Spedizione di Algeri

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Spedizione di Algeri (1541)
parte delle Guerre ottomano-asburgiche
Assedio di Algeri del 1541. Incisione del 1555.
Dataottobre-novembre 1541
LuogoAlgeri, Algeria
EsitoDecisiva vittoria algerina
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
80 galee
500 caracche.[1]
12 000 marinai.[1]
24 000 soldati.[1]
800 soldati
5 000 mori.[1][2]
Perdite
300 ufficiali.[1]
17 000 uomini.[1]
17 galee
130 carracche.[1]
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La spedizione di Algeri del 1541 avvenne quando Carlo V tentò di guidare una flotta contro la roccaforte dell'Impero ottomano ad Algeri nell'attuale Algeria. Soprattutto a causa del maltempo, la spedizione fu un fallimento disastroso.

Scenario[modifica | modifica wikitesto]

Algeri era sotto il controllo dell'imperatore ottomano Solimano il Magnifico dopo la sua conquista nel 1529 da parte di Aredino Barbarossa.
Barbarossa aveva poi lasciato Algeri nel 1535 per essere nominato Alto Ammiraglio dell'Impero Ottomano a Costantinopoli ed era stato sostituito nella carica di governatore da Hassan Agha, un eunuco e rinnegato di Sardegna.[1] Sui mari, Hassan aveva al suo servizio i famosi comandanti ottomani Dragut, Salih Reis e Sinan.[1]

Carlo V fece notevoli preparativi per la spedizione contro Algeri volendo ottenere vendetta per il recente Assedio di Buda (1541),[3], ma la sua flotta fu gravemente danneggiata da una tempesta, costringendolo ad abbandonare l'impresa.[4][5]

Spedizione[modifica | modifica wikitesto]

Carlo V intraprese la campagna molto tardi nella stagione, il 28 settembre 1541, a causa di problemi in Germania e nelle Fiandre.[1][6] La flotta venne riunita nella baia di Palma di Maiorca.[1] Era composta da più di 500 navi e 24 000 uomini.[1]

Dopo aver sopportato un clima difficile, la flotta giunse davanti ad Algeri il 19 ottobre.[7] Andrea Doria[8] ed altri grandi comandanti accompagnarono Carlo V in questa spedizione; tra questi era Hernán Cortés, il conquistatore del Messico, anche se non fu mai ammesso al Consiglio di Guerra.[6]

Le truppe spagnole, tedesche e italiane, accompagnate da 150 cavalieri di Malta, cominciarono lo sbarco il 23 ottobre respingendo l'opposizione algerina [6] e circondarono ben presto la città, fatta eccezione per la parte settentrionale.[1]Carlo stabilì il suo quartier generale su un promontorio circondato dalle truppe tedesche.

Il destino della città sembrava ormai segnato, ma il giorno successivo il tempo peggiorò con fortissime piogge. Molte galee persero le loro ancore e 15 vennero spinte verso terra e andarono distrutte. Altre 33 caracche affondarono, mentre molte altre andarono disperse.[9]
Mentre altre truppe stavano tentando di sbarcare, gli algerini iniziarono ad effettuare delle sortite massacrando i nuovi arrivati. Carlo V fu circondato e venne salvato solo dalla resistenza del Cavalieri di Malta.[10]

Andrea Doria cercò di trovare un riparo per la flotta a Capo Matifu, a otto chilometri ad est di Algeri. Obbligò Carlo V ad abbandonare la sua posizione e ad unirsi a lui a Matifu, manovra che Carlo poté effettuare con grande difficoltà.[11]
Da lì, ancora oppresse dal maltempo, le truppe restanti navigarono verso Bougie, a quel tempo ancora porto spagnolo. Carlo poté ripartire soltanto il 23 novembre [12] e finalmente giunse a Cartagena, nel sud-est della Spagna, il 3 dicembre.[13]

Le perdite furono terribili: diciassette galee e centotrenta caracche andarono perse ed un numero incalcolabile di morti tra marinai e soldati.[14]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il disastro indebolì notevolmente gli spagnoli, e Hassan Agha colse l'occasione per attaccare Mers-el-Kébir, il porto della base spagnola di Orano, nel luglio del 1542.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m The Story of the Barbary Corsairs by Stanley Lane-Poole p. 114 e segg. [1]
  2. ^ Handbook for travellers in Algeria and Tunis, Algiers, Oran, Constantine ... by John Murray (Firm),Sir Robert Lambert Playfair p.38
  3. ^ Garnier, p. 201
  4. ^ European warfare, 1494-1660 by Jeremy Black p.177
  5. ^ E.J. Brill's first encyclopaedia of Islam, 1913-1936 by Martijn Theodoor Houtsma p. 258 [2]
  6. ^ a b c Garnier, p.202
  7. ^ Garnier, p. 203
  8. ^ Il Doria aveva ripetutamente sconsigliato l'imperatore di effettuare la spedizione a settembre ormai inoltrato per il concreto pericolo d'incontrare cattivo tempo.
  9. ^ Garnier, p. 204 e segg.
  10. ^ Garnier, p. 204
  11. ^ Garnier, p. 205
  12. ^ Garnier, p. 207
  13. ^ Garnier, p. 206
  14. ^ Garnier, p. 208
  15. ^ A history of the Maghrib in the Islamic period by Jamil M. Abun-Nasr p. 155 ff

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edith Garnier, L'Alliance Impie, Éditions du Félin, 2008, Paris ISBN 978-2-86645-678-8 Interview
  • Corinne Chevallier, Les trente premières années de l'État d'Alger (1510-1541), Office des Publications Universitaires, Alger, 2002.

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