Battaglione "Barbarigo"
Battaglione "Barbarigo" | |
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Spillino in uso agli appartenenti al Btg. Barbarigo (senza "fronte di Nettuno") | |
Descrizione generale | |
Attiva | dal novembre 1943 al 30 aprile 1945 |
Nazione | Repubblica Sociale Italiana |
Servizio | Marina Nazionale Repubblicana |
Tipo | Fanteria di marina |
Dimensione | Battaglione |
sede | La Spezia |
Motto | Siamo quelli che siamo |
Battaglie/guerre | |
Onori di battaglia | 30 aprile 1945 da parte di inglesi e neozelandesi con lo scioglimento dell'unità |
Parte di | |
Divisione Fanteria di Marina Xª | |
Comandanti | |
Degni di nota | Umberto Bardelli |
Simboli | |
Alamaro in uso agli appartenenti al Btg. Barbarigo.[1] | |
Bandiera | |
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Il Battaglione "Barbarigo" fu un Reparto di Fanteria di marina della RSI, inquadrato nella Divisione fanteria di marina Xª della Marina Nazionale Repubblicana. Fu costituito a La Spezia nel novembre 1943.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Data la quasi totale mancanza di naviglio italiano (le poche navi che non avevano potuto ottemperare alle condizioni d'armistizio consegnandosi agli Alleati furono immediatamente confiscate dai tedeschi) si decise di costituire un reparto di fanteria di marina, all'interno della Marina Nazionale Repubblicana.
Nacque nel novembre 1943, inizialmente nella Caserma San Bartolomeo di La Spezia, come Battaglione "Maestrale" e assunse successivamente il nome di "Barbarigo", in ricordo dell'omonimo sommergibile del Comandante Enzo Grossi, Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Era ordinato su quattro Compagnie, la 2a e la 4a erano state addestrate a San Bartolomeo, mentre la 1a e la 3a erano state trasferite per l'addestramento a Cuneo, alla caserma San Dalmazzo. Alla metà di febbraio il Battaglione si riunì nuovamente a La Spezia[2].
Il 19 febbraio 1944 ricevette dal Comandante Borghese la Bandiera di Combattimento, per poi essere inviato a combattere ad Anzio e Nettuno, per fronteggiare lo sbarco angloamericano al comando del Capitano di Corvetta, sommergibilista, Umberto Bardelli. Rimase al fronte per tre mesi e lasciò il Lazio nel giugno 1944, in seguito all'entrata in Roma delle truppe angloamericane.
Nell'estate del 1944, il Barbarigo fu trasferito in Piemonte per ricostituire i ranghi. L'8 luglio 1944, a Ozegna il Comandante Bardelli e 18 uomini rimasero vittime di un attacco dei partigiani.
Sul finire del 1944, il Reparto fu inviato nel Goriziano in attività antipartigiane al Confine Orientale esposto all'avanzata delle truppe del IX Corpus Jugoslavo di Tito. Il Barbarigo fu dislocato a Salcano, ove ebbe violenti scontri prima a Chiapovano e quindi sul Monte San Gabriele, riuscendo ad arginare momentaneamente i partigiani nella Battaglia di Tarnova.
Seguì un periodo di riposo a Vittorio Veneto prima dell'invio sul Fronte Sud, nell'aprile del 1945.
Col crollo dell'apparato difensivo tedesco, incominciò il ripiegamento verso il Veneto. Il Battaglione venne catturato a Padova il 30 aprile 1945 da reparti inglesi e neozelandesi.
Successivamente i suoi appartenenti furono inviati in prigionia prima al 209 POW Camp di Afragola (Napoli), poi a Taranto e infine al 211 POW Camp di Cap Matifou in Algeria.
Decorazioni
[modifica | modifica wikitesto]Sono state 167 le decorazioni e le onorificenze che il battaglione ha ricevuto dalla RSI:
- Medaglie d'oro: 2
- Guardiamarina Alessandro Tognoloni[3], Battaglione "Barbarigo", Cisterna 24/5/1944[4]
- Maggiore Genio Navale Umberto Bardelli, Battaglione "Barbarigo", Ozegna 8/7/1944[5]
- Medaglie d'argento: 18
- Medaglie di bronzo: 41
- Croci al valore militare: 69
- Encomi solenni: 37
Riferimenti postali storici
[modifica | modifica wikitesto]Il Btg. Barbarigo ebbe assegnata la Feldpost 85515 (dal 19.5.44 al 3.10.44)[6].
Galleria d'immagini
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Il comandante Umberto Bardelli con Borghese
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Roma, marzo 1944. Ispezione al Barbarigo da parte del generale tedesco comandante della piazza, Kurt Mälzer
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Altra inquadratura dell'ispezione
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Da notare la coda alzata del leone di San Marco: Quando el leon de San Marco alza la coa tutti gli altri sbassa la soa. Era un motto adottato dal battaglione per indicarne la predominanza sugli avversari e il timore che incuteva, oltre che il Vangelo chiuso.
- ^ Rapida storia della Fanteria di Marina, in particolare 1943-45, su italialhg.net. URL consultato il 9 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2011)..
- ^ Questa MOVM della RSI fu concessa alla memoria, ignorando che il GM Tognoloni, prigioniero degli americani, era in realtà sopravvissuto alle gravissime ferite riportate.
- ^ Motivazione della medaglia : Ufficiale Comandante di Plotone Fucilieri inviato in rinforzo a reparto duramente provato, riusciva con i propri uomini a contenere per molte ore la straripante pressione avversaria. Invitato dai superiori a ritirare il Plotone ormai duramente provato, insisteva nel condurlo ancora una volta al contrattacco. Ferito,a chi tentava di porgergli di aiuto, ordinava di non pensare a lui. Trascinatosi nelle linee italiane e vista la situazione ormai insostenibile, dopo avere con grande freddezza dato ai pochi superstiti le disposizioni per il ripiegamento ed essersi assicurato che il movimento si effettuava con il salvataggio di tutte le armi, si scagliava contro il nemico irrompente con la pistola in pugno e lanciando le ultime bombe a mano, fin quando veniva travolto dalle forze corazzate nemiche avanzanti. Meraviglioso esempio di cosciente, eroico sacrificio per l'onore e la grandezza della Patria. Fronte di Cisterna, 23 maggio 1944.
- ^ Motivazione della medaglia: Ufficiale superiore di belle qualità e di provata esperienza, sorretto da uno slancio e da una fede senza limiti, tre volte decorato al valore; primo comandante del Barbarigo, che per sua travolgente iniziativa per primo si allineò con gli alleati germanici sulla testa di ponte di Nettuno, si recava volontariamente e coscientemente con le esigue forze in una zona notoriamente infestata da bande ribelli. Giunto nella piazzetta del paese di Ozegna cercò di esercitare opera di persuasione sugli sbandati deprecando la lotta fratricida voluta e sovvenzionata dall'oro dei nemici della Patria. Circondato a tradimento insieme ai suoi pochi uomini da forze preponderanti che gli intimavano la resa rispondeva con un netto rifiuto e fatto segno a violentissimo fuoco di armi automatiche postate agli sbocchi delle vie di accesso alla piazza si batteva con leonino furore incitando continuamente i pochi uomini di cui disponeva. Colpito una prima volta al braccio continuava a sparare con una mano sola, colpito una seconda volta ad una gamba continuava a far fuoco sino all'esaurimento delle munizioni. Nuovamente colpito cadeva falciato da una raffica al petto con il nome d'Italia sulle labbra. Fulgido esempio di eroismo, di altissimo senso dell'onore, di attaccamento al dovere e di dedizione completa alla Patria adorata. Ozegna, 8 luglio 1944.
- ^ Sito Ufficiale dell'Associazione Combattenti Decima Flottiglia MAS, su xflottigliamas.it. URL consultato il 9 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2009).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marino Perissinotto, Duri a morire - storia del Battaglione Barbarigo, Ermanno Albertelli
- Sergio Nesi, Rivisitando storie già note di una nota Flottiglia - parte seconda, Lo Scarabeo, Bologna, 2000 ISBN 88-8478-001-2
- Sergio Nesi, Ozegna, 8 luglio 1944. Cronaca di una inutile strage, Lo Scarabeo, Bologna, 2008 ISBN 88-8478-116-7
- Sole De Felice, La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-1945, Ediz. Settimo Sigillo
- Mario Bordogna, Junio Valerio Borghese e la Xª Flottiglia MAS, Mursia, Milano, 2007. ISBN 978-88-425-3877-6
- Guido Bonvicini, Decima Marinai! Decima Comandante!, Mursia, Milano
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Battaglione "Barbarigo"
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Barbarigo teschi e memorie, in la Repubblica, 3 giugno 1994.