Bozza:Marina Valcarenghi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Marina Valcarenghi (Milano, 26 settembre 1940) è una giornalista, scrittrice, psicoanalista ed attivista politica italiana.

Dal 1960 al 1962 collabora a una rete di sostegno al Fronte di Liberazione Nazionale dell’Algeria e agli obiettori di coscienza francesi riparati in Italia.

Nella primavera del 1962 conosce Marco Pannella a cui deve un prezioso apprendistato politico e la possibilità di partecipare negli anni successivi, insieme a suo marito Luca Boneschi, alla conquista e poi alla difesa dei diritti civili come il divorzio, l’interruzione di gravidanza, l’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio e anche alla chiusura delle centrali nucleari.

Dal 1967, dopo la laurea in sociologia alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano con una tesi su “La questione meridionale nel periodo fascista” è assunta a Roma nell’Ufficio Studi del “Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno”.

Nello stesso anno inizia una corrispondenza con alcuni detenuti per cominciare a conoscere la realtà carceraria. Altri giovani militanti si interessano al carcere e per prima la dott.Irene Invernizzi di Torino.

Ottiene in seguito colloqui con alcuni reclusi in diverse prigioni e organizza la diffusione al loro interno di libri e giornali.

Andare in carcere a parlare con i detenuti, anche dei loro diritti violati, incoraggiare l’opposizione politica al posto di un periodico ribellismo e mantenere con loro una regolare corrispondenza, sarebbe stato un modo per capire come andare avanti.

Nella primavera del 1972 subisce a Roma una perquisizione di tredici ore, alla ricerca “di armi e materiale esplodente” nell’appartamento di 60 metri quadri in cui vive con il figlio di un anno. Le armi e gli esplosivi vengono cercati anche nella lettura di tutta la corrispondenza cartacea e negli album di fotografie. La perquisizione prosegue quindi in sua assenza nell’ufficio che occupa nel Ministero. Nonostante l’esito nullo delle due operazioni, viene trasferita dal Ministro in un Ente di sottogoverno (IASM: Istituto Assistenza Sviluppo Mezzogiorno), senza incarichi. Dopo un periodo di totale inattività nell’inutile attesa di una mansione, si dimette e torna a Milano dove lavorerà come giornalista.

E’fuori gioco nell’attività in carcere, ma lo scambio fra “dentro” e ”fuori” è ormai attivato e altri lo avrebbero portato avanti.

Iscritta all’albo dei giornalisti dal 1971, negli anni successivi scrive per la Repubblica, l’Espresso, Vie Nuove, Amica, il Manifesto, Alfabeta, Re Nudo, e più tardi, per un breve periodo, terrà una rubrica su Il fatto quotidiano che aveva intitolato tam tam.

Dall’inizio degli anni ’70 si documenta sugli “ospedali psichiatrici giudiziari”, le istituzioni chiuse e “dimenticate” delle quali le avevano parlato i detenuti, dove vengono trasferiti i carcerati con patologie psichiatriche e dove per punizione si trasferiscono anche persone sane di mente, come politici e omosessuali.

Nel 1974 ottiene dal Ministero della Giustizia il permesso di ingresso in tre “ospedali psichiatrici giudiziari”, con il fotografo Sergio Veneziani, per visitare gli istituti, intervistarne i direttori e produrre un servizio fotografico.

Sul materiale registrato scrive “I manicomi criminali” - un libro che nessun giornale recensirà e che solo l’editore Gabriele Mazzotta aveva proposto di pubblicare (Mazzotta 1975) - con i contributi di Magistratura Democratica, Psichiatria Democratica, Soccorso Rosso Romano, e con gli interventi di tre giudici di sorveglianza: Vincenzo Accattatis, Tito Garribba e Alessandro Margara.

Valcarenghi allega al libro l’impressionante documentazione fotografica di Veneziani ad Aversa e a Montelupo Fiorenentino e invia libro e foto alla Procura della Repubblica. Il terzo Ospedale psichiatrico visitato a Castiglione dello Stiviere, nella misura del possible correttamente gestito, era rimasto estraneo alla denuncia.

Il processo si conclude con pesanti condanne detentive per i direttori dei due istituti e quelle sentenze risulteranno il primo passo per la successiva chiusura di tutti gli ospedali pasichiatrici giudiziari.

Da molti anni ormai i detenuti con patologie psichiatriche sono seguiti dal Servizio Sanitario Nazionale negli ospedali civili e il controllo al momento del ricovero viene eseguito da personale sanitario, così che i politici e gli omosessuali rimangono in reparto come tutti gli altri.

Nel 1979, dopo sette anni di psicoanalisi personale e di formazione a Milano e a Zurigo, Valcarenghi inizia l’attività di psicoanalista, in seguito anche come didatta, tuttora in corso.

E’iscritta all’albo professionale dalla sua fondazione, nell’elenco degli psicologi e in quello degli psicoterapeuti. Per due mandati è componente della direzione e vicepresidente dell’Ordine in Lombardia.

Con alcuni colleghi fonda in seguito una scuola di specializzazione in psicoanalisi junghiana, la “libera scuola di terapia analitica”(LiSTA), riconosciuta nel 2002 dal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) nella quale è docente e poi direttrice, e che abbandona nel 2011.

Dal 1975 dedica parte del suo tempo alla scrittura ed è tuttora docente in corsi e attività formative, e nell’impegno professionale.

All’inizio degli anni ’90 introduce per la prima volta in Italia la psicoanalisi in carcere lavorando complessivamente per oltre dieci anni in un primo tempo con un gruppo di 15 persone nel reparto di isolamento maschile a Opera (Mi), con un contratto della Regione Lombardia, e in seguito a Bollate (Mi) con lo stesso progetto, come volontaria. La direzione dei due penitenziari accetta le regole della psicoanalisi: nessun controllo visivo e auditivo, rispetto del segreto professionale, nessuna collaborazione o scambio informativo con il personale del carcere. Non risulteranno casi di recidiva dopo la liberazione dei pazienti. Sull’argomento scrive in seguito: “Ho paura di me - il comportamento sessuale violento” (B.Mondadori)

Nel’agosto del 2023 il regista Yuri Ancarani gira il film “Il popolo delle donne”, che consiste in una conferenza di Marina Valcarenghi, nel chiostro della “Legnaia” nell’Università Statale di Milano, sul rapporto fra violenza fisica maschile e insicurezza femminile.

Il film viene selezionato e presentato al festival del cinema di Venezia nello stesso anno, e poi distribuito anche l’anno successivo nel circuito nazionale dei cinema d’essai. Viene poi proiettato nelle scuole superiori del nostro Paese, dove circolerà ancora nell’anno scolastico 2024 /25.

Pubblicazioni

I manicomi criminali (Mazzotta 1975)

Child labour in Italy (Antislavery Society - London 1980)

Un libro per amico – antologia di letture per la scuola media – 3 volumi        (Zanichelli 1981/83)

Nel nome del padre – appunti sulla trasgressione (Tranchida 1987)

Psicoanalisi e politica – Francesco Cossiga (LeG 1992)

Una passione per due (Tranchida 1994),

tradotto negli Stati Uniti con il titolo: Relationships (Nicola Hays 1994)

tradotto in Germania: con il titolo: Beziehungen (Bonz 1998)

Relazioni (Tranchida 1999)

Un’arringa per Antigone (Re Nudo 2000)

L’aggressività femminile (B. Mondadori 2003)

L’insicurezza (B. Mondadori 2005)

Ho paura di me - il comportamento sessuale violento (B. Mondadori 2007)

L’amore difficile – (B. Mondadori 2009)

Mamma non farmi male (B. Mondadori (2011)

Il coraggio della felicità (B. Mondadori 2013)

Senza te io non esisto- dialogo sulla dipendenza amorosa (Rizzoli 2009)

L’anoressia” (Moretti e Vitali – 2007)

Aldo Valcarenghi – la ricerca della libertà (Unicopli 2016)

La passione necessaria - (Moretti e Vitali – 2019)

Pubblicazioni per i bambini

Fiabe minime” (Savelli 1978)

Nuove fiabe minime(Savelli 1979)

Il pirata blu (Mazzotta 1978)

Nicola è scappato di casa (Mazzotta 1978)

Dico le bugie (Emme edizioni 1979)

Oggi non mi vogliono (Emme edizioni 1979)

Perché, perché, perché (Emme edizioni 1979)

Il buio è un cavaliere ( Tranchida 2003)