Assedio di Tripoli (1551)

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Assedio di Tripoli
parte delle guerre ottomano-asburgiche
Veduta di Tripoli di Nicolas de Fer, prima del 1705.
Data15 agosto 1551
LuogoTripoli
EsitoConquista ottomana di Tripoli
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
30-200 cavalieri
630 mercenari
10 000 uomini
Perdite
630 ridotti in schiavitùsconosciute
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L'assedio di Tripoli avvenne nel 1551 quando gli Ottomani assediarono e conquistarono la città ai cavalieri di Malta custodi della fortezza di Tripoli nella moderna Libia.[1] La spagnola Casa degli Asburgo aveva costruito un forte a Tripoli nel 1510 sotto l'impero di Carlo V e lo aveva affidato ai cavalieri nel 1530.[2][3] L'assedio consistette in un bombardamento di sei giorni, culminato con la resa della città il 15 agosto.

L'assedio seguì ad un primo attacco a Malta in luglio, che venne però respinto, e all'invasione di Gozo, in cui 5 000 cristiani vennero fatti prigionieri e portati a Tripoli sulle galee.

Assedio[modifica | modifica wikitesto]

La città era sotto il comando di Gaspard de Vallier, con 30 cavalieri (alcuni autori dicono 200)[4] e 630 mercenari calabresi e siciliani.[3] Gli ottomani avevano una base nella vicina città di Tajura sin dal 1531, a 20 chilometri ad est, dove era ancorato Khayr al-Din con la sua flotta.[5] Gli ottomani circondarono il forte e impiantarono tre batterie di dodici cannoni ciascuna.[3]

L'ambasciatore francese presso la Sublime porta, Gabriel de Luetz d'Aramont, era presente all'assedio.

L'ambasciatore francese presso l'Impero ottomano, Gabriel d'Aramon, raggiunse la flotta ottomana a Tripoli, con due galee e una galiot.[3][4] La missione dichiarata dell'ambasciatore era quella di dissuadere gli Ottomani dalla cattura della città, su richiesta del Gran Maestro di Malta, poiché Malta non era stata identificata come nemica dell'alleanza franco-ottomana contro gli Asburgo.[6][7] Secondo rapporti successivi, quando Sinan Pascià e Dragut rifiutarono di lasciare l'assedio, per il motivo che avevano l'ordine di sradicare i Cavalieri di Malta dal continente africano, d'Aramon minacciò di navigare verso Costantinopoli per fare appello a Solimano, ma gli fu impedito di lasciare la città fino alla fine dell'assedio.[6][7]

I soldati nel forte si ammutinarono quasi subito ed iniziò la trattativa per la resa.[3] La città venne conquistata il 15 agosto 1551 da Sinan Pascià dopo sei giorni di bombardamenti.[4][8][9] I cavalieri, molti dei quali francesi, tornarono a Malta dopo l'intervento dell'ambasciatore francese,[4] a bordo delle galee di d'Aramon, mentre i mercenari vennero ridotti in schiavitù.[3] Murād Agha, il comandante ottomano di Tajura dal 1536, venne nominato Pashalik della città.[5]

Nicolas Durand de Villegagnon, il futuro esploratore del Brasile, era presente all'assedio di Tripoli e scrisse un resoconto nel 1553.[10]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Storica mappa di Tripoli di Piri Reìs.

Da Malta, d'Aramon scrisse una lettera sul suo intervento a Enrico II.[4] Il ruolo di d'Aramon venne ampiamente criticato da Carlo V e da papa Giulio III con il sospetto che avesse incoraggiato gli ottomani a conquistare la città.[4] Sembrava che d'Aramon avesse partecipato al banchetto per festeggiare la vittoria degli Ottomani, sollevando ulteriori sospetti sul suo ruolo durante l'assedio, e portando Carlo V a richiedere alla Francia un risarcimento.[6][7] In ogni caso, d'Aramon aveva un rapporto speciale con gli ottomani, ed era chiaramente consapevole del fatto che la caduta di Tripoli aveva rappresentato una battuta d'arresto importante per Carlo V.[4]

Nicolas Durand de Villegagnon era all'assedio di Tripoli come Cavaliere di Malta.

Al suo ritorno a Malta, Gaspard de Vallier venne fortemente criticato dal Gran Maestro D'Omedes che volle assegnare tutta la colpa della sconfitta a lui. Venne portato davanti a un tribunale, e spogliato dell'abito e della croce dell'Ordine.[11] Venne però strenuamente difeso da Nicolas Durand de Villegagnon, che mise in rilievo la doppiezza di D'Omedes.[12]

L'assedio fu il primo passo della guerra italiana del 1551-1559 a tutto campo nel teatro europeo, e nel Mediterraneo alle galee francesi di Marsiglia fu ordinato di far parte della flotta ottomana.[3]

Nel 1553, Dragut venne nominato comandante di Tripoli da Solimano, rendendo la città un importante centro di incursioni piratesche nel Mediterraneo e la capitale della provincia ottomana di Tripolitania.[5] In un famoso attacco da Tripoli nel 1558, Dragut attaccò Reggio Calabria, portando i suoi abitanti in schiavitù a Tripoli.[5][13]

Nel 1560, una potente forza navale venne inviata a riconquistare Tripoli, ma venne sconfitta nella Battaglia di Djerba.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cervantes in Algiers: a captive's tale by María Antonia Garcés p. 25 [1]
  2. ^ A history of Islamic societies Ira Marvin Lapidus p. 255
  3. ^ a b c d e f g The Mediterranean and the Mediterranean world in the age of Philip II by Fernand Braudel pp. 920– [2]
  4. ^ a b c d e f g The Papacy and the Levant (1204–1571) by Kenneth M. Setton p. 555 – [3]
  5. ^ a b c d A history of the Maghrib in the Islamic period Jamil M. Abun-Nasr p. 190 [4]
  6. ^ a b c The biographical dictionary of the Society for the diffusion of Knowledge p. 230 [5]
  7. ^ a b c A Universal Biography, John Platts p. 49
  8. ^ The Middle East and North Africa 2003, p. 748
  9. ^ History of the Ottoman Empire and modern Turkey by Ezel Kural Shaw p. 106 [6]
  10. ^ The Jew of Malta by Christopher Marlowe, N. W. Bawcutt p. 6
  11. ^ Achievements of the Knights of Malta Alexander Sutherland p. 108
  12. ^ Ancient and modern Malta by Pierre Marie Louis de Boisgelin de Kerdu p. 47
  13. ^ The History of England Sharon Turner, p. 311
  14. ^ A History of the Ottoman Empire to 1730: chapters from the Cambridge history by Vernon J. Parry p. 101 [7]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Coordinate: 32°54′08″N 13°11′09″E / 32.902222°N 13.185833°E32.902222; 13.185833