Borsigliana

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Borsigliana
frazione
Borsigliana – Veduta
Borsigliana – Veduta
Chiesa di Santa Maria Assunta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Lucca
Comune Piazza al Serchio
Territorio
Coordinate44°12′42.12″N 10°18′34.42″E / 44.2117°N 10.30956°E44.2117; 10.30956 (Borsigliana)
Abitanti117
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Borsigliana
Borsigliana

Borsigliana è una delle frazioni del comune di Piazza al Serchio, nella provincia di Lucca, in Toscana. È situata a circa 750 m s.l.m., sulla sponda sinistra del fiume Serchio, lungo la strada che da Piazza al Serchio conduce al passo di Pradarena.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli studiosi ipotizzano che l’abitato di Borsigliana sia sorto nel primo millennio. Il primo documento che ci è rimasto è un diploma [1] del 25 aprile 1020, dell’imperatore del Sacro Romano Impero, Enrico II il Santo, dove è riportato un elenco di chiese del territorio lucchese, tra cui “ …cortem in Bursillano cum ipsa ecclesia[2], facenti parte della ricca Abbazia di San Salvatore di Sesto, oggi nel Comune di Capannori.

L’abitato era in origine un’antica fortificazione, di cui rimangono dei ruderi, attualmente  situati  in località Castello, nella parte alta del paese. Qui era anche presente un antico oratorio, dedicato a San Prospero, considerato il più antico luogo di culto del paese. Gli altri edifici di Borsigliana furono costruiti tra il 1400 e il 1500.

Scrive Raffaello Raffaelli nella sua opera Descrizione geografica, storica ed economica della Garfagnana (1879): Borsigliana, che nel 1376 trovasi nominata Comune Burciliani, è paese collocato, al pari di Livignano, in un poggio dal lato dell'Appennino alla sinistra del fiume di Soraggio, ed ha unita la piccola villa di Vergnano, colla quale in antico formava comune autonomo, ma in progresso di tempo furono aggregati a quello di Piazza. Contiene 43 case unite, 7 sparse, con 42 famiglie, e 227 abitanti; i quali, secondo il Repetti, nel 1832 erano soltanto 191, e 208 nel 1600. Contiene nel suo territorio campi, selve, boschi e vastissime praterie, per cui mantiene molto bestiame, ed ha un'estesa possidenza sull'Appennino, andando a confinare colla Provincia di Reggio Emilia.

Dal punto di vista politico amministrativo il territorio di Borsigliana, dopo la probabile estensione del dominio romano e poi longobardo, fu a lungo  possedimento di famiglie feudali e poi nel 1376 divenne libero Comune o Comunità.

Da alcuni documenti presenti nell’archivio parrocchiale, risulta che nel Comune c’era un sindaco eletto annualmente, un camerlengo (tesoriere), un massaro (curatore e amministratore dei beni immobili), un operaio e una guardia comunale. La Comunità possedeva anche una struttura militare, retribuita.

Nel 1446 il Comune di Borsigliana passa per propria scelta agli Estensi e viene inserito nella Vicaria[3] di Camporgiano .

La situazione rimane pressoché immutata fino alla nascita del Regno d’Italia con l’assegnazione della Garfagnana prima alla provincia di Massa e poi a quella di Lucca.

Oggi Borsigliana, con i borghi di Vergnano, Molinello, Gambarotta e Grotto si trova nel Comune di Piazza al Serchio e dista dal capoluogo circa 5 km.

Dal 2007 il paese è inserito nel percorso "La via della Contessa Matilde", uno dei tanti tratti della storica Via Francigena.

Vicende demografiche[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riguardanti la variazione della popolazione fino all’Unità d’Italia sono state  ricavate da Gli stati d’anime [4] degli archivi parrocchiali, successivamente sono stati utilizzati i dati dell’anagrafe comunale, a cominciare dai censimenti decennali della popolazione.

Per Borsigliana la documentazione raccolta inizia dal 1622, quando si registra una popolazione di 160 unità che cala a 120, nel 1663, quasi sicuramente a causa di svariate ondate di epidemie. Successivamente, la popolazione torna ad aumentare e si staziona sulle 150 unità.

Dopo la metà del XVIII secolo osserviamo di nuovo un calo ed un aumento verso la fine del secolo.

Nei primi decenni del XIX secolo si registrano una stazionarietà o un calo, dovuti allo spostamento della gente per lavoro, alla partecipazione di molti giovani alle campagne di guerra e a un calo della natalità. Dal 1824 in poi la popolazione presenta un leggero aumento principalmente per l’arrivo di nuove famiglie, che andavano a lavorare come  contadini per qualche possidente. Così nel 1891 abbiamo 311 abitanti, 347 nel 1939 e 396 nel 1952.

Dopo l’Unità d’Italia, anche a Borsigliana si registra un forte movimento migratorio, legato alla ricerca di lavoro e di migliori condizioni di vita. L’ondata migratoria è indirizzata verso l’America (Stati Uniti, Brasile, Argentina), la parte a nord della Corsica, dove molti rimasero in maniera definitiva, il Belgio e l’Australia. Il movimento migratorio torna ad essere importante dopo la seconda guerra mondiale. In questo caso, gli spostamenti avvengono verso la Francia, il Belgio, la Svizzera, l’Inghilterra ma anche all’interno dell’Italia, verso le province di Pisa, Livorno, La Spezia, Genova, Milano e Torino.

Attualmente la popolazione di Borsigliana è di 117 abitanti.

Vicende economiche[modifica | modifica wikitesto]

L’economia di Borsigliana, come di tutta la Garfagnana, nei secoli scorsi, si è sempre basata sull’agricoltura, l’allevamento del bestiame, la pastorizia, la castanicoltura e la produzione di piccoli manufatti.

I contadini lavoravano i terreni più pianeggianti e fertili  utilizzando il  metodo delle rotazioni. Nella stagione invernale  seminavano i cereali resistenti al freddo, segale, grano, farro e miglio e in primavera orzo, avena, piselli, fagioli, canapa, rape e, a partire dal XIX, anche la patata. Dopo le prime due intense coltivazioni i terreni erano lasciati a riposo, seminati ad erba, perché  acquistassero di nuovo la forza riproduttiva.

I terreni più scoscesi, non adatti alla semina, erano coltivati con alberi da frutto e castagni. La lavorazione del castagno, sia a scopo alimentare che per la produzione di legno (legna da ardere e costruzione di mobili per la casa), fu fondamentale per Borsigliana e per tutta la Garfagnana. La raccolta delle castagne iniziava ai primi di ottobre, continuando per diverse settimane. Le castagne erano sistemate in sacchi di juta (balle) che erano portati direttamente all’essiccatoio (metato), dove rimanevano per 30-40 giorni. Quindi, venivano sbucciate, battute su dei ceppi o dei sassi e ripulite dalla pula. A partire dai primi anni del 1900, per la sbucciatura si utilizza un’apposita macchina a motore. Alla fine, erano portate al mulino  per essere trasformate in farina. La farina di castagne o di neccio, raccolta in grossi contenitori di legno (scrigni), era conservata per tutto l’anno e utilizzata per preparare la polenta, il castagnaccio, le frittelle, i manafregoli.

Riguardo all’artigianato, c’era chi si dedicava alla costruzione di sedie di paglia (bancali), chi aggiustava secchi, pentole e caldaie per  il latte (magnano), chi affilava coltelli, forbici e falci (arrotino). In alcune stagioni dell’anno arrivavano da fuori gli ombrellai per ricucire la tela degli ombrelli o sistemare le stecche e gli spazzacamini che, prima dell’inizio della stagione fredda, ripulivano le cappe dei camini. Infine, c’era il maniscalco, persona del paese oppure forestiero, molto utile per ferrare muli  e cavalli.

Nel corso del ‘700 l’economia dei piccoli Comuni come Borsigliana si basò anche su una diffusa attività finanziaria legata a prestiti concessi ai singoli cittadini o ad associazioni del Comune o anche di altri paesi della Garfagnana. Si  ricorreva ai prestiti per il sostentamento della famiglia, per investimenti di tipo imprenditoriale, per l’acquisto di terreni, di animali da allevamento e di attrezzi agricoli.

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Nel paese è presente una delle chiese più antiche della Garfagnana, la chiesa di Santa Maria Assunta. La chiesa di origine medievale, fu ampliata e modificata nel corso del 1700. Possiede un’unica navata e un abside semicircolare che racchiude il Coro, in legno intagliato, restaurato tra il 1986 e il 1988 dalla Soprintendenza alle Belle Arti. All’interno possiamo vedere l’Altare maggiore, l’Altare della Madonna delle Grazie, collocato sulla sinistra entrando, l’Altare della Madonna del Rosario, collocato sulla destra, il Ciborio, risalente al 1600 e il Fonte battesimale, anch’esso del 1600.

Ma l’opera più conosciuta della chiesa è il Trittico che si trova dietro l’altare maggiore, realizzato nella seconda metà del 1400 dal Maestro di Borsigliana, poi identificato in Pietro da Talada, Madonna col bambino e i santi Nicola e Prospero. Nella parte centrale del trittico  abbiamo la Madonna seduta con in braccio il Bambino, tra San Prospero sulla sinistra e San Nicola di Bari sulla destra. Nella predella sono rappresentati i dodici Apostoli e in alto, nelle tre cimase, l’arcangelo Gabriele, Dio Padre e la Vergine Maria al momento dell’annuncio dell’Incarnazione.

All'esterno della chiesa, sulla parte sinistra della facciata è possibile osservare alcune tracce della struttura originaria: una lunetta della porta precedente e un architrave in pietra arenaria scolpita, del XV secolo, venuto alla luce negli anni '50, quando cadde l'intonaco che lo ricopriva. Nell'architrave, diviso in sei sezioni, troviamo al centro la Madonna in trono con Gesù Bambino ed ai lati quattro santi. Antistante la Chiesa troviamo il Sagrato o sacrato con il suo arco di entrata, il campanile e un edificio che racchiude la Sagrestia e la Canonica.

Nel volume  Guida ai campanili della Garfagnana, nell’itinerario attraverso il Comune di Piazza al Serchio, l’autore scrive della chiesa di  Borsigliana “Elemento di vaglia di quella che un tempo fu noto come Burciliani Castrum è l’antica chiesa, situata in bella e isolata posizione. Attraverso un arco si accede ad una piccola corte sulla quale si affaccia questo luogo di culto romanico, che reca un vetusto architrave in pietra arenaria. Al suo interno, si trovano un pregevole fonte battesimale ligneo e un’ancòna [5] del XV secolo con la rappresentazione della Vergine col Bambino e Santi”.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Diploma: Nell’antichità romana, tipo di documento, scritto su due fogli di papiro, poi di pergamena o su tavolette di bronzo, riuniti a dittico, emanato dall’autorità pubblica per speciali salvacondotti o per congedi militari al termine del servizio. Dal Rinascimento, nome dato a documenti solenni (anche più antichi, come i privilegi) di sovrani o di pubbliche autorità - Treccani, vocabolario online.
  2. ^ “cortem in Bursillano cum ipsa ecclesia” dal latino “ coorte in Bursillano, Borsigliana,  con la propria chiesa”
  3. ^ Vicaria era il territorio su cui aveva giurisdizione un Vicario. Le Vicarie che firmavano la provincia estense della Garfagnana erano quattro: Trassilico, Camporgiano, Castelnuovo e Terre Nuove.
  4. ^ Stati d'anime: Registri anagrafici compilati annualmente dai parroci, che per ciascuna parrocchia registravano i capifamiglia e la composizione delle rispettive famiglie. Questo tipo di censimento dei fedeli fu introdotto (1563) dal Concilio di Trento, e si mantenne fino all’inizio del sec. 19°. - Treccani, vocabolario online
  5. ^ Ancòna: immagine sacra dipinta su tavola o scolpita in bassorilievo, destinata a essere sovrapposta all’altare, spec. nell’arte gotica e rinascimentale, spesso racchiusa entro una caratteristica inquadratura architettonica (nel qual caso è detta anche pala d’altare). - Treccani, vocabolario online

Galleria immagini[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso al borgo
Facciata della chiesa di Borsigliana
Trittico di Pietro da Talada
Sagrestia e canonica adiacenti la Chiesa di Borsigliana
Architrave della facciata esterna della chiesa di Borsigliana
Scorcio del paese di Borsigliana

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dino Magistrelli, Borsigliana da un millennio sul colle, Banca dell’Identità e della Memoria, Unione dei Comuni della Garfagnana in collaborazione con Edizioni Effigi, 2022.
  • Raffaello Raffaelli, Descrizione geografica storica economica della Garfagnana, Tipografia Giusti, 1879.
  • Giuliano Valdes, Guida ai campanili della Garfagnana, Editore Felici, 2015

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