Alga Soligo Malfatti

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foto di Alga Soligo
Alga Soligo

Alga Soligo Malfatti (Somma Lombarda, 18 gennaio 1951 - Golfo di Biscaglia, 14 gennaio 1984) è stata un capitano di lungo corso. Prima donna italiana imbarcata come ufficiale di coperta su una motonave della Marina Mercantile italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studia fino alla licenza media a Somma Lombarda e a Padova, poi frequenta l'Istituto tecnico nautico Sebastiano Venier di Venezia dove nel 1970 consegue il titolo professionale di Allievo Capitano di Lungo Corso. Richiede ripetutamente l'imbarco per il tirocinio senza successo a causa dell'allora contesto sociale e culturale non favorevole all'ingresso delle donne nella carriera navale. Si rivolge perciò direttamente al Ministero della Marina Mercantile denunciando l'assurda situazione in cui si trovava: aveva conseguito un diploma e non poteva metterlo a frutto in alcun modo. Solo grazie all'intervento del Ministro nel 1971 riesce ad ottenere il primo imbarco da tirocinante.

Attività professionale[modifica | modifica wikitesto]

Inizia la sua attività come Allievo ufficiale di coperta sulla nave passeggeri di linea “Ausonia” della Compagnia Adriatica di Navigazione di Venezia. Negli anni successivi ottiene altri imbarchi su diverse navi: inizialmente come Terzo Ufficiale, poi come Secondo e infine come Primo Ufficiale di coperta, per arrivare nel 1978 alla qualifica di Capitano di lungo corso, lavorando sempre su navi mercantili. Lei stessa diceva di prediligere i viaggi sulle navi da carico, dove si poteva godere di un maggior affiatamento con i colleghi e trascorrere, quando liberi da impegni, “piacevoli ore di conversazioni, di sfoghi, di canti”[1]. La vita rude della marina mercantile non le fa perdere la femminilità e, come racconta in un’intervista a una rivista olandese, si lava i capelli per l’ennesima volta, per liberarli dalla polvere di fosfato, dopo un'ispezione ai doppi fondi della nave[2], oppure prepara pacchettini regalo perché il Natale a bordo assomigli a quello di casa[3].

Sulla motocisterna “Jole Fassio” conosce nel 1973 il Secondo ufficiale Luigi Specchi, che sposerà il 21 luglio dello stesso anno. Da allora in poi navigheranno sempre insieme.

Nel 1976 da Padova si sposta con la famiglia a Viareggio e trasferisce l'iscrizione al registro della Gente di mare dal compartimento marittimo di Venezia a quello di La Spezia.

Il 13 settembre 1983 si imbarca per il suo ultimo viaggio sulla motonave “Tito Campanella”, di cui ha il comando il marito Luigi. La nave farà naufragio nel Golfo di Biscaglia, presumibilmente il 14 gennaio 1984; Alga perde la vita insieme al marito e agli altri 22 membri dell’equipaggio.

Il naufragio[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio 1984, la nave da carico italiana Tito Campanella, 13.342 tonnellate di stazza lorda, di proprietà della società Alframar di Savona, scompare nelle acque del Golfo di Biscaglia. Muoiono tutti i presenti a bordo: 23 uomini e Alga unica donna, primo ufficiale e moglie del comandante[4].

Mercantile Tito Campanella
Mercantile Tito Campanella

La dinamica del naufragio è rimasta oscura. L’ipotesi più accreditata è che a 150 miglia dalla punta nord occidentale della penisola iberica, a causa di una forte tempesta, il carico di oltre 20.000 tonnellate di lamiere di metallo imbarcato nel porto svedese di Oxelösund, si sia spostato sfondando le paratie e causando il veloce affondamento della nave[5].

L’ultimo contatto radio che segnalava la posizione e navigazione regolare fu il 13 gennaio[6]. Soltanto il 20 gennaio, 6 giorni dopo, la società armatrice fece scattare l’allarme: il 21 gennaio aerei spagnoli iniziarono le ricerche, seguiti il 23 da portoghesi e francesi. Due aerei e due elicotteri italiani si mossero solo il 26 gennaio. Fu perlustrata un’area molto vasta dal Golfo di Biscaglia a Gibilterra, ma non fu trovata alcuna traccia del relitto[7].

Molte polemiche seguirono il naufragio, circa la vetustà della nave e quindi la responsabilità del Registro navale italiano nell'averne abilitato la navigazione, quando tre mesi dopo il rapporto del perito svedese Eric Baldall del dicembre 1983 dichiara che si tratta quasi di un rottame. Risulta accertato che la nave varata nel 1962 e riarmata dopo un lungo periodo di disarmo fosse fatiscente. Il cattivo stato di manutenzione delle strutture sarebbe stato una delle concause del naufragio[8][9][10].

Il processo tenuto davanti al Tribunale di Savona portò nel 1990 alla condanna in primo grado per omicidio plurimo e disastro colposo di uno dei soci della società armatrice della nave, del comandante del porto di Oxelösund, del dirigente della squadra che eseguì le operazioni di carico della nave e di un ispettore del Registro italiano navale che non avrebbe segnalato la presenza di incrinature sullo scafo. Vennero invece assolti per non aver commesso il fatto altri otto imputati[11]. Tuttavia nel 1991 i giudici della seconda sezione della Corte d'appello di Genova assolsero tutti gli imputati[12].

Da allora i parenti delle vittime chiedono che si faccia chiarezza sulle ragioni dell'affondamento[13][14].

Nel Soroptimist[modifica | modifica wikitesto]

È stata socia fondatrice del Soroptimist International d'Italia club Viareggio Versilia, costituito il 25 aprile 1981.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 2014: Convegno Soroptimist Club Viareggio Versilia su “La figura femminile nella Marina Mercantile e Militare oggi”- Trentennale della scomparsa di Alga Soligo Malfatti Specchi nel naufragio della M/N Tito Campanella.
Intitolazione della piazza
  • 2010: l’Amministrazione Comunale di Viareggio le intitola una piazza nell’anniversario del conseguimento del diploma di Capitano di Lungo Corso.
  • 1984: Il Soroptimist International club Viareggio Versilia istituisce una borsa di studio in sua memoria da assegnare annualmente allo studente dell’Istituto Nautico “Artiglio” di Viareggio che abbia conseguito il miglior risultato all’Esame di maturità.
  • foto della targa commemorativa ai coniugi
    targa commemorativa per Anna Soligo e Luigi
    1984: In memoria di Alga e del marito Luigi Specchi viene affissa una targa di marmo sui muri esterni della Chiesina del Porto di Viareggio, in piazzetta Medaglie d’oro di lunga navigazione, con l’incisione “Quando il plumbeo cielo/ si unì all’ancor più scuro mare/ in quel fragoroso boato/ vedeste la magnificenza di Dio/ Alga e Luigi Tito Campanella 14.1.1984”.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ezia Storelli, La donna nel mondo, Napoli, Edizioni Dehoniane, 1976, pp. 145-46..
  2. ^ Il Secondo di bordo del Tito Campanella è una donna eleganteːintervista a Aga Soligo Malfatti, Febbraio 1982.
  3. ^ Università della Terza Età. Unitre Viareggio Versilia, Donne di Viareggio e dintorni, Viareggio, Tipografia Nepi, 2000, pp. 86-90.
  4. ^ La lista con il nome dei deceduti è presente a fondo dell'articolo di Gennaro Simone, Il mistero della "Tito Campanella", 35 anni dopo, su bisceglieviva.it, 15 gennaio 2019. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  5. ^ Questa fu la conclusione alla quale giunse nel 1986 la Commissione d'indagine amministrativa nominata dal ministro della Marina Mercantile: la Tito Campanella colò a picco a causa dello spostamento del carico
  6. ^ Carlo Gatti, Tito Campanella, Un naufragio fantasma, 14 gennaio 1984, su marenostrumrapallo.it, 20 ottobre 2014.
  7. ^ intervento alla Camera dei Deputati del sen. Pastore.
  8. ^ Lo attesta il rapporto di un perito svedese e la relazione della Commissione amministrativa di indagine, che riferisce anche come la stazione telegrafica di bordo fosse in cattive condizioni, il personale insufficiente e i mezzi di salvataggio vetusti, sostanzialmente coevi della nave costruita nel 1962: Carlo Gatti
  9. ^ Aldo Pastore, Naufragio del Tito Campanella: intervento alla Camera dei Deputati del sen. Pastore, su bigliettoviaggio.altervista.org/, 30 aprile 2012.
  10. ^ Massimiliano Ferraro, Tito Campanella, mio padre e i misteri sul naufragio, su mareeonline.com, 25 gennaio 2014. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  11. ^ Tito Campanella, storia di un naufragio: ruggine, armi e rifiuti.
  12. ^ Tutti assolti. nessun colpevole per il dramma della "Tito Campanella", in La Stampa, 13 dicembre 1991.
  13. ^ Tito Campanella, mio padre e i misteri sul naufragio.
  14. ^ Gennaro Simone, Il mistero della "Tito Campanella", 35 anni dopo, su bisceglieviva.it, 15 gennaio 2019. URL consultato il 5 dicembre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ezia Storelli, La donna nel mondo, Napoli, edizioni Dehoniane, 1976.
  • Op De Korrell, Il Secondo di bordo del Tito Campanella è una donna elegante, intervista a Alga Soligo Malfatti, Febbraio 1982.
  • Università della Terza Età. Unitre Viareggio Versilia, Donne di Viareggio e dintorni, Viareggio, Tipografia Nepi, 2000.
  • Zefiro Rossi, Gente del mare, Viareggio, Mauro Baroni, 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]