Andrea Belli (giurista)

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Andrea Belli (Ruvo del Monte, 24 dicembre 1760Napoli, 27 maggio 1820) è stato un giurista e letterato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio del barone Sabino Belli, originario di Atripalda (nell'allora provincia di Principato Ultra) e discendente dei baroni Belli dell'Isca. Andrea, sin dalla più tenera età, ebbe una grande predisposizione allo studio. Si racconta che, all'età di tre anni, imparò l'alfabeto nel giro di tre ore dopo averlo letto per la prima volta. Questi iniziali presagi anticipavano il suo luminoso avvenire. Divenuto più grandicello fu inviato a Rionero in Vulture e affidato all'illustre Marco Pessolani che lo avviò allo studio della letteratura italiana. In breve tempo ad Andrea Belli divennero familiari le opere di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto e di tanti altri sublimi poeti italiani. Una volta ultimati gli sudi letterari, Andrea fu inviato nel Seminario di Muro Lucano per apprendere le lingue dei dotti: il greco, il latino e l'ebraico e per approfondire le sue conoscenze filosofiche. All'età di quattordici anni era ammirato dai suoi insegnanti ed emulato dai suoi compagni di studi. Andrea Belli, mentre si trovava nel Seminario di Muro Lucano, compose dei bellissimi e dolcissimi sonetti che suscitarono l'ammirazione di tutti i suoi maestri. Successivamente si dedicò agli studi giuridici, approfondendo in modo particolare le sue conoscenze del diritto civile e penale, del diritto romano, nonché dello « jus canonico ». Giunto a Napoli, il Belli mise a disposizione del pubblico il suo grande talento e la sua particolare competenza nel settore giuridico. Egli concorse alla cattedra di Diritto Romano e Canonico, allora vacante nell'Università dei Regi Studi di Napoli. I chiarissimi giureconsulti Cavallaro e Maffei, nell'esaminare lo scritto del candidato Belli, stilarono la seguente relazione: « il sig. Belli ha scritto assai bene, ma nella ragion civile, ha scritto veramente da Maestro ». Andrea Belli, nonostante avesse tanto a cuore gli studi giuridici, fu profondamente rattristato quando si rese conto che in quel tempo, come scriveva Domenico Martuscelli « che in quel tempo, nel Foro Napoletano, il cavillo e la mala fede prevaricavano l'equità e la giustizia ». Di tanto ne fu profondamente amareggiato, dal momento che aveva sacrificato i migliori anni della sua giovinezza allo studio e all'approfondimento degli studi giuridici. Immenso fu il dolore che Andrea Belli provò quando decise di abbandonare l'attività forense per dedicarsi completamente allo studio delle lettere e delle scienze. La sua Accademia di letteratura e di filosofia era frequentata dai migliori ingegni di quel tempo, tra i quali spiccavano Gaetano Filangieri, Mario Pagano e Pasquale Baffi. Andrea Belli fu ammirato dagli esponenti delle più aristocratiche famiglie napoletane per il suo sapere e per i suoi nobili natali. Le più importanti società letterarie facevano a gara per averlo come socio. L'Accademia del Giglio d'Oro di Lecce lo volle tra i soci onorari « per i rari talenti del sig. Don Andrea Belli ». Allo stesso modo si comportarono la Società Regale dell'Incoraggiamento e l'Accademia Pontaniana. Andrea Belli fu anche nominato membro di una giuria d'esame presso la Università dei regi Studi di Napoli che era presieduta dall'erudissimo Abate don Alessio Pelliccia, cattedratico di Diplomatica nella stessa Università. La fama della sua profonda erudizione giunse anche all'orecchio dell'Augusto Sovrano di Napoli. In quei tempi, è opportuno sottolinearlo, il Regno di Napoli era privo di una pubblica biblioteca. Il re Ferdinando IV di Borbone per migliorare la cultura dei giovani sudditi del suo Regno diede l'incarico al Belli di dar vita e organizzare una vasta biblioteca. Il Belli seppe ordinare e classificare circa ottantamila volumi e creò, in tal modo, la prima Biblioteca del regno di Napoli che gareggiava alla pari con quelle più rinomate di tutta Europa. Il sovrano fu così grato al Belli che nel 1780 gli volle conferire il titolo di Bibliotecario di Sua Maestà e, successivamente, quello Primo Bibliotecario del Re o Prefetto della Regal Biblioteca Borbonica. Andrea Belli anziché essere orgoglioso della sua vasta cultura, si dimostrava sempre molto modesto e ripeteva sovente che « il periodo dell'umana vita è troppo breve per la conoscenza delle scienze che sono infinite ». Egli oltre ad essere un illustre letterato, particolarmente versato per le scienze esatte e la filosofia, conosceva molto bene la storia antica e quella contemporanea. L'inglese, il francese e lo spagnolo erano lingue a lui molto familiari. Andrea Belli aveva composto numerosi sonetti che, purtroppo, sono rimasti inediti. Egli ha lasciato una elegante traduzione delle odi, delle epodi e dell'arte poetica di Orazio Flacco, la quale, quantunque fosse stata composta in età giovanile, si rivela molto elegante e pregevole. Andrea Belli compose anche numerosi saggi filosofici tra i quali bisogna ricordare i Commentari alla metafisica dell'Abate Genovesi, la Confutazione dell'empio sistema filosofico di Benedetto Spinoza e la Dissertazione sulla filosofia. Egli scrisse anche un opuscolo intitolato La comparazione tra i vegetabili e gli animali. Oltre alla profonda cultura, il Belli si evidenziò anche per il grande amore che aveva per il suo prossimo. Egli si dimostrava particolarmente disponibile nei confronti dei poveri e per venire incontro a queste persone particolarmente sfortunate impegnava quasi la metà del suo reddito. Il grande cuore di Andrea Belli che pulsava di grande amore per i suoi simili si fermò definitivamente il 27 maggio del 1820, sfiancato da una gravissima forma di asma bronchiale conseguente alla inalazione delle polveri dei libri. Per ricordare questo insigne giurista, letterato e filosofo lo città di Ruvo del Monte, che gli aveva dato i natali, gli ha intitolato la Scuola Primaria con il suo nome.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Dissertazione sulla filosofia
  • La Confutazione del sistema di Spinosa
  • I Commentari alla metafisica del Genovese

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Domenico Martuscelli, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, Gervasi, 1822
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