portale centrale e quelli laterali sono decorati con ricchi ornamenti lapidei, le nicchie, due per ogni ordine, ospitano sculture di santi domenicani realizzate da Andrea Ferreri nel 1722. Al centro dell'ordine superiore si apre un'ampia finestra balconata.
Interni
[modifica | modifica wikitesto]L'interno è ad una navata con cinque cappelle per ogni lato, presbiterio e coro. Le volte laterali ed i pennacchi sono affrescati da Giuseppe Filippi e Gerolamo Gregori. Nelle cappelle si trovano numerosi dipinti, tra i quali, opere dello Scarsellino, Carlo Bononi, Francesco Pellegrini, Gaetano Gandolfi, Giuseppe Avanzi, Francesco Parolini Ghirardoni. L'altare maggiore realizzato in marmi pregiati è del veronese Pietro Puttini. Notevole è il coro ligneo di Giovanni da Baiso, che risale al 1384 ed è, insieme a quello della Basilica di San Pellegrino Laziosi, a Forlì, uno dei più antichi della regione. Nella quinta cappella di sinistra è conservato l'affresco che raffigura la Madonna della Speranza, XIV secolo esistente nella chiesa primitiva
Nella duecentesca cappella Canani si trova il monumento funebre del medico anatomico Gian Battista Canani, mentre nel pavimento della navata sono inserite lastre tombali del XVIII secolo di altri illustri cittadini ferraresi.
Leggenda del mago Chiozzino e del suo patto col diavolo
[modifica | modifica wikitesto]Secondo una diffusa leggenda locale, il demonio lasciò impressa la sua impronta caprina nella pietra del portale laterale poiché qui furono condannati alcuni suoi protetti, ma si racconta anche una storia legata al mago Chiozzino. L'ingegnere idraulico Bartolomeo Chiozzi, realmente esistito, si dice che avesse stretto un patto col diavolo e che, per rompere tale patto avesse chiesto l'aiuto dei padri domenicani della chiesa. Il Chiozzi, soprannominato mago Chiozzino, riuscì a salvarsi, mentre il demonio, per rabbia, lasciò una sua impronta caprina sull'ingresso laterale della chiesa.[4][5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Crolla il tetto della chiesa di S. Domenico, su lanuovaferrara.gelocal.it. URL consultato il 5 maggio 2018.
- ^ G.Melchiorri, pp.130,131.
- ^ San Domenico.Inquisizione.
- ^ M.T.M.Parente, pp.71-75.
- ^ R.Bacchelli.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marco Antonio Guarini, Compendio historico dell'origini, accrescimento e prerogative delle chiese e luoghi pii della città, e diocesi di Ferrara, Ferrara, 1621, OCLC 472092321.
- Gerolamo Melchiorri, Nomenclatura ed etimologia delle piazze e strade di Ferrara e Ampliamenti, a cura di Carlo Bassi, Ferrara, 2G Editrice, 2009, ISBN 978-8889248218.
- Chiese e Monasteri di Ferrara, Devozione Storia Arte di una Città della Fede, Comunicarte, Ferrara, dicembre 2000.
- M. Poltronieri-E. Fazioli, I luoghi magici di Ferrara, ed. Universal Book, 2002.
- Giovanni Sassu e Francesco Scafuri, Le chiese di Ferrara: storia, arte e fede, Ferrara, Ferrara arte, 2013, pp. 45-55, ISBN 9788889793176.
- Riccardo Bacchelli, Il mulino del Po, Milano, Mondadori, 2015, SBN IT\ICCU\BCT\0038198.«Il mago Chiozzini e Urlon del Barco»
- Maria Teresa Mistri Parente, A Ferrara nei luoghi del mistero, Ferrara, Cartografica, 2012, SBN IT\ICCU\UFE\0991091.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Domenico
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ferrara, l'Inquisizione e il convento di San Domenico nel racconto di Francesco Scafuri, su cronacacomune.it, Cronaca Comune, quotidiano on line del Comune di Ferrara, 20 gennaio 2015. URL consultato il 9 aprile 2016.
- Un disegno per la Chiesa di San Domenico a Ferrara (1577): Ludovico Ranzi «sculptor serenissimi principis», in Un palazzo in forma di parole. Scritti in onore di Paolo Carpeggiani, a cura di C. Togliani, Milano, Franco Angeli, 2016, pp. 152-163, su academia.edu. URL consultato il 4 agosto 2019.
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