Asandro

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Disambiguazione – Se stai cercando il re del Bosforo Cimmerio, vedi Asandro del Bosforo.

Asandro (greco: Άσανδρoς; fl. IV secolo a.C.) è stato un militare macedone antico, figlio di Filota di Macedonia e fratello di Parmenione.

Alessandro Magno (336 a.C.–323 a.C.) lo nominò nel 334 a.C. governatore di Lidia e di altre parti della satrapia di Spithridates, e pose al suo comando un esercito abbastanza forte da mantenere l'autorità macedone.[1] All'inizio del 328 a.C., Asandro e Nearco consegnarono numerosi mercenari greci ad Alessandro, allora stanziati a Zariaspa.[2] Nella divisione dell'impero che seguì alla morte di Alessandro, nel 323 a.C., Asandro ottenne la Caria per la propria satrapia, che gli fu confermata in seguito da Antipatro.[3][4][5][6] Sotto il comando di Antipatro combatté contro Attalo e Alcetas, entrambi partigiani di Perdicca,[7] ma fu da loro sconfitto e conquistato. Nel 317 a.C., mentre Antigono era occupato in Persia e Media, Asandro aumentò il proprio potere in Asia Minore, e fece sicuramente parte della confederazione formata da Tolomeo, regnante dell'Egitto, e Cassandro, re di Macedonia, contro Antigono. Nel 315 a.C., quando Antigono iniziò le proprie operazioni contro i confederati, inviò un Tolomeo (suo nipote) con un esercito per conquistare Amisus, e cacciare dalla Cappadocia l'esercito con cui Asandro l'aveva invasa. Ma Asandro fu supportato da Tolomeo e Cassandro,[8] e rimase al potere fino al 313 a.C., quando lo stesso Antigono marciò contro di lui, e lo obbligò a stipulare un trattato con il quale accettava di arrendersi, liberare le città greche sulla costa, considerare la sua satrapia Caria come regale per Antigono, e consegnare il fratello Agatone come ostaggio. Dopo pochi giorni Asandro ruppe questo umiliante trattato, tentando di liberare il fratello dalle mani di Antigono, ed inviando messaggeri da Tolomeo e Seleuco per chiedere aiuto. Antigono si indignò, inviando subito un esercito a liberare con la forza le città greche. Sembra che anche la Caria venne conquistata, e Asandro a questo punto sparì dalla storia.[8]

  1. ^ Arriano, Anabasis Alexandri, i. 18
  2. ^ Arriano, Anabasis Alexandri, iv. 7
  3. ^ Fozio, Bibliotheca, cod. 82, cod. 92
  4. ^ Diodoro Siculo, Bibliotheca, xviii. 3, 39
  5. ^ Giustino, Epitome of Pompeius Trogus, xiii. 4
  6. ^ Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, x. 10
  7. ^ Diodoro Siculo, xix. 62, 68
  8. ^ a b Diodoro Siculo., xix. 75