Audomaro di Thérouanne

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Disambiguazione – "Sant'Omero" rimanda qui. Se stai cercando l'omonimo comune in provincia di Teramo, vedi Sant'Omero (Italia).
Sant'Audomaro
 

Vescovo

 
NascitaOrval, 600
MorteThérouanne, 1º novembre 670
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza9 settembre
Patrono diAmmalati di disturbi della vista
Audomaro
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Thérouanne
 
Nato600 ad Orval
Consacrato vescovo639 circa
Deceduto1º novembre 670 a Thérouanne
 

Audomaro di Thérouanne (noto in Francia come saint-Omer; in italiano anche sant'Omero) (Orval, 600Thérouanne, 1º novembre 670) è stato un vescovo franco.

Fu nominato vescovo di Thérouanne dal re Dagoberto I e fondò l'abbazia di San Bertino a Saint-Omer (Passo di Calais). Fu lui a consacrare il prete san Vandregisilo. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Audomaro conosceva la lingua ed i costumi dei Sassoni stabilitisi in Normandia dopo il VI secolo. Insieme al padre, rimasto vedovo, partì per il monastero di Luxeuil che era stato fondato nel VI secolo da san Colombano, ove divennero monaci.

Nominato vescovo da Dagoberto, Audomaro si pose la missione di risiedere nella sua diocesi, di celebrarvi le grandi feste liturgiche e di predicare alla popolazione.

I Morini[1], la cui regione fu invasa nel V secolo dai Vandali e dai Suebi, erano tornati al paganesimo nonostante l'evangelizzazione del IV secolo portata da Victricio di Rouen e le regioni costiere erano diventate sassoni. Fu presso Thérouanne che Audomaro fondò un monastero ove crebbe la città di Saint-Omer.

Nella regione dello sbocco del fiume Aa Audomaro fu ospite di un ricco proprietario di nome Adrovaldo, che egli convertì al cristianesimo. Nel 651 Adrovaldo donò ad Audomaro numerosi domini sull'Aa, fra i quali l'isola di Sithiu, comprendente una dozzina di villaggi. Audomaro vi fondò una chiesa dedicata alla vergine che divenne poi la chiesa di Notre-Dame.

Con l'approvazione del re Audomaro ottenne l'aiuto di tre monaci per fondare un'abbazia a Sithiu:

  • san Mommelino, che conosceva più lingue, fu abate di Sithiu fino al 660, quando tornò a Noyon;
  • san Bertino, che succedette a Mommelino come abate di Sithiu e fondò una chiesa dedicata a San Pietro;
  • sant'Ebertrammo[2], abate di San Quintino.

Nel 662 Audomaro promulgò un editto che concedeva privilegi a Sithiu.

Audomaro morì cieco e il suo corpo fu inumato nella chiesa di Notre-Dame di Sithiu.

Viene celebrato il 9 settembre.

Letteratura antica su Audomaro[modifica | modifica wikitesto]

Una Vita di saint Omer (Vitae Sancti Audomari), oggi scomparsa, fu redatta all'inizio del IX secolo da un chierico della zona che riprendese la tradizione orale. Una seconda versione fu scritta nel X secolo e si trova attualmente in Russia, a San Pietroburgo. Una terza versione del medesimo periodo è conservata nella Biblioteca Reale del Belgio a Bruxelles. Ve n'è poi una datata dall'XI secolo (manoscritto n. 698), sita a Saint-Omer, che fu oggetto di aggiunte posteriori. Si ritrova anche una Vita Audomari del XV secolo in vernacolo ed è conservata a Lilla (manoscritto n. 795). La biblioteca di Saint-Omer conserva quattro salterii che rappresentano l'Ufficio di Saint Omer (manoscritti n. 232, 270, 355, 837).

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Morini furono una tribù celtica al tempo dell'Impero Romano. Poco si conosce sulla lingua parlata da questa tribù ma una delle loro città, Boulogne-sur-Mer, fu indicata dallo storico bizantino Zosimo con il nome di Bononia e durante il Medioevo con il nome di Bonen. Durante l'Impero la loro civitas fu Terouanne (Terwaan, l'odierna Thérouanne)
  2. ^ Sant'Ebertrammo (detto anche Bertrammo, Bertrando, Bertranno, Ebertramo, Ebertranno). Abate di Saint-Quentin (PDF), su San Colombano. Portale dedicato a San Colombano, alle sue opere e alle comunità colombaniane.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Sgarbossa, I Santi e i Beati della Chiesa d'Occidente e d'Oriente, Milano, Ed. Paoline, maggio 2000, ISBN 88-315-1585-3.
  • (FR) Hippolyte Gancel, Les saints qui guérissent en Normandie, Éditions Ouest-France, 2006, ISBN 2-7373-3565-5.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Thérouanne Successore
diocesi non esistente 639-670 c.a. Draucius
?- ?
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