Battaglia di Treponti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Voce principale: Cacciatori delle Alpi.

Template:Campagnabox Seconda guerra di indipendenza italiana La battaglia di Treponti ebbe luogo il 15 giugno 1859 nel comune di Rezzato, quando Giuseppe Garibaldi, al comando dei Cacciatori agganciò la retroguardia austriaca, in ritirata verso le fortezze del Quadrilatero. Dopo sette ore di combattimento, gli austriaci proseguirono nel loro ripiegamento.

Premesse

Il 17 marzo 1859 Garibaldi assunse il comando dei Cacciatori. Si trattava di una brigata leggera, di circa 3 500 uomini, senza cannoni e senza cavalleria (ad esclusione degli esploratori), male armata ed equipaggiata, ma con l'uniforme dell'esercito piemontese, animata da forte spirito combattivo e guidata da ufficiali esperti, tutti reduci delle guerre del 1848-1849.

Antefatti

Provenendo da Chivasso e passato in Lombardia da Sesto Calende, Garibaldi aveva liberato Varese ove veniva affrontato il 26 maggio dal tenente maresciallo Karl von Urban, uscito da Como. L'Austriaco si ritirò con perdite (battaglia di Varese). Il 27 maggio i volontari avevano sconfitto Urban alla battaglia di San Fermo ed era entrato a Como da Porta Sala. Dalla città, che nel frattempo aveva lasciato e ripreso, Garibaldi entrava primo in Bergamo l'8 giugno e primo in Brescia il 14 giugno, da porta S. Giovanni. Tra il 9 e il 10 giugno un'avanguardia dei Cacciatori delle Alpi aveva raggiunto Palazzolo e Iseo. La guarnigione austriaca aveva abbandonato il castello nella notte del 10 giugno ed un drappello di Cacciatori, al comando del tenente Pisani, era entrato in città nella notte del 12 giugno.

Garibaldi stava ora conducendo una campagna regolare, quale vera ala sinistra dell'esercito principale, che avanzava nella pianura. Si trattava, di avanzare occupando il territorio, liberando, man mano, tutte le città della fascia prealpina lombarda. Attardandosi, se necessario, a sgomberare eventuali retroguardie austriache, restate a coprire il grande ripiegamento dell'esercito austriaco verso le fortezze del Quadrilatero.

Le posizioni austriache

Il 12 giugno Urban entrava in Castenedolo ove si accampava. Il 14 giugno imponeva alla municipalità la consegna di 15 000 razioni, minacciando, in caso di rifiuto, di mettere a ferro e fuoco il villaggio. Il 15 giugno ne pretendeva altre 16 000 e, non ottenendole, trattenne con sé due ostaggi, rilasciati solo dopo l'armistizio di Villafranca.

L'ordine di marcia

Il giorno stesso dell'ingresso in Brescia Garibaldi, informato dell'avanzata dell'esercito franco-sardo, uscì dalla città e si accampò a S. Eufemia della Fonte. Qui ricevette l'ordine di portare i Cacciatori su Lonato e di ripristinare il ponte del Bettoletto sul Chiese.

Le guide riferirono che la divisione austriaca di Urban era accampata a Castenedolo, in retroguardia rispetto al grosso, posizionato proprio attorno a Lonato.

La mattina del 15 giugno, prima dell'alba, Garibaldi comandò una marcia su quattro colonne: la prima del Tur verso il ponte di Rezzato, la seconda di Cosenz sulla destra a difesa della strada Rezzato−Treponti, la terza di Medici indietro a difesa del bivio Bettole-Ciliverghe, una quarta con Garibaldi medesimo verso Bedizzole.

L'assalto a Castenedolo

Cavalleria italiana

Verso le 10:00 la seconda colonna prese contatto con gli austriaci tra Treponti e Castenedolo e si slanciò con impeto, facendovi retrocedere i quattromila soldati di Urban. Ma Cosenz si dovette accorgere di aver compiuto una mossa avventata, stante la forte superiorità numerica austriaca, e si fermò nei pressi di due cascinali appena conquistati.

Dalla sinistra Tur si accorge che grandi forze austriache avanzano per aggirarli e carica in soccorso. Nella folle carica viene ferito lo stesso Tur e cade il capitano Narciso Bronzetti che si era comportato brillantemente nei precedenti scontri di Seriate, il 10 giugno.

Garibaldi, informato dal capitano Camozzi, accorse sui posto e ordinò la ritirata, portandosi a gruppi in catena.

L'avanguardia di 1 400 volontari volontari aveva caricato 4 000 austriaci. Sul terreno restavano 120 volontari morti, molti feriti e 70 prigionieri. I Cacciatori avevano tentato una mossa pericolosa affrontando un nemico ben appostato e superiore per numero ed avevano fallito.

La prosecuzione del ripiegamento austriaco

Gli austriaci erano vittoriosi ma, dopo sette ore di combattimento, incapaci di inseguire i volontari, proseguirono, invece, nel loro ripiegamento. D'altronde questi erano gli ordini e restando lì rischiavano di essere accerchiati.
Si può ben immaginare la soddisfazione di Urban e dei suoi uomini. La battaglia figura, comunque, nei registri dell'esercito austriaco come l'unica vittoria contro la loro bestia nera, Garibaldi.

Il successivo 15 luglio, alle 14:00, i volontari potevano entrare in Castenedolo, raggiunti, il 16 giugno, da uno squadrone dell'esercito Sardo. Il 17 giungo alle 10:00 il Re entrò a Brescia.

Localizzazione della battaglia

Lo scontro fu detto di Treponti, dal nome dell'allora comune di Virle Treponti, benché i combattimenti abbiano interessato, soprattutto, il territorio di Castenedolo.
Dal 1928, in ogni caso, Virle Treponti fu assorbito dal Comune di Rezzato.

L'ambiguità della denominazione (e l'oblio in cui è caduta la battaglia), ad ogni buon conto, la dice lunga sul reale esito degli scontri.

  Portale Lombardia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Lombardia