Campagna balcanica del 1529

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Campagna balcanica del 1529
parte delle guerre ottomano-asburgiche
"Il Grande Cannone", rappresentazione allegorica del 1518 di Albrecht Dürer della minaccia turca alle terre tedesche.
Data1529
LuogoUngheria
EsitoVittoria ottomana
Gli ottomani rioccupano Raab, Komárom, Esztergom e Buda
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Sconosciuti120.000 uomini[1]
(inclusi 12.000 giannizzeri)[2]
20.000 cammelli
300 cannoni
6000 cavalieri ungheresi[2]
Perdite
20.000 morti
(soldati e civili)[2]
40.000 morti[2]
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia

La campagna balcanica del 1529 venne lanciata da Solimano il Magnifico per conquistare la capitale austriaca di Vienna e quindi permettere il consolidamento del dominio ottomani in Ungheria. Questa fu la risposta al primo tentativo di assalto di Ferdinando I all'Ungheria ottomana.

Marzo[modifica | modifica wikitesto]

La marcia di Solimano su Vienna venne sostenuta dal suo vassallo, Jan Szapolyai, pretendente al trono d'Ungheria. Solimano inviò un esercito di 120.000 uomini verso nord il 10 maggio 1529. La sua campagna venne segnata da una serie di veloci successi: l'8 settembre Buda si arrese agli ottomani e Jan Szapolyai venne proclamato re d'Ungheria. Solimano si portò quindi oltre catturando Gran, Tata, Komárom e Raab[1] ed annettendo praticamente tutte le conquiste fatte da Ferdinando I due anni prima. Il 27 settembre, Solimano raggiunse Vienna.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

L'arrivo del sultano nell'Europa Centrale causò una notevole ondata di panico in tutto il continente. Martin Lutero, che aveva creduto che i turchi fossero la punizione divina contro i peccati dei cristiani[3] modificò la propria visione e scrisse un libro dal titolo La Guerra con i Turchi nel 1529 richiedendo aiuto perché "il flagello di Dio" si abbattesse con vigore contro gli invasori. Ad ogni modo, quando Solimano iniziò ad assediare Vienna ogni aiuto sembrò vano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Turnbull, Stephen. The Ottoman Empire 1326 - 1699. New York: Osprey, 2003. pg 50
  2. ^ a b c d Clodfelter, 2017, p.24
  3. ^ Madden, Thomas F. Crusades the Illustrated History. 1st ed. Ann Arbor: University of Michigan P, 2005 pg

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Clodfelter, Warfare and Armed Conflicts: A Statistical Encyclopedia of Casualty and Other Figures, 1492-2015, 4ª ed., McFarland, 2017, ISBN 978-0-7864-7470-7.
  • Madden, Thomas F. Crusades the Illustrated History. 1st ed. Ann Arbor: University of Michigan P, 2005
  • Turnbull, Stephen. The Ottoman Empire 1326 - 1699. New York: Osprey, 2003.
  Portale Guerra: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di guerra