Che fare? (Tolstoj)
Che fare? | |
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Titolo originale | Так что же нам делать? |
Altri titoli | Che fare, dunque? |
Frontespizio di un numero del 1885 della rivista Russkoe bogatstvo | |
Autore | Lev Tolstoj |
1ª ed. originale | 1886 |
1ª ed. italiana | 1902 |
Genere | saggio |
Sottogenere | politico, filosofico |
Lingua originale | russo |
Che fare? (in russo Так что же нам делать??, Tak čto že nam delat’?) (letteralmente: "Che cosa dobbiamo fare?"), è un saggio politico e filosofico di Lev Tolstoj, pubblicato nel 1886, avente per argomento la povertà.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il saggio fu scritto da Tolstoj fra il 1882[1] (o il 1884) e il 1886[2]. Occasione del saggio fu l'incontro di Tolstoj con la povertà cittadina protocapitalistica. Dal 1881 la famiglia Tolstoj trascorse gli inverni a Mosca. Dal 23 al 25 gennaio 1882 Tolstoj prese parte, con altri volontari, al censimento della popolazione di Mosca, venendo così in contatto diretto con le fasce sociali più povere[3]. Il saggio fu pubblicato dapprima in quattro puntate sulla rivista liberale russa Russkoe bogatstvo diviso in tre parti intitolate nell'ordine «Žizn’ v gorode» (Vita in città), «Iz vospominanij o perepisi» (Dati del Censimento) e «Derevnâ i gorod» (Campagna e città)[4]. Nello stesso anno fu pubblicato in volume a Ginevra dall'editore Èlpidin in edizione parziale col titolo in russo Какова моя жизнь?, Kakova moâ žizn’ ("Qual è la mia vita"); lo stesso editore pubblicò nel 1889 l'edizione integrale col titolo definitivo[2]. Fu pubblicato in Russia solo nel 1906 dalla Posrednik (Il mediatore), una casa editrice moscovita fondata nel 1884 per iniziativa di Čertkov, di Birjukov e dello stesso Tolstoj[2][5].
Trama[modifica | modifica wikitesto]
Il saggio è diviso in 40 capitoli. Dapprima Tolstoj descrive le sue impressioni alla vista dei numerosi poveri incontrati a Mosca e alla luce delle indagini sulla povertà nell'Impero russo. Differentemente che in campagna, dove i poveri chiedono apertamente aiuto, nelle città russe i poveri evitano il più possibile di mostrarsi al resto della popolazione: la mendicità è infatti proibita per legge e i poveri sono vessati dalle classi dirigenti e dall'apparato statale. Tolstoj esamina successivamente le teorie sulla genesi della povertà e sui rimedi proposti per prevenirla o risolverla; non risparmia critiche alle teorie in auge alla fine del XIX secolo, comprese le teorie relative all'economia, alla politica, alla ricerca scientifica e all'arte. Infine Tostoj fornisce delle risposte di ordine soprattutto morale ed esistenziale: non mentire a se stessi, rinunciare al riconoscimento dei propri meriti e delle proprie caratteristiche, e riconoscere al contrario le proprie mancanze; considerare il lavoro, qualsiasi lavoro, l'attività obbligatoria di ciascun individuo; adoperarsi a sostentare la vita umana, la propria e quella degli altri.
Il saggio di Tolstoj presenta in epigrafe tre citazioni evangeliche relative al problema della povertà materiale[6]. In particolare, nella prima citazione appare la domanda che dà il titolo al saggio[7]. In precedenza, nel 1862, in Russia era stato pubblicato un altro famoso testo intitolato "Che fare?", ossia il romanzo di Černyševskij, e un altro famoso "Che fare?", il saggio di Lenin, sarà pubblicato nel 1902. Quest'ultimo si rifece espressamente al "Che fare?" di Tolstoj «debitamente apprezzandone il vigore e la convinzione della denuncia nonostante le sue riserve sul personaggio dell'autore»[1]. Il saggio di Tolstoj ebbe inoltre una notevole influenza sul pensiero di Gandhi e sul Jack London de Il popolo degli abissi[1].
Edizioni[modifica | modifica wikitesto]
- L. Tolstoi, Quel che si deve fare, Genova: Libreria moderna, 1902
- Lev Tolstoj, Che fare?; traduzione di Luisa Capo; con uno scritto di Francesco Leonetti, Collezione Collana dei cento fiori, Milano: Mazzotta, 1979, ISBN 88-202-0250-6
- Lev Nikolaevič Tolstoj, Che fare, dunque?; traduzione di Flavia Sigona, Roma: Fazi editore, 2017, ISBN 978-88-9325-163-1
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Goffredo Fofi, Primo, non mentire a te stesso, Il Sole 24 Ore del 29 gennaio 2017
- ^ a b c (RU) Tolstoj, Tak čto že nam delat’, Wikisource Archiviato il 5 giugno 2016 in Internet Archive.
- ^ Serena Vitale, «Introduzione: Che fare?» In: Lev Nikolaevič Tolstoj, Guerra e pace, Milano: Garzanti, 1989, Vol. I, p. 20, ISBN 978-88-11-13143-4 (rist. 2010) (Google libri)
- ^ Russkoe bogatstvo, Numeri 4, 9, 10 e 12 del 1886
- ^ (RU) Lev N. Tolstoj. Sobranie sočinenij v 22, Moskva: Hudožestvennaâ literatura, 1983, Vol. 16, pp. 166—399 (on-line)
- ^ Luca, 3,10-11, Matteo, 4,19-25,31-34, Luca, 18,25
- ^ «La folla così lo interrogava: "Che cosa dobbiamo fare?". Egli rispondeva: "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha del cibo faccia io stesso"». Luca, 3,10-11
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikisource contiene il testo completo in lingua russa di Tak čto že nam delat’ (Che fare?)
- Wikiquote contiene citazioni da Tak čto že nam delat’ (Che fare?)
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tak čto že nam delat’ (Che fare?)
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) eBook di Che fare?, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Che fare?, su Goodreads.