Alex Carozzo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Alex Carozzo (Genova, 1932) è un navigatore, velista, scrittore e marinaio italiano, considerato il pioniere tra i navigatori e velisti oceanici italiani in solitario.[1] È autore di libri e articoli sulle sue imprese e ha tradotto libri di navigatori internazionali[2][3][4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Genova nel 1932, ma ancora in fasce, si trasferisce con la famiglia a Venezia, città che considera d'adozione e dove frequentò l’Istituto nautico. Terminati gli studi entrò nella Marina Mercantile come ufficiale di rotta, venendo imbarcato su navi da carico e petroliere. Si avvicinò per la prima volta al mondo della vela alla fine degli anni quaranta, frequentando la Compagnia della Vela di Venezia, ma senza partecipare a corsi della scuola di navigazione a vela, ma imparando da autodidatta.

Nel 1965 divenne il primo italiano ad attraversare un oceano in solitaria, e il primo ad attraversare l'Oceano Pacifico, circa 5.500 miglia, su una barca a vela in solitario, da Tokyo a San Francisco. Un'impresa che nessuno prima di allora era riuscito a portare a termine.[3][5] Nel 1968 il nome di Carozzo ebbe risalto internazionale nel mondo della vela: definito dalla stampa dell'epoca come il Chichester d'Italia, fu il primo italiano ad aver partecipato alle prime grandi traversate oceaniche in solitario del secolo come l'OSTAR e la Golden Globe Race, che fino ad allora sembravano essere alla portata dei navigatori inglesi e francesi, sfidando in oceano le più grandi leggende della vela internazionali dell'epoca, come Éric Tabarly, Robin Knox-Johnstone e Bernard Moitessier.

Carozzo nella sua intensa carriera è autore di tanti altri primati, tra cui si ricorda: nel 1966 primo italiano a partecipare a una regata oceanica per multiscafi partecipando alla Transpac; primo ad attraversare l’Atlantico con un Topo, imbarcazione tipica dell’Adriatico; nel 1990 riuscì a ripercorre la rotta di Colombo: 3800 miglia partendo dalle Canarie a San Salvador a bordo di Zentime, una scialuppa di salvataggio di 6 metri recuperata dalla demolizione a Las Palmas e armata con vele e pezzi recuperati, con nessuna tecnologia, ma il solo utilizzo di un sestante e un fornelletto per scaldare l’acqua. La traversata è raccontata nel libro Zentime Atlantico.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Qualsiasi oceano va bene, Mursia, Milano, 1968
  • Zentime Atlantico. L'incredibile traversata del primo navigatore solitario italiano: La rotta di Cristoforo Colombo con una scialuppa di salvataggio, A&A Editori, Milano, 1990, Nutrimenti, Roma, 2008
  • La mia lunga storia con il mare, Il Frangente, Verona, 2021
  • Alex Carozzo: SOS. Solo e malato in mezzo all'oceano, La Domenica del Corriere, 1968
  • John Groser, Avventura Atlantica, Mursia, Milano, 1969 (Traduzione di Alex Carozzo)
  • Sir Francis Chichester, Gipsy Moth: Il giro del mondo a vela., Mursia, Milano, 1967 (Traduzione e presentazione di Alex Carozzo)
  • Joshua Slocum, Solo intorno al mondo & Viaggio della libertade, Mursia, Milano, 1970 (Traduzione di Alex Carozzo)

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Come Attore[modifica | modifica wikitesto]

Documentari[modifica | modifica wikitesto]

  • Deep Water - La folle regata, 2006. (Nel documentario, Alex Carozzo viene citato come "l'italiano", ed è visibile nelle sole immagini di repertorio dell'epoca.)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gian Luca Pasini, Avventura a vele, solitarie, su gazzetta.it, 24 aprile 2008.
  2. ^ giornaledellavela.com - BEST OF 2014 – Tutta la storia di Alex Carozzo, il pioniere degli oceani, su giornaledellavela.com. URL consultato l'8 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2017).
  3. ^ a b lastampa.it - La nuova avventura di Alex Carozzo: a 80 anni vela sulle Galapagos, su lastampa.it. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  4. ^ gazzetta.it - Vela, Zambelli e Mura si confrontano con l’ex mito della Ostar, su gazzetta.it. URL consultato l'8 ottobre 2017.
  5. ^ bolina.it - Libri di BOLINA: successo tecnica e grandi marinai, su bolina.it. URL consultato il 17 ottobre 2017.
  6. ^ compagniadellavela.org - BREVE STORIA DELLA COMPAGNIA DELLA VELA, su compagniadellavela.org. URL consultato il 17 ottobre 2017.
Controllo di autoritàVIAF (EN266421511 · ISNI (EN0000 0001 0961 3151 · SBN LO1V028663 · LCCN (ENn2005012279 · WorldCat Identities (ENlccn-n2005012279