Central Reservation

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Central Reservation
album in studio
ArtistaBeth Orton
Pubblicazione9 marzo 1999
Durata58:50
Dischi1
Tracce12
GenereFolktronica
EtichettaHeavenly Records
ProduttoreVictor Van Vugt, Ben Watt, Mark Stent
Beth Orton - cronologia
Album precedente
Trailer Park
(1996)
Album successivo
Daybreaker
(2002)

Central Reservation è il secondo album in studio della cantautrice inglese Beth Orton, pubblicato il 9 marzo 1999. L'album conteneva contributi del musicista folk Terry Callier (con il quale ha anche registrato il lato b Lean on Me), il Dr. Robert e Ben Harper. Numerose tracce sono state prodotte anche da Ben Watt di Everything but the Girl.

L'album[modifica | modifica wikitesto]

Central Reservation ha ricevuto il plauso della critica e ha procurato a Orton una seconda nomination al Mercury Music Prize, e ha vinto il premio come migliore donna britannica ai BRIT Music Awards 2000.

Central Reservation è stato pubblicato il 9 marzo 1999 su Heavenly Records. Raggiunse il numero 17 nella classifica degli album del Regno Unito e rimase in classifica per otto settimane.[1] È andato al numero 34 nella classifica degli album ARIA in Australia,[2] numero 35 nella classifica degli album in Nuova Zelanda[3] e numero 110 nella classifica Billboard 200 negli Stati Uniti.[4] È andato anche al numero due della classifica degli album dei Heatseeker statunitensi.[5] Nel 2002 aveva venduto 244 000 copie negli Stati Uniti.[6] Il primo singolo dell'album fu Stolen Car, che fu pubblicato il 13 marzo 1999 e raggiunse il numero 34 nella UK Singles Chart.[1] Central Reservation, il secondo singolo, ha raggiunto il numero 37 nella UK Singles Chart.[1]

Il 30 giugno 2014, l'etichetta discografica indipendente britannica 3 Loop Music ha ri-pubblicato Central Reservation come 2CD Expanded Edition che includeva b-side, demo originali e registrazioni dal vivo.[7]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

L'album ha ricevuto recensioni generalmente positive dalla critica. Jason Ankeny di AllMusic ha dato all'album una valutazione di 4,5 stelle su 5 e lo ha definito "sbalorditivo".[8]

Orton ha vinto il premio British Female Solo ai BRIT Awards 2000.[9] L'album è incluso nel libro 1001 Album You Must Hear Before You Die.[10]

L'album è classificato al numero 982 in All-Time Top 1000 Albums (3ª edizione, 2000).[11].

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. Stolen Car – 5:26
  2. Sweetest Decline – 5:40
  3. Couldn't Cause Me Harm – 4:48
  4. So Much More – 5:41
  5. Pass in Time – 7:17
  6. Central Reservation – 4:50
  7. Stars All Seem To Weep – 4:39
  8. Love Like Laughter – 3:06
  9. Blood Red River – 4:15
  10. Devil Song – 5:04
  11. Feel To Believe – 4:02
  12. Central Reservation (The Then Again Version) – 4:00

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Beth Orton, su theofficialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 1º settembre 2010.
  2. ^ https://australian-charts.com/showitem.asp?interpret=Beth+Orton&titel=Central+Reservation&cat=a
  3. ^ https://charts.nz/showitem.asp?interpret=Beth+Orton&titel=Central+Reservation&cat=a
  4. ^ https://www.billboard.com/artist/Beth-Orton/chart-history/billboard-200
  5. ^ (EN) Central Reservation – Beth Orton (Awards), su AllMusic. URL consultato il 7 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2016).
  6. ^ https://www.billboard.com/articles/news/76598/billboard-bits-gorillazd12-beth-orton-mudhoney
  7. ^ (EN) Beth Orton announces reissue of her 1999 Heavenly album 'Central Reservation', Heavenly Records, 6 giugno 2014. URL consultato il 6 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2014).
  8. ^ (EN) Jason Ankeny, Central Reservation, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 1º settembre 2010.
  9. ^ (EN) Fiona Sturges, Beth Orton: No More Reservations [collegamento interrotto], in The Independent, 28 marzo 2003. URL consultato il 7 settembre 2010.
  10. ^ (EN) Robert Dimery (a cura di), 1001 Albums You Must Hear Before You Die: Revised and Updated Edition, Universe, 2010, ISBN 0-7893-2074-6.
  11. ^ (EN) Rocklist, su rocklistmusic.co.uk. URL consultato il 22 luglio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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