Buco del piombo

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Buco del piombo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
Province  Como
ComuniErba
Altitudine695 m s.l.m.
Lunghezzagalleria principale 240 m
Uso abitativopaleolitico
Coordinate45°49′33.39″N 9°11′56.27″E / 45.825941°N 9.198964°E45.825941; 9.198964
Mappa di localizzazione: Italia
Buco del piombo
Buco del piombo
Il Buco del Piombo nella Valle Bova

Il Buco del piombo è un'imponente grotta naturale situata nel comune di Erba, nelle Prealpi comasche a una quota di 695 m sul livello del mare.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

La grotta fa parte di un complesso carsico formatosi nella roccia calcarea di età Mesozoica vicino alla località detta Alpe del Viceré collocata all'interno della Riserva naturale Valle Bova.

Si apre su una bianca parete verticale con una imboccatura di dimensioni ciclopiche: 45 metri di altezza[1] e 38 di larghezza. La galleria visitabile è lunga 300 metri, il resto della grotta, accessibile agli speleologi è lungo qualche km, costituendo un sistema carsico composto dalle grotte Buco del Piombo, Grotta Lino e Grotta Stretta esteso per circa 6.500 metri[2]. All'interno sono presenti alcuni fenomeni concrezionati di stalattiti e stalagmiti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza umana è documentata fin dal periodo paleolitico dal ritrovamento di vari reperti litici, e il luogo fu frequentato anche dall'uomo di Neanderthal che, almeno a partire da 60.000 anni fa, lo utilizzava come cava di selce.[3]

L'orso delle caverne (Ursus spelaeus) fu infatti il principale abitatore di questa caverna nell'ultimo periodo glaciale (fino a 15.000 anni fa circa), di questo animale sono stati rinvenuti numerosi resti ossei all'interno della grotta.

Le strutture murarie presenti all'interno del grande androne di accesso alla grotta sono state datate alla metà del VI secolo d.C.[4], in base ai risultati delle analisi al radio-carbonio di alcuni frammenti lignei ritrovati all'interno di uno dei tanti fori pontai presenti nella roccia e documentano una continua presenza umana in epoca tardo romana e medioevale, fino al XVI secolo. Il luogo fu infatti usato come fortino difensivo nei periodi di guerra. Durante il periodo tardo-romano avrebbe fatto parte di un sistema fortificato[5] di torri di segnalazione di cui facevano parte anche le fortificazioni di Lecco, di Castelmarte, del Baradello, del Colle di San Maffeo e di Castelseprio[4].

Dopo essere stato utilizzato e potenziato[6] ai tempi di Federico Barbarossa,[7] il fortino del Buco del piombo fu impiegato per finalità strategico-militari anche dal Medeghino,[1] committente di una ristrutturazione[7].

In epoca più moderna la grotta è divenuta oggetto di visita da parte di studiosi e turisti. Tra questi ultimi è da ricordare la regina Margherita di Savoia.

L'accesso, che sorge su proprietà privata, è rimasto poi chiuso per molti anni fino al 1998 quando un accordo con il comune di Erba ne ha consentito la riapertura, revocato però nel 2011.

Visite[modifica | modifica wikitesto]

Il sito non è più visitabile dal 2011 a seguito di crolli verificatisi all’interno della grotta[8].

È però ancora possibile arrivare fino all'accesso della grotta partendo dal comune di Albavilla e seguendo la segnaletica fino all'ex trattoria Zoccolo dove si trova un parcheggio. Da qui si prosegue a piedi per circa mezz'ora su un percorso sterrato; al termine una ripida scalinata, ora chiusa, porta all'accesso alla grotta.

Nell'androne all'imboccatura della grotta era situato un museo speleologico.

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare di Ceterach officinarum

Nell'ambiente buio, umido e freddo vivono diverse specie di insetti, crostacei, platelminti e pipistrelli. In passato, durante l'era glaciale, la caverna era frequentata dall'orso delle caverne, di cui sono stati rinvenuti molti resti ossei, tra cui alcuni scheletri completi.

A causa della progressiva oscurità, la vegetazione si riduce proseguendo verso l'interno della grotta. Nell'androne di ingresso è presente il tasso e la spaccapietre Ceterach officinarum. La prima decina di metri della grotta, ancora raggiunta dalla luce solare, ospita vari tipi di felci, queste infatti sono piante che prediligono i luoghi umidi come le grotte.

Rappresentazioni artistiche[modifica | modifica wikitesto]

Il buco del piombo è stato rappresentato in diversi dipinti e incisioni, più famosa delle quali nel libro "Viaggio pittorico nei monti di Brianza" dei coniugi Lose.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bartolini, p. 24.
  2. ^ Sistema carsico Valle Bova – Grotte Minori – Riserva Naturale Regionale Valle Bova, su vallebova.it. URL consultato il 4 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2020).
  3. ^ Nel cuore della montagna, ai primordi della Terra, su ana.it. URL consultato il 24 agosto 2023.
  4. ^ a b Belloni et al., p.54.
  5. ^ TCI, Guida d'Italia [...], p. 291.
  6. ^ Bartolini, p. 168.
  7. ^ a b Bartolini, p. 48.
  8. ^ Buco del Piombo, sito inaccessibile, su corrieredicomo.it. URL consultato il 18 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991, p. 54.
  • Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
  • Franco Bartolini, I segreti del Lago di Como e del suo territorio, Cermenate, New Press Edizioni, 2016 [2006].

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]