Calcantite
Calcantite | |
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Classificazione Strunz | 7.CB.20 |
Formula chimica | CuSO4·5(H2O) |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | trimetrico |
Sistema cristallino | triclino |
Classe di simmetria | pinacoidale |
Parametri di cella | a = 6.12, b = 10.7, c = 5.97 |
Gruppo puntuale | 1 |
Gruppo spaziale | P1 |
Proprietà fisiche | |
Densità | 2,2-2,3 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2,5 |
Sfaldatura | imperfetta secondo {110} e {110} |
Frattura | concoide |
Colore | Azzurro, tendente al verdastro |
Lucentezza | Vitrea |
Opacità | Trasparente |
Striscio | Blu pallido-incolore |
Diffusione | assai rara |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La calcantite è un minerale, un solfato idrato di rame appartenente al gruppo omonimo.
Il nome deriva dal greco χαλκός = rame e ᾶνθος = fiore, per l'aspetto dei suoi cristalli.
Descritta per la prima volta da Wolfgang Xavier Franz Baron von Kobell (19 luglio 1803 – 11 novembre 1882) mineralogista tedesco, nel 1853.
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]I cristalli sono tavolette spesse o prismi tozzi tabulari. Il grado di simmetria crescente è triclino
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]La sua genesi è secondaria, come prodotto di ossidazione dei solfuri di rame nei giacimenti cupriferi. Per la sua elevata solubilità in acqua, tali giacimenti sono situati in regioni a bassissima umidità.
Inoltre è stato osservato in prossimità di fumarole vulcaniche e in gallerie di miniere come incrostazione di minerale appena formato.
La paragenesi è con brochantite, gesso, melanterite, pickeringite ed epsomite.
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]Ha una morfologia poliforme: da cristalli a masse compatte, da stalattiti ad incrostazioni, infine in venuzze granulari e fibrose o in aggregati reniformi.
Caratteri fisico-chimici
[modifica | modifica wikitesto]È molto solubile in acqua, ha sapore sgradevole (è addirittura velenosa se ingerita). All'aria si disidrata e si altera in superficie per dare aggregati polverulenti bianco-verdastri; per questo va conservata in contenitori stagni o sottovuoto. Per riscaldamento produce SO3.
Località di ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]A Rammelsberg e Goslar, in Germania; a Chuquicamata e Quetena, nel Cile; a Špania Dolina, in Slovacchia e presso il Rio Tinto, in Spagna.
In Italia forma concrezioni nella miniera Servette, nel comune di Saint-Marcel, in Valle d'Aosta; in stalattiti invece si trova nella miniera di Libiola, nel comune di Sestri Levante, in provincia di Genova. Infine è stata trovata anche sul Monte Argentario, in Toscana.
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Partendo da una soluzione di solfato di rame satura, si può facilmente ottenere la calcantite per via artificiale in grandi e bellissimi cristalli peraltro di fattura migliore di quelli naturali più piccoli purché vi sia mancanza di impurità nel solfato di rame di partenza.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Mineralogia - Cornelis Klein - Zanichelli (2004)
- Le rocce e i loro costituenti - Morbidelli - Ed. Bardi (2005)
- Minerali e Rocce - De Agostini Novara (1962)
- Guida al riconoscimento dei minerali - Borelli e Cipriani - Mondadori (1987)
- I minerali d'Italia - SAGDOS - 1978
- Minerali e Rocce - Corsini e Turi - Enciclopedie Pratiche Sansoni (1965)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calcantite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Webmin, su webmineral.com.
- (EN) http://mineral.galleries.com, su mineral.galleries.com. URL consultato il 5 marzo 2005 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2005).