Battesimo di Costantino

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Battesimo di Costantino
AutoreScuola di Raffaello Sanzio (Giovan Francesco Penni e Giulio Romano)
Data1520-1524
Tecnicaaffresco
UbicazioneMusei Vaticani, Città del Vaticano

Il Battesimo di Costantino è un affresco della scuola di Raffaello Sanzio, databile al 1520-1524 e situato nella Sala di Costantino, una delle Stanze Vaticane.

Storia

La decorazione della Sala di Costantino, l'ultima delle Stanze, venne commissionata da Leone X nel 1517. Il Sanzio, preso da mille impegni, fece appena in tempo a disegnare i cartoni e avviare una sorta di arriccio per la prima parete, prima di morire improvvisamente il 6 aprile 1520. L'opera venne allora continuata dai suoi allievi, tra cui spiccavano soprattutto Giulio Romano e Giovan Francesco Penni.

Nel 1524, all'epoca di Clemente VII, la decorazione doveva essere già terminata, quando il Romano partì per Mantova. Sviluppando i temi della Stanza di Eliodoro e di quella dell'Incendio di Borgo, la Sala di Costantino è dedicata alla vittoria del cristianesimo sul paganesimo e all'affermazione ed il primato della Chiesa romana, con evidenti richiami alla delicata situazione contemporanea. Durante la Repubblica Romana instaurata dai giacobini e successivamente nel periodo napoleonico, i francesi elaborarono alcuni piani per staccare gli affreschi e renderli portabili. In fatti, venne espressero il desiderio di rimuovere gli affreschi di Raffaello dalle pareti delle Stanze Vaticane e inviarli in Francia, tra gli oggetti spediti al Musee Napoleon delle spoliazioni napoleoniche[1], ma questi non vennero mai realizzati a causa delle difficoltà tecniche e i tentativi falliti e disastrosi dei francesi presso la Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma[2].

L'esecuzione del Battesimo di Costantino è di solito riferita al Penni, con qualche intervento di Giulio Romano, forse nell'architettura (Hartt). Non si conoscono disegni preparatori del Sanzio per la scena.

Descrizione e stile

Il soggetto del dipinto è il battesimo che ricevette Costantino da san Silvestro papa. La scena è ambientata in un edificio a pianta centrale che ricorda il Battistero Lateranense, nonché altri progetti di Raffaello di quegli anni. Il papa, che ha le sembianze di Clemente VII, si trova al centro dell'edificio tra assistenti e sta versando l'acqua sul capo dell'imperatore inginocchiato seminudo. Sul libro che regge il sacerdote si legge "Hodie salus Urbi et Imperio facta est".

Assistono due personaggi contemporanei ai lati, Carlo V e Francesco I di Francia. Sotto di essi si leggono le iscrizioni "Lavacrum Renascentis Vitae C. Val. Constantini" (sinistra) e "Clemens VII Pont. max. a Leone X Coeptum Consumavit MDXXIIII" (destra).

Note

  1. ^ Steinmann, E., “Die Plünderung Roms durch Bonaparte”, Internationale Monatsschrift für Wissenschaft, Kunst und Technik, 11/6-7, Leipzig ca. 1917, p. 1-46, p. 29..
  2. ^ (FR) Cathleen Hoeniger, The Art Requisitions by the French under Napoléon and the Detachment of Frescoes in Rome, with an Emphasis on Raphael, in CeROArt. Conservation, exposition, Restauration d’Objets d’Art, HS, 11 aprile 2012, DOI:10.4000/ceroart.2367. URL consultato il 23 giugno 2020.

Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975.

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