Celpenchio
Celpenchio frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Pavia |
Comune | Cozzo |
Territorio | |
Coordinate | 45°13′39.32″N 8°36′06.73″E |
Altitudine | 108 m s.l.m. |
Abitanti | 54 (2011) |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 018828 |
Cod. catastale | C451 |
Nome abitanti | celpenchiani |
Patrono | san Michele |
Cartografia | |
Celpenchio è l'unica frazione del comune di Cozzo in provincia di Pavia. L'abitato sorge all'incrocio delle strade provinciali 103 e 119 che collegano il capoluogo con Rosasco e Castelnovetto. Ha una popolazione di circa 50 persone.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Celpenchio, noto fin dal medioevo, è citato come Cerpente nel diploma del 1164 con cui Federico I assegnò a Pavia il dominio sulla Lomellina; come Cerpenclium appare nell'elenco delle terre pavesi del 1250. Attorno al 1400 vi signoreggiava il nobile Batista di Amorscano che nel 1447 giurò fedeltà a Ludovico di Savoia quando questi occupò il borgo. Nel 1465 fu infeudato, insieme a Cozzo, a Pietro Gallarati alla cui famiglia rimase fino al 1784 quando proprietà e castello passeranno ai Bigazzi. Nel 1578, durante la contesa sorta tra i vescovi di Pavia e Vercelli, papa Gregorio XIII confermò Celpenchio e Castelnovetto alla diocesi di Vercelli. Fu comune autonomo e durante il periodo napoleonico ricadde nel distretto di Robbio (Dipartimento dell'Agogna) e quindi in quello di Candia nella provincia piemontese di Lomellina (1818). Nel 1869 il comune fu soppresso e unito a Castelnovetto e venti anni più tardi, nel 1890, fu aggregato al comune di Cozzo.[1]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Il castello, la cui costruzione, in mancanza di documenti certi, viene ascritta al Trecento, ha la forma di ferro di cavallo con il lato aperto rivolto verso sud-ovest in direzione del Sesia, uno schema costruttivo più simile alla villa lombarda che alle strutture difensive coeve.
L'edificio ha subito negli anni varie modifiche: sulla facciata si possono vedere tre archi murati, testimonianza di un loggiato, e due torrette pensili mozzate alla linea del tetto ma con una caratteristica decorazione a "dente di sega", ripresa anche sotto la linea di gronda. Il cortile interno è curiosamente sopraelevato rispetto alla campagna circostante. L'edificio, ora adibito ad uso agricolo, è stato recentemente ristrutturato in alcune parti.
Chiesa di San Michele, sorge sulla piazza all'incrocio delle tre strade provinciali; attualmente dipende dalla parrocchia di Cozzo. Documenti dell'Ottocento riportano l'intitolazione della chiesa ai Santi Pietro e Michele.
Seguendo la provinciale per Rosasco a nord dell'abitato si estende un'ampia depressione acquitrinosa di circa 50 ettari che costituisce del 1986 la riserva naturale della Garzaia di Celpenchio, dichiarata poi monumento naturale dal 1994.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Copia archiviata, su augusto.agid.gov.it. URL consultato il 22 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2017).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Celpenchio